Gianluca Franchini
Camminiamo insieme come comunità di Quaderni
Camminiamo insieme come comunità di Quaderni
21 dicembre 2015
SERVE CORAGGIO!...
Buongiorno raggi di sole! Vi volevo raccontare della splendida esperienza fatta da Gaia, Giulia e Gianluca, i nostri ragazzi del 1998 che, il 3 ottobre 2015, hanno partecipato con i loro coetanei di tutta Verona alla festa del passaggio per diciassettenni. Il titolo di questo meeting (incontro), della durata di due giorni con conclusione al palazzetto dello sport di Verona domenica 4, era “Find Your Way” (Trova la Tua Strada). Tolta la prima mezz’ora d’iscrizione e saluto degli amici conosciuti al SAF a Roma, il pomeriggio, all’Istituto d’Istruzione Superiore salesiano, è letteralmente volato tra un’attività di gruppo e varie animazioni con immancabili provocazioni. In un batter d’occhio si era già fatto buio ed era ormai ora di mettere qualcosa sotto i denti. Cena al sacco a base di panini e alle 21.30 i nostri ragazzi erano già in marcia per S. Domenico, una chiesa vicino all’Istituto, per un’attività di riflessione dove ci si poteva accostare al sacramento della Riconciliazione. La mattina del giorno seguente terribile sveglia praticamente nel cuore della notte… alle 7.30. I ragazzi molto assonnati si preparano e dirigono alla palestra dell’Istituto, dove veniva fornita la colazione e si sarebbe svolta la testimonianza di due simpaticissimi frati. A metà mattina diciassettenni e diciottenni, come eroi, entrarono trionfalmente nel palazzetto con gli applausi e le urla di tutti gli adolescenti di Verona. Il resto della giornata è stata occupata dalla messa del nostro vescovo Giuseppe Zenti, da balli e da un momento conclusivo tutti assieme. Tutte e due i giorni erano incentrati sul trovare la propria strada, assumendo decisioni e le responsabilità che esse comportano. Noi ragazzi eravamo molto incoraggiati da parroci e animatori che ci spronavano ad avere coraggio e non seguire la massa come pecore. Però ci è stato fatto notare come, a volte, certe decisioni, magari le più ponderate, si rivelano sbagliate e che il tempo per cambiare c’è sempre.
GRUPPO DEGUSTATORI VILLAFRANCHESI G.MORSIANI
Quaderni, paese dalle grandi risorse creative, avvia nell’ormai lontano 1992 un gruppetto di volenterosi a diffondere la cultura del bere poco e bene: questo è l’obiettivo primario.
Le attività diventano varie: dalle uscite in visita alle cantine più vicine e più lontane: Liguria, Toscana, Umbria..., al brindisi di inaugurazione della mostra di vini durante la sagra Patronale per coinvolgere tutti e mostrare gli aspetti positivi di questo prodotto come: aggregazione, confronto, amicizie, collaborazione, ma soprattutto cultura.
Il fiore all’occhiello di questo gruppo resta però il corso di sei serate all’inizio di novembre al centro sociale di Quaderni. Quest’anno ha raggiunto la massima partecipazione superando le cento iscrizioni. Si vengono a conoscere aspetti storici, geografici e scientifici di zone vocate alla viticoltura e ai prodotti ottenuti da sapienti interventi dell’uomo. Non dimentichiamo che il vino è il prodotto che ha dato l’avvio ai miracoli di Gesù sulla terra. Lo troviamo sulla mensa Eucaristica durante la S. Messa: pane e vino.
Un grazie di cuore a Don Riccardo che ci ha sempre sostenuto nelle nostre iniziative.
Le attività diventano varie: dalle uscite in visita alle cantine più vicine e più lontane: Liguria, Toscana, Umbria..., al brindisi di inaugurazione della mostra di vini durante la sagra Patronale per coinvolgere tutti e mostrare gli aspetti positivi di questo prodotto come: aggregazione, confronto, amicizie, collaborazione, ma soprattutto cultura.
Il fiore all’occhiello di questo gruppo resta però il corso di sei serate all’inizio di novembre al centro sociale di Quaderni. Quest’anno ha raggiunto la massima partecipazione superando le cento iscrizioni. Si vengono a conoscere aspetti storici, geografici e scientifici di zone vocate alla viticoltura e ai prodotti ottenuti da sapienti interventi dell’uomo. Non dimentichiamo che il vino è il prodotto che ha dato l’avvio ai miracoli di Gesù sulla terra. Lo troviamo sulla mensa Eucaristica durante la S. Messa: pane e vino.
Un grazie di cuore a Don Riccardo che ci ha sempre sostenuto nelle nostre iniziative.
Diomira
COOPERATIVA "CORTE DEI MIRACOLI"
E’ stata recentemente aperta a Quaderni in via Mazzini 257, per volontà della sig.ra Maria Pavarina e dei suoi famigliari una Casa famiglia destinata all’accoglienza di persone in difficoltà che non possono, per una serie di ragioni, rimanere nel proprio nucleo famigliare.
La Casa famiglia è un ambiente dove si condividono fra i residenti: gli aspetti positivi e negativi che si presentano nella vita quotidiana, i tempi dello svolgersi della giornata, i problemi dei singoli della comunità, gli svaghi e il tempo libero, i controlli della salute, eventuali hobby ed altri temi più o meno importanti che coinvolgono sia i singoli che il gruppo famigliare. In sintesi la vita comunitaria si rifà e ricalca il funzionamento di una famiglia.
Il Piano Socio-sanitario definisce la Casa famiglia come “appartamenti protetti”. Il termine in sé significa che gli appartamenti, uno o più, organizzati con la presenza di operatori qualificati, possono essere destinati ad ospitare particolari persone in stato di difficoltà fisica e/o mentale.
La Casa famiglia aperta a Quaderni è costituita da tre appartamenti per gli ospiti oltre a spazi per ospitare gli operatori residenti ed un ufficio/ ambulatorio per la tenuta dei medicinali e la documentazione personale degli ospiti, l’effettuazione della terapia, i colloqui con i medici e gli operatori sociali, gli amministratori di sostegno e i colloqui con i famigliari.
E’ previsto anche un laboratorio occupazionale con attività manuali ed un orto. In questo mese abbiamo messo in funzione anche un pollaio. La gestione della Casa famiglia è curata dalla cooperativa sociale “Famiglia Felice”. La cooperativa è una Onlus e non ha finalità di lucro, è convenzionata con l’ULSS 22 di Bussolengo per gli aspetti amministrativi e per l’assistenza sanitaria specialistica affidata al Dipartimento di Salute Mentale diretto dal dott. Gerardo Bertolazzi.
Noi, operatori della cooperativa e ospiti, salutiamo con fiducia la comunità parrocchiale di Quaderni auspicando che condivida gli scopi umanitari e sociali dell’iniziativa e che, nel tempo, si possa collaborare su argomenti specifici e concreti.
La Casa famiglia è un ambiente dove si condividono fra i residenti: gli aspetti positivi e negativi che si presentano nella vita quotidiana, i tempi dello svolgersi della giornata, i problemi dei singoli della comunità, gli svaghi e il tempo libero, i controlli della salute, eventuali hobby ed altri temi più o meno importanti che coinvolgono sia i singoli che il gruppo famigliare. In sintesi la vita comunitaria si rifà e ricalca il funzionamento di una famiglia.
Il Piano Socio-sanitario definisce la Casa famiglia come “appartamenti protetti”. Il termine in sé significa che gli appartamenti, uno o più, organizzati con la presenza di operatori qualificati, possono essere destinati ad ospitare particolari persone in stato di difficoltà fisica e/o mentale.
La Casa famiglia aperta a Quaderni è costituita da tre appartamenti per gli ospiti oltre a spazi per ospitare gli operatori residenti ed un ufficio/ ambulatorio per la tenuta dei medicinali e la documentazione personale degli ospiti, l’effettuazione della terapia, i colloqui con i medici e gli operatori sociali, gli amministratori di sostegno e i colloqui con i famigliari.
E’ previsto anche un laboratorio occupazionale con attività manuali ed un orto. In questo mese abbiamo messo in funzione anche un pollaio. La gestione della Casa famiglia è curata dalla cooperativa sociale “Famiglia Felice”. La cooperativa è una Onlus e non ha finalità di lucro, è convenzionata con l’ULSS 22 di Bussolengo per gli aspetti amministrativi e per l’assistenza sanitaria specialistica affidata al Dipartimento di Salute Mentale diretto dal dott. Gerardo Bertolazzi.
Noi, operatori della cooperativa e ospiti, salutiamo con fiducia la comunità parrocchiale di Quaderni auspicando che condivida gli scopi umanitari e sociali dell’iniziativa e che, nel tempo, si possa collaborare su argomenti specifici e concreti.
Giusto Vecchiato
Presidente coop. Famiglia Felice
SINODO SULLA FAMIGLIA: VERITA' E MISERICORDIA
Si sono chiusi il 25 ottobre scorso i lavori del quattordicesimo Sinodo ordinario dei Vescovi, il secondo di un doppio evento sinodale indetto da Papa Francesco che per due anni ha portato con forza l’attenzione, la preghiera e la riflessione della Chiesa verso la famiglia.
Con questi eventi la Chiesa si è posta in ascolto dello Spirito per comprendere quale sia Il desiderio di Dio per le sue famiglie cosa essa possa fare per rispondere a questo desiderio in un tempo come il nostro. Il clamore mediatico si è focalizzato quasi solo su aspetti “scottanti”, come la Comunione ai risposati o la questione dell’omosessualità, e con toni più che altro scandalistici.
In realtà il Sinodo ha veramente lavorato cercando il cuore di Dio ed ha preso in mano la Famiglia nella sua interezza. Certamente emergono consapevolezze di una certa novità rispetto al passato. Senza pensare di essere esaurienti, tra esse io credo che si possano elencare le seguenti: la famigliari conosciuta veramente come soggetto pastorale; la ministerialità degli sposi in forza del sacramento che li costituisce; la necessità di ripensare tutta la pastorale a partire dalla famiglia; il desiderio di non lasciare nessuno fuori dall’amore di Dio e della Chiesa; il coinvolgimento di tutta la comunità; Forse però la consapevolezza più potente presente al sinodo è la necessità per la famiglia di diventare ciò che essa è nel cuore di Dio, per ché il mondo ha bisogno che essa produca il suo bene, altrimenti come le sofferenze personali, famigliari ed ecclesiali che constatia mo nel nostro tempo non potranno essere arginate?
Di fronte alla vastità di tali sofferenze i padri sinodali si sono trovati ad affrontare una apparente tensione: da una parte la necessità di rispondere alla misericordia di Dio per le famiglie e le persone che hanno vissuto un fallimento familiare, dall’altra il timore di tradire la bellezza e la verità d'amore che Dio ha posto nella famiglia.
Quali sono questi cambiamenti di prospettive? Se ne possono mettere in evidenza alcunimolto importanti: il passaggio da una verità usata solo come criterio di giudizio ad una verità intesa anche come meta bella da raggiungere, come offerta di pienezza da vivere; il passaggio da un umano visto solo nella sua negatività ad un umano bisognoso, sì, di perdono e di pienezza, ma da sempre amato e seminato del bene di Dio; il passaggio dal peccato visto come motivo di giudizio o di esclusione al peccato visto come povertà da soccorrere e fragilità da sostenere.
E ancora, per quanto riguarda la vita della Chiesa, si sta maturando il passaggio da una pastorale centrata sull’apprendimento della dottrina e sull’osservanza ad una pastorale centrata sull’incontro con il Signore e sulla crescita della comunità; E’ nella linea di questo cambiamento di prospettive, che da una parte afferma con forza e con amore la verità della famiglia come unico luogo della sua pienezza, ma non vuole usare questa verità come criterio di giudizio, e che dall’altra abbraccia le ferite, anche quelle del peccato ma non avvalla l’errore, cercando di medicare le une e di correggere l’altro, in cui si possono comprendere e comporre le tensioni e l’impegno che le assemblee sinodali, e con esse tutta la Chiesa, hanno vissuto e stanno vivendo. A fondamento di tutto questo è la consapevolezza liberata della Misericordia di Dio e dell’immensa fiducia che Dio pone nelle sue famiglie e nelle sue comunità.
La parola “misericordia” è una povera traduzione di ciò che nei testi evangelici e nella bibbia esprime letteralmente l’”amore viscerale” di Dio, “Viscere d’amore” per le quali Dio ama immensamente tutti i suoi figli, anche quelli che non lo riconoscono, anche quelli che peccano, Viscere d’amore per le quali Dio cerca i suoi figli là dove essi sono, nel loro peccato, nella loro fragilità, nel loro smarrimento, non per condannarli, ma per offrire loro il luogo della vita piena, della sua stessa vita, e per condurli pian piano verso la sua gioia, rigenerandoli nel suo perdono, correggendoli per amore, secondo il passo che essi possono fare.
Proprio per questa passione d’amore in cui Dio vuole dare tutto sé stesso, la Chiesa in Cristo è mandata ad essere essa stessa questo amore, una Chiesa della Misericordia e delle Beatitudini, che tanto ama da diventare amabile e così mostrare al mondo l’amabile volto di Dio.
Con questi eventi la Chiesa si è posta in ascolto dello Spirito per comprendere quale sia Il desiderio di Dio per le sue famiglie cosa essa possa fare per rispondere a questo desiderio in un tempo come il nostro. Il clamore mediatico si è focalizzato quasi solo su aspetti “scottanti”, come la Comunione ai risposati o la questione dell’omosessualità, e con toni più che altro scandalistici.
In realtà il Sinodo ha veramente lavorato cercando il cuore di Dio ed ha preso in mano la Famiglia nella sua interezza. Certamente emergono consapevolezze di una certa novità rispetto al passato. Senza pensare di essere esaurienti, tra esse io credo che si possano elencare le seguenti: la famigliari conosciuta veramente come soggetto pastorale; la ministerialità degli sposi in forza del sacramento che li costituisce; la necessità di ripensare tutta la pastorale a partire dalla famiglia; il desiderio di non lasciare nessuno fuori dall’amore di Dio e della Chiesa; il coinvolgimento di tutta la comunità; Forse però la consapevolezza più potente presente al sinodo è la necessità per la famiglia di diventare ciò che essa è nel cuore di Dio, per ché il mondo ha bisogno che essa produca il suo bene, altrimenti come le sofferenze personali, famigliari ed ecclesiali che constatia mo nel nostro tempo non potranno essere arginate?
Di fronte alla vastità di tali sofferenze i padri sinodali si sono trovati ad affrontare una apparente tensione: da una parte la necessità di rispondere alla misericordia di Dio per le famiglie e le persone che hanno vissuto un fallimento familiare, dall’altra il timore di tradire la bellezza e la verità d'amore che Dio ha posto nella famiglia.
Quali sono questi cambiamenti di prospettive? Se ne possono mettere in evidenza alcunimolto importanti: il passaggio da una verità usata solo come criterio di giudizio ad una verità intesa anche come meta bella da raggiungere, come offerta di pienezza da vivere; il passaggio da un umano visto solo nella sua negatività ad un umano bisognoso, sì, di perdono e di pienezza, ma da sempre amato e seminato del bene di Dio; il passaggio dal peccato visto come motivo di giudizio o di esclusione al peccato visto come povertà da soccorrere e fragilità da sostenere.
E ancora, per quanto riguarda la vita della Chiesa, si sta maturando il passaggio da una pastorale centrata sull’apprendimento della dottrina e sull’osservanza ad una pastorale centrata sull’incontro con il Signore e sulla crescita della comunità; E’ nella linea di questo cambiamento di prospettive, che da una parte afferma con forza e con amore la verità della famiglia come unico luogo della sua pienezza, ma non vuole usare questa verità come criterio di giudizio, e che dall’altra abbraccia le ferite, anche quelle del peccato ma non avvalla l’errore, cercando di medicare le une e di correggere l’altro, in cui si possono comprendere e comporre le tensioni e l’impegno che le assemblee sinodali, e con esse tutta la Chiesa, hanno vissuto e stanno vivendo. A fondamento di tutto questo è la consapevolezza liberata della Misericordia di Dio e dell’immensa fiducia che Dio pone nelle sue famiglie e nelle sue comunità.
La parola “misericordia” è una povera traduzione di ciò che nei testi evangelici e nella bibbia esprime letteralmente l’”amore viscerale” di Dio, “Viscere d’amore” per le quali Dio ama immensamente tutti i suoi figli, anche quelli che non lo riconoscono, anche quelli che peccano, Viscere d’amore per le quali Dio cerca i suoi figli là dove essi sono, nel loro peccato, nella loro fragilità, nel loro smarrimento, non per condannarli, ma per offrire loro il luogo della vita piena, della sua stessa vita, e per condurli pian piano verso la sua gioia, rigenerandoli nel suo perdono, correggendoli per amore, secondo il passo che essi possono fare.
Proprio per questa passione d’amore in cui Dio vuole dare tutto sé stesso, la Chiesa in Cristo è mandata ad essere essa stessa questo amore, una Chiesa della Misericordia e delle Beatitudini, che tanto ama da diventare amabile e così mostrare al mondo l’amabile volto di Dio.
Piergiorgio Roggero
http://sinodo2015.lanuovabq.it/
EMPORIO DELLA SOLIDARIETÀ
Dallo scorso marzo è attivo, presso l'ex stazione ferroviaria di Villafranca,
un market speciale: l’Emporio della Solidarietà. È un'iniziativa di Caritas
Verona, con il contributo del Centro servizi per il volontariato e in
collaborazione con le associazioni di assistenza e volontariato (capofila il
Giracose gestore dell'ex stazione) e cinque Comuni: Villafranca, Mozzecane,
Nogarole Rocca, Povegliano e Vigasio.
In cosa consiste? L’Emporio è un luogo in cui vengono messi a disposizione delle famiglie più bisognose generi alimentari di prima necessità. Funziona proprio come un supermercato: gli alimenti sono disposti sugli scaffali, la merce viene registrata e a fine spesa viene stampato uno scontrino. C’è una sola differenza: non circola denaro! Gli alimenti infatti hanno un valore in punti i quali vengono scalati dalla tessera della famiglia che decide di comprarli. Il totale dei punti riconosciuti varia a seconda della composizione del nucleo familiare e viene ricaricato una volta al mese. Alla fine di ogni spesa viene rilasciato uno scontrino che riporta i punti scalati, i restanti e il totale assegnato.
Possono accedere a questo servizio nuclei familiari in una condizione di reale e temporanea difficoltà e disagio familiare, lavorativo, economico e/o sociale, tale da non consentire il soddisfacimento delle necessità di base. Ogni famiglia che viene segnalata dagli assistenti sociali dei vari comuni usufruisce del servizio per un semestre, poi la loro posizione viene riveduta e si valuta se prorogare il sostegno o lasciare posto ad altri. La finalità è infatti non solo quella di permettere a chi è in situazione di crisi di raggiungere il maggior grado di autonomia e autosufficienza ma anche quella di imparare a gestire le proprie finanze e a compare solo ciò di cui si ha veramente bisogno. Infatti le persone che fanno la spesa all’Emporio non la fanno mai da sole ma sono accompagnate da dei volontari che li aiutano in questo.
Anche io e Noemi dalla scorsa primavera siamo volontarie presso l’Emporio e devo dire che tra noi e le famiglie si è creato un bel rapporto di amicizia in cui si parla di vari argomenti, si scherza con i bambini e si arriva perfino a scambiarsi ricette. Le persone che vengono a fare la spesa sono sempre felici e molto grate nei nostri confronti.
Attualmente le famiglie prese in carico sono 26 per un totale di 112 persone. Per poter permettere a tutte queste famiglie di fare la spesa, l’Emporio è aperto una mattina e un pomeriggio alla settimana. Purtroppo però ultimamente non riusciamo sempre a garantire questo servizio per la mancanza di volontari.
Altra cosa che scarseggia spesso sono i beni alimentari che, se non arrivano tramite donazioni, devono essere comprati per garantire i generi alimentari di prima necessità come pasta, riso, olio, pomodoro, legumi secchi o in scatola, tonno, latte a lunga conservazione, zucchero, farina, dadi, omogeneizzati. Fortunatamente ci sono associazioni e scuole molto sensibili che, in questi mesi, hanno organizzato delle raccolte di beni alimentari. Anche la nostra parrocchia promuoverà una raccolta di alimenti per l’Emporio dal 10 gennaio. Tutti noi parrocchiani siamo invitati a contribuire a questa raccolta portando qualche alimento che andrà così a disposizione delle famiglie più bisognose della nostra comunità e di quelle vicine a noi.
Ci sono anche altri modi per collaborare con l’Emporio come il volontariato, le donazioni e l’adozione di uno scaffale. Per tutto questo vi invito a visitare il sito http://www.emporiodivillafranca.it/ dove potrete trovare i contatti dell’Emporio .
In cosa consiste? L’Emporio è un luogo in cui vengono messi a disposizione delle famiglie più bisognose generi alimentari di prima necessità. Funziona proprio come un supermercato: gli alimenti sono disposti sugli scaffali, la merce viene registrata e a fine spesa viene stampato uno scontrino. C’è una sola differenza: non circola denaro! Gli alimenti infatti hanno un valore in punti i quali vengono scalati dalla tessera della famiglia che decide di comprarli. Il totale dei punti riconosciuti varia a seconda della composizione del nucleo familiare e viene ricaricato una volta al mese. Alla fine di ogni spesa viene rilasciato uno scontrino che riporta i punti scalati, i restanti e il totale assegnato.
Possono accedere a questo servizio nuclei familiari in una condizione di reale e temporanea difficoltà e disagio familiare, lavorativo, economico e/o sociale, tale da non consentire il soddisfacimento delle necessità di base. Ogni famiglia che viene segnalata dagli assistenti sociali dei vari comuni usufruisce del servizio per un semestre, poi la loro posizione viene riveduta e si valuta se prorogare il sostegno o lasciare posto ad altri. La finalità è infatti non solo quella di permettere a chi è in situazione di crisi di raggiungere il maggior grado di autonomia e autosufficienza ma anche quella di imparare a gestire le proprie finanze e a compare solo ciò di cui si ha veramente bisogno. Infatti le persone che fanno la spesa all’Emporio non la fanno mai da sole ma sono accompagnate da dei volontari che li aiutano in questo.
Anche io e Noemi dalla scorsa primavera siamo volontarie presso l’Emporio e devo dire che tra noi e le famiglie si è creato un bel rapporto di amicizia in cui si parla di vari argomenti, si scherza con i bambini e si arriva perfino a scambiarsi ricette. Le persone che vengono a fare la spesa sono sempre felici e molto grate nei nostri confronti.
Attualmente le famiglie prese in carico sono 26 per un totale di 112 persone. Per poter permettere a tutte queste famiglie di fare la spesa, l’Emporio è aperto una mattina e un pomeriggio alla settimana. Purtroppo però ultimamente non riusciamo sempre a garantire questo servizio per la mancanza di volontari.
Altra cosa che scarseggia spesso sono i beni alimentari che, se non arrivano tramite donazioni, devono essere comprati per garantire i generi alimentari di prima necessità come pasta, riso, olio, pomodoro, legumi secchi o in scatola, tonno, latte a lunga conservazione, zucchero, farina, dadi, omogeneizzati. Fortunatamente ci sono associazioni e scuole molto sensibili che, in questi mesi, hanno organizzato delle raccolte di beni alimentari. Anche la nostra parrocchia promuoverà una raccolta di alimenti per l’Emporio dal 10 gennaio. Tutti noi parrocchiani siamo invitati a contribuire a questa raccolta portando qualche alimento che andrà così a disposizione delle famiglie più bisognose della nostra comunità e di quelle vicine a noi.
Ci sono anche altri modi per collaborare con l’Emporio come il volontariato, le donazioni e l’adozione di uno scaffale. Per tutto questo vi invito a visitare il sito http://www.emporiodivillafranca.it/ dove potrete trovare i contatti dell’Emporio .
Marta Franchini
CLASSE 1997
Noi
ragazzi della classe del 1997 durante l'estate ci siamo impegnati, come è di
consuetudine nel nostro paese, nel
organizzare una serata per festeggiare il raggiungimento della maggiore età. La
serata in questione è stata il 28 agosto. La serata è iniziata con la
celebrazione della Santa Messa. Successivamente ci siamo spostati nel bar Erman
dove il buon Fabio ci ha preparato un sostanzioso aperitivo. Verso le ore
21.30 ci è venuto a prendere il pullman e ci ha portati alla discoteca Chiringuito
di Mantova. Abbiamo consumato la cena nel locale e poi abbiamo ballato e ci
siamo molto divertiti in compagnia. Alla chiusura del locale il pullman è
venuto a prenderci e ci ha condotti nel nostro paese. Una volta arrivati
abbiamo attaccato la poesia e distribuito i corscritti per le vie del paese.
Dopo di ciò abbiamo atteso fino alle 6,30 quando il bar Erman aprì e
abbiamo consumato un abbondante colazione, infine siamo andati a casa molto
assonnati. Noi tutti consigliamo alle classi che ci succedono di portare avanti
questa meravigliosa esperienza perché consente di riallacciare vecchie amicizie
e passare una bellissima serata in compagnia.
Classe 1997
INAUGURAZIONE DEL CAMPANILE
EL CAMPANIL RINGIOVANIDO
QUADERNI 27.09.2015
Eco ghe pasà du ani e se ricatemo ancora quà
prima la cesa adeso el campanil gavemo inaugurà
na alta inpalcadura montada e su e so i restauradori
Con passiensa e competenza i à finio i laori
Se tratava de netar via onto e sporco biso
Par ridarghe la so prima patina e un bel sorriso
Dove servea se ga giustà e rimeso dei tochi
Par far tornar l’armonia e contentar i oci
Lè sta un laoro de cipria e belletto
Par farlo tornar al suo primo aspetto
Ma ghe stà dado anca un pò de sostanza
Par farlo durar tanto anzi abastanza
Netado tuto colori rinforsi sui tufi e contorni
Un buon lavoro durado un pò de giorni
Anca el tempo na dato na man
Tegnendo lontan el temporal
Adeso se pol vardarlo en tuto el so splendore
Ghe luccica ben anca el quadrante co le so ore
de la so cesa cosi bela l’era un pò geloso
ma anca lu adeso el sa vestio da sposo
dovi saver che l’è un bel tipo
longo magro e sempre drito
quel tanto de sfronzoli che basta
e in ponta la croce su la so asta
el se da importanza de portar là in alto le campane
par far arivar la so voce al paese e alle campagne
Adeso el mondo l’è tuto cambià
No se sa par cosa la campana labia sonà
Ma na olta le notissie le arivaa così a distanti e vissini
No ghera mia tv radio internet e telefonini
par dir le novità del paese e dell’universo
na campana e par tuto un rintocco diverso
par dir eco ghe i sposi par le feste e funerali
se sente le campane che sona e par tuti uguali
e par avisar l’arivo de na tempesta
eco che la campana sonava mesta
par vedar le ore e a sentir scandir la giornada
par l’ave maria par mesogiorno par el vespro na sonada
scampanade par la fine de la guerra e la vittoria
finalmente un grazie a Dio un sospiro e un pò de baldoria
adeso l’è diventà tuto difarente
e le campane par che le serva poco o niente
e invesse par la festa par la mesa e la funsion
le ne ricorda sempre l’ora de la devossion
e i nostri campanari a le corde tacadi
ne ricorda la tradission de i nostri avi
scuseme da sti discorsi me son fato la man ciapar
ma volea dirve un pò de storia e del nostro laorar
insieme gavemo meso mestier e giusto amor
podemo dir el campanil el ne restà nel cor
un gran ringrassiamento a tuti quanti
al paroco alla commissione e tuti i abitanti
a regione comune banche ed altri enti
che de aiutarne con qualche scheo i e stà contenti
adeso in paese par sti restauri podemo ben dir
che uniti tuti insieme semo sta boni de finir
e così vardando lasssù in alto de amirar
quel che con fede i nostri padri i è sta boni de far
e così anca noialtri se pol dir de aver fato la nostra parte
par tegner da conto a Quaderni tuta questa bela arte.
QUADERNI 27.09.2015
Eco ghe pasà du ani e se ricatemo ancora quà
prima la cesa adeso el campanil gavemo inaugurà
na alta inpalcadura montada e su e so i restauradori
Con passiensa e competenza i à finio i laori
Se tratava de netar via onto e sporco biso
Par ridarghe la so prima patina e un bel sorriso
Dove servea se ga giustà e rimeso dei tochi
Par far tornar l’armonia e contentar i oci
Lè sta un laoro de cipria e belletto
Par farlo tornar al suo primo aspetto
Ma ghe stà dado anca un pò de sostanza
Par farlo durar tanto anzi abastanza
Netado tuto colori rinforsi sui tufi e contorni
Un buon lavoro durado un pò de giorni
Anca el tempo na dato na man
Tegnendo lontan el temporal
Adeso se pol vardarlo en tuto el so splendore
Ghe luccica ben anca el quadrante co le so ore
de la so cesa cosi bela l’era un pò geloso
ma anca lu adeso el sa vestio da sposo
dovi saver che l’è un bel tipo
longo magro e sempre drito
quel tanto de sfronzoli che basta
e in ponta la croce su la so asta
el se da importanza de portar là in alto le campane
par far arivar la so voce al paese e alle campagne
Adeso el mondo l’è tuto cambià
No se sa par cosa la campana labia sonà
Ma na olta le notissie le arivaa così a distanti e vissini
No ghera mia tv radio internet e telefonini
par dir le novità del paese e dell’universo
na campana e par tuto un rintocco diverso
par dir eco ghe i sposi par le feste e funerali
se sente le campane che sona e par tuti uguali
e par avisar l’arivo de na tempesta
eco che la campana sonava mesta
par vedar le ore e a sentir scandir la giornada
par l’ave maria par mesogiorno par el vespro na sonada
scampanade par la fine de la guerra e la vittoria
finalmente un grazie a Dio un sospiro e un pò de baldoria
adeso l’è diventà tuto difarente
e le campane par che le serva poco o niente
e invesse par la festa par la mesa e la funsion
le ne ricorda sempre l’ora de la devossion
e i nostri campanari a le corde tacadi
ne ricorda la tradission de i nostri avi
scuseme da sti discorsi me son fato la man ciapar
ma volea dirve un pò de storia e del nostro laorar
insieme gavemo meso mestier e giusto amor
podemo dir el campanil el ne restà nel cor
un gran ringrassiamento a tuti quanti
al paroco alla commissione e tuti i abitanti
a regione comune banche ed altri enti
che de aiutarne con qualche scheo i e stà contenti
adeso in paese par sti restauri podemo ben dir
che uniti tuti insieme semo sta boni de finir
e così vardando lasssù in alto de amirar
quel che con fede i nostri padri i è sta boni de far
e così anca noialtri se pol dir de aver fato la nostra parte
par tegner da conto a Quaderni tuta questa bela arte.
Paolo Giacomelli
DAL GRUPPO DEL LUNEDÌ
Dopo la lunga pausa estiva il
Gruppo del Lunedì riprende la propria attività.
Le finalità del Gruppo sono sempre le stesse e sempre più convinte.
Come per il recente passato, non
vogliamo privare Quaderni di alcuni appuntamenti culturali che la arricchiscano
dal punto di vista letterario, storico e musicale.
Questo proposito è irto di
difficoltà perché, come nella maggior parte dei casi, la cultura è la parente
più povera
nei bilanci di tante amministrazioni locali, compresa la nostra.
Pur coscienti delle attuali
ristrettezze amministrative, chiederemmo una maggiore attenzione per il nostro
Gruppo che, da anni e in maniera del tutto disinteressata, vuole portare un
briciolo in più di cultura nel nostro paese.
Constatata la difficoltà di
attenderci aiuti più sostanziosi dall'Amministrazione Comunale, rivolgiamo un
accorato appello agli sponsor, che già in passato ci hanno aiutato, sperando
che anche qualcun altro si aggiunga e ci dia una mano per poter offrire un
calendario ancor più ricco e qualificato.
Per mettere in campo nuove idee e
nuovo entusiasmo ci sarebbe, poi, bisogno di arricchire il Gruppo con nuovi
soci, magari giovani, che offrano nuove idee e prospettive per il futuro: li
accoglieremmo a braccia aperte.
Per venire al dunque, ecco un
elenco dei prossimi appuntamenti:
·
In data ancora da definirsi, ma sicuramente
entro la fine di novembre o i primi di dicembre, organizzeremo una serata sulla
Prima Guerra Mondiale. Lo storico Nazario Barone è riuscito a trovare i dati di
tutti i morti quadernesi. Saremo, inoltre, in grado di proiettare un raro
filmato girato nelle nostre zone nel 1918, scovato da Ugolino;
·
Sempre nell'ambito del centesimo anniversario,
proporremo una seconda serata sulla Prima Guerra Mondiale. La data è ancora da
definire;
·
Giovedì 17 dicembre lo scrittore e attore
Roberto Puliero ci proporrà la sua ultima opera: "LA POESIA DEL
BALON";
·
Il 26 dicembre proporremo in chiesa il nono
appuntamento con il "CONCERTO DI SANTO STEFANO". Arpa, violini e mezzosoprano;
·
In gennaio inoltrato tornerebbe, per recitarci
le poesie di Berto Barbarani, Roberto Puliero, accompagnato da un coro che
canterà le bellissime canzoni dei Ravazzin, tratte dalle riviste degli anni '70
e '80;
·
Non è, poi, escluso che, se trovassimo sponsor
generosi, potessimo proporre la prossima estate una commedia del gruppo
teatrale "LA BARCACCIA" nel teatrino all'aperto.
Alpidio
A RAVENNA CON I GIOVANI DELL TERZA ETÀ
Il Gruppo che cura le attività
ricreative e culturali per i giovani della terza età ha proposto la visita a
una delle più belle e singolari città italiane: Ravenna.
Ci ha accompagnato Don Pablo,
profondo conoscitore della città e studioso dei tesori in essa conservati.
Un paio di giorni prima della
partenza egli stesso ha voluto radunarci in Patronato per una anticipazione di
ciò che saremo andarti ad ammirare, deliziandoci con un excursus storico,
artistico e interpretativo dei tesori d'arte e di cultura religiosa di Ravenna.
Occorre ricordare che
questa città è stata la capitale di tre imperi: dell'impero romano d'occidente,
del regno di Teodorico re dei Goti e
dell'impero bizantino in Europa. Il suo
era uno dei due porti che ospitavano l'intera flotta militare romana.
Ravenna è un esempio unico al
mondo di quell'arte del mosaico che trovava ispirazione nella corte imperiale
di Costantinopoli e nell'iconografia dei primi secoli del cristianesimo, piena
di simboli dai significati reconditi.
Una guida competente e
disponibile ci ha accompagnato nella visita dei gioielli della città,
patrimonio dell'umanità: il mausoleo di Galla Placidia, la basilica di San
Vitale, la basilica di Sant'Apollinare Nuovo, la tomba di Dante Alighieri, il
battistero degli Ariani e il battistero Neoniano.
Tutti siamo rimasti increduli,
soprattutto, durante la visita del mausoleo che, ad un aspetto esterno modesto e
quasi insignificante contrappone un interno fantastico col quel cielo stellato
della volta e con lo splendore dei
mosaici simboleggianti la vittoria della vita sulla morte.
Lasciata la città ci siamo recati
nella vicina località di Classe dove abbiamo pranzato in un ristorante molto
accogliente e signorile, circondato da un parco da sogno.
Nel pomeriggio abbiamo visitato
con la guida di padre Pablo la più imponente e maestosa delle cattedrali di
Ravenna: Sant'Apollinare in Classe,
altro inimitabile gioiello dell'arte bizantina in Italia.
Abbiamo preso la strada del ritorno
con gli occhi ancora pieni di meraviglia e, culturalmente, molto più ricchi.
Alpidio
“MISERICORDIAE VULTUS”
L’Anno
Santo aperto l’8 dicembre da Papa Francesco vuole essere un momento forte, un
periodo propizio di rinnovo e ricucitura delle relazioni fra gli uomini e con
Dio.
Per
l’Antico Testamento il Giubileo è una periodica revisione delle relazioni che
esistono nel popolo, per riportarle in una prospettiva di giustizia e di
riconciliazione, tramite tutta una serie di disposizioni molto impegnative
quali il riposo della terra, la restituzione delle proprietà, la remissione dei
debiti, la liberazione degli schiavi.
Per
tutti c’è la possibilità di tornare “liberi”, l’ebreo torna “uomo libero” come
lo vuole Dio. Non è solo un ricordo della liberazione dall’Egitto, ma è
un’esperienza vitale per tutte le generazioni: essere tutti insieme oggetto
della misericordia di Dio.
Tutto
nasce dalla necessità di riconoscere il vero volto di Dio, “un Dio – scriveva
il cardinal Martini – che non può sopportare che quanti ha amato e liberato
diventino a loro volta oppressori”.
Papa
Francesco ha un’idea diretta della misericordia: “O siamo gente che si lascia
amare da Dio o siamo degli ipocriti!” e ancora “O ti lasci amare, accarezzare
dalla misericordia di Dio, o fai quello che vuoi secondo il tuo cuore che si
indurisce sempre di più”.
La
misericordia, nella sua logica, non è solo un atteggiamento pastorale è la
sostanza stessa del vangelo di Gesù, è il volto e l’agire di Dio e compito
della Chiesa è lasciare che si manifesti.
Nel
quadro che Papa Francesco delinea c’è un invito preciso ai sacerdoti, in particolare,
ma anche a tutti i cristiani, più volte ripetuto in vari modi: “quello che fa
lo Spirito nel cuore delle persone, i cristiani con psicologia di dottori della
legge distruggono”, “al centro della legge c’è l’amore per Dio e per il
prossimo”, “non giudicare e non condannare”. Quando non vivo l’amore di Dio dò
scandalo, non lascio vedere il suo volto.
Papa
Francesco ha ritenuto “necessario” questo anno giubilare, tutto inserito in una
visione della realtà, storia attuale, con tre problemi di fondo molto gravi:
- Necessità di riconciliazione in un tempo in cui si sta combattendo “la terza guerra mondiale a pezzi”.
- Attenzione “all’economia che uccide”.
- L’ecologia (vedi enciclica Laudato sì) che deve essere il fulcro del buon rapporto con Dio e l’uomo.
Il
Giubileo è un dono per tutti, perché tutti possano ritrovare un’occasione per
recuperare la misericordia come fondamento del legame sociale e della
solidarietà.
Dono
alla Chiesa perché recuperi il Vaticano
II, dove troviamo la base della bolla.
Nel
Vaticano II troviamo la relazione tra
Dio e l’uomo (Dei Verbum), chiamata a
diventare la base delle relazioni all’interno della Chiesa (Lumen Gentium) e della Chiesa con il
Mondo (Gaudium et Spes).
Tutti
noi cristiani possiamo essere segno di misericordia e di riconciliazione,
umana, sociale ed ecologica. Possiamo guardare con fiducia al futuro.
Tutto
deve diventare Grazia.
Pieni
di Grazia possiamo creare un mondo nuovo!
Riflessioni
guidate da don Gianpietro Fasani all’assemblea
degli operatori parrocchiali.
AL MOMENTO GIUSTO: ADORAZIONE CANTATA
Calore. Luce. Pace. Queste
tre parole mi sono venute in mente quando Marta mi ha chiesto di raccontare
come ho vissuto la veglia di preghiera a Quaderni del 16 ottobre, che ho
animato nel canto insieme ad altri amici del Gruppo Giovani Val d’Illasi,
Alberto e Anna. La proposta di Marta, inizialmente, mi ha fatta un po’
sorridere, perché da tre anni, da quando abbiamo iniziato ad organizzare e
animare le veglie di preghiera per i giovani della nostra zona, ci siamo sempre
preoccupati che chi rispondeva al nostro invito a partecipare agli incontri,
riuscisse a pregare, a vivere bene l’Incontro. Ci siamo sempre preoccupati di
essere “strumenti” per accompagnare e favorire questo evento speciale. Invece, grazie
a questa occasione, a questa “missione fuori porta”, ho capito che la prima
destinataria, la prima bisognosa di incontrare Gesù sono io, siamo noi che
riceviamo, che ci lasciamo accompagnare, noi che ci mettiamo a disposizione,
assorti nel canto, nella preghiera.
Perché di questo si tratta, di preghiera. Abbiamo detto Sì a questa proposta, e quanta
Grazia ne è derivata! Quando cantiamo, e credo ancor di più quando lo facciamo
insieme, la musica diventa un canale, un ponte diretto tra i nostri sogni, le
paure, i dubbi, il nostro cuore e quello di Dio. Sentire che le persone
presenti in chiesa, indipendentemente dall’età, pregavano con noi, pur senza
conoscere tutte le canzoni, senza nemmeno conoscere noi, è stato emozionante! Mi
ha fatta sentire a casa, in famiglia, mi ha fatta sentire parte viva e attiva
della comunità, della Chiesa. Ma soprattutto, quel sasso che ho preso dal cesto
sotto l’altare, quella pietra che tutt’ora fatico a togliere dal muro e a porre
davanti a me per farne piccola Strada, mi sta insegnando ancora quanto
necessitiamo di fermarci, di contemplare quella Luce, di lasciar fluire parole
dal cuore, non importa se in musica o nel silenzio… Mi sta insegnando quanto
abbiamo bisogno del calore di quell’abbraccio, quella luce sfavillante nel
buio, quella pace e serenità del cuore per poter percorrere questa piccola e
avventurosa Strada.
Grazie per questa preziosa opportunità!
Martina
MEETING 2015: HOPERAZIONE SPERANZA!
Domenica
primo ottobre, al Palazzetto dello sport di Verona, più di quattromila ragazzi si sono ritrovati insieme per
condividere la gioia della vita di cristiani, come ogni anno, anche noi Ado di
Quaderni ci siamo fatti sentire: un bel gruppetto è partito la mattina stessa, mentre i diciassettenni
hanno iniziato la loro avventura addirittura il sabato precedente! La giornata è iniziata, come al solito, a suon di balletti e, dopo
una breve introduzione di Don Nicola e Suor Tina, è giunto il momento della “provocazione”, uno spettacolo che introduce il tema dell’incontro. Quest’anno si
parlava di Speranza che, come si dice, “è l’ultima a morire”, o
meglio ancora “non muore mai”, che
ci è sempre accanto ma che spesso siamo noi a non vedere.
Grazie a molti gesti che ci sono stati proposti, al meraviglioso lavorar del
gruppo teatrale e alle profonde parole del nostro vescovo, presente con noi per
celebrare la Messa, siamo tornati a casa con un cuore davvero colmo di
speranza, negli altri, nel futuro, nella vita, in Dio, ed anche pieno di
felicità ed allegria, grazie alla successiva festa, un finale
davvero da s-ballo per questo meeting! Per me è stata
un’esperienza straordinaria ritrovare così tanti ragazzi uniti in un clima di gioia e felicità e spero che questa mia testimonianza porti, a quanti
di voi stanno attraversando un momento difficile, la forza per cercare questa
Speranza che, sebbene si nasconda, a volte, durante i periodi più bui della vita, non ci abbandona mai.
Sofia
Lonardi
16 settembre 2015
ARRIVEDERCI QUADERNI
Arrivederci
Quaderni!
Aspettavo che non arrivasse mai
il giorno del saluto. Forse la tristezza di lasciare Quaderni si è mitigata con
la festa delle Contrade, soprattutto per l’impegno di non annacquare una
giornata così con qualche groppo nella gola.
In ogni missione ho ricevuto 100
volte di più di quanto ho potuto dare. Pure a Quaderni è accaduto così.
Cominciando dal luogo: aspettavo da tempo di trovare un posto dove si vive al
ritmo della Creazione e dove il senso delle Feste Cristiane viene dato dal
calendario, facendo partecipe la Natura, primo luogo della Rivelazione Divina,
nel mistero della Redenzione. Così, il mio primo Natale in mezzo a voi, fu
capire perché Cristo è il Sole di Giustizia che nasce dall’alto. Quelle
giornate buie e nebbiose cullavano al sole che cominciava la sua corsa
ascendente, paragonandolo dalla Tradizione Cristiana alla nascita del Messia.
Fu poi vivere
la Pasqua in mezzo ai prati risvegliati dall’inverno e soprattutto con i peschi
in fiore. Loro cantano meglio di nessuna voce la Vittoria di Cristo sul peccato
e sulla morte. Attraverso il dono della Fede cercavo di dare voce alle creature
e vedevo che in quella sinfonia si associava tutto il creato che mi veniva
incontro nei dintorni.
Alle persone che formano la
comunità devo ringraziare la accoglienza e la testimonianza di Chiesa. Ho
capito cosa rappresenta la Chiesa in un paese cristiano, qual’è la sua missione
e cosa significa. Perciò, dire che è la
Casa Paterna non è un eufemismo: ogni domenica ci si ritrova in famiglia per
condividere il Pane della Parola e il Pane Vivo disceso dal Cielo. In ogni
occasione, bella o triste, le campane, vere “voci di Dio”, chiamano ai figli a
condividere sia la festa che il lutto. Fu in una occasione particolarmente
difficile per Quaderni quando comincio a pensare che Dio mi chiamava per
restare in mezzo a voi. Si rumoreggiava già la possibilità di dover fare a meno
di un sacerdote che seguisse la comunità. Vedendo la gente accudire in Chiesa,
avevo capito che era è per tutti un punto di riferimento essenziale. Il “colpo
di grazia” è venuto da Papa Francesco quando, nella sua prima Pasqua come
successore di Pietro disse “che tristezza vedere il giorno di Pasqua chiese
chiuse”. Da allora le strade si appianarono e così ho trascorso non solo Natale
e Pasqua ma tutto un anno in cui ho confermato quello che avevo intuito fin
dall’inizio.
Non posso lasciare di
testimoniare la mia gratitudine per don Riccardo e Mariella. Il suo esempio
sacerdotale, la sua dedizione totale alla comunità mi edifica e stimola a
seguire il mio impegno e mi fa vedere in maniera concreta cosa è un discepolo
di Cristo. La presenza di Mariella accompagnando la vita della parrocchia,
aggiungendo quello che solo con un cuore materno si può aggiungere perché le
cose vadano nel miglior modo mi spingeva sempre a tornare e a non voler andare
via. Che bei momenti vissuti dopo le funzioni, quando sapendo che si aveva
fatto da parte di tutti (coro, ministranti ecc…) il meglio per la Gloria di Dio
si festeggiava come a casa! Che bell’aria di famiglia!
Ecco la Chiesa, presenza di Dio
in mezzo al suo popolo. Capisco, e con il dolore di lasciarvi cosa ci chiede
Gesù quando ci invita a pregare che il Padre mandi operari alla sua messe
perché è vasta…
Arrivederci Quaderni! Pregate
per me, pregherò SEMPRE per voi!
Don
Pablo Zambruno
14 settembre 2015
TORNEO DELLE CONTRADE 2015
A commento del torneo delle contrade 2015 abbiamo scelto di riportare
gli interventi fatti dalle madrine proprio in apertura dei giochi; essi
chiariscono ancora una volta il valore e le intenzioni profonde di questo
momento comunitario:
"Vorremmo che il torneo delle contrade, oltre che per la sua
valenza ludica e sportiva, assumesse un'importante valenza sociale.
Desideriamo che sia occasione di incontro e non di scontro, un modo per stare
insieme, parlarsi, unire le famiglie, conoscere i nuovi arrivati nel nostro
paese e stringere nuove amicizie. Viviamo in un tempo che, putroppo, tende ad
isolarci, a farci vivere la nostra vita come se gli altri non esistessero, o
comunque restassero ai margini, senza la possibilità di un incontro vero e
sincero. Vorremmo che fossimo più disposti ad aiutarci e a farci aiutare,
facendo nostra una cultura di reciprocità, di confronto sereno delle
idee, per arricchirci reciprocamente. Speriamo che il torneo delle contrade
2015 possa essere veramente una festa di tutto il paese, di tutti i quadernesi
vecchi e nuovi e che alla conclusione di questi due giorni di competizioni ci
ritroviamo tutti un po' più disponibili, generosi, sportivi nel vero senso della
parola.
Riteniamo molto importante spiegare perché abbiamo scelto Francesca
Porcellato quale madrina del torneo 2015. L'abbiamo voluta perché lei è un
esempio vivente di quanto la vita sia nelle nostre mani, di quanto noi possiamo
modellearla con la nostra forza di volontà anche contro le avversità della
vita. L'abbiamo voluta perché è un esempio vivente di cosa deve essere lo
sport, di come esso possa formare la nostra personalità, proiettandola nella
competizione non solo verso gli avversari ma, soprattutto, verso noi stessi,
non accontentadoci mai dei traguardi raggiunti e guardando sempre più in là,
verso mete ancora più ambiziose e gratificanti."
Gruppo Organizzativo Contrade
2 settembre 2015
CAMPO C-19 LORETO-ASSISI
Quest’estate
io e Marta abbiamo partecipato al campo Saf dedicato ai diciannovenni. Insieme
a noi c’erano diversi ragazzi
di altre parrocchie della diocesi, un team di cuochi, Don Alessandro e Don
Nicola di casa Serena. Il campo è
durato una settima durante la quale abbiamo fatto un
pellegrinaggio da Loreto ad Assisi. Ogni mattina percorrevamo un tratto di
strada con l’autobus poi
continuavamo il percorso a piedi per 10/15 km fino a quando non arrivavamo in
qualche convento o monastero dove venivamo ospitati per la notte.
Durante la settimana ci ha guidato il racconto
biblico dell’arrivo degli Ebrei
alla Terra Promessa che abbiamo paragonato al nostro pellegrinaggio che aveva
come meta la città di Assisi; inoltre le figure che ci hanno guidato e di cui abbiamo
conosciuto la storia sono stati San Francesco e Santa Chiara.
Abbiamo
fatto diverse attività come: lavori di gruppo con gli animatori, momenti di deserto,
condivisione a coppie o in piccoli gruppi. Inoltre una sera siamo andati a
vedere uno spettacolo teatrale incentrato sulla vita di Santa Chiara e abbiamo
visitato le Chiese più significative di Assisi.
É stata un’ esperienza nuova e molto bella perché abbiamo avuto la possibilità di metterci in gioco
al 100%, abbiamo conosciuto persone nuove e abbiamo potuto riflettere su alcuni
temi importanti e profondi. Una delle cose più belle è stata lo spirito con il quale abbiamo
vissuto il campo: era come se fossimo tutti una grande famiglia, sempre insieme
e con la voglia di scoprire e scoprirsi sempre di più.
Queste esperienze sono arricchenti sia dal
punto di vista della Fede ma anche per la crescita personale di ognuno, per
questo invito tutti gli adolescenti e i giovani a provarle.
Noemi Meneghelli
29 agosto 2015
CAMPO SAF PLUS ROMA 2015
Cari lettori,
vi consiglio di dedicarmi 5minuti (non uno di più!)
per leggere con attenzione quanto segue…prometto che ad articolo finito vi
ritroverete un bel sorriso stampato in volto!
Il giorno dopo Ferragosto Giulia, Gianluca, il nostro
fantastico animatore Andrea ed io, insieme ad altri 80 ragazzi della diocesi
siamo partiti alla volta di Roma “Cercando ancora…il GRANDE AMORE”. Questo era proprio
il tema del campo Saf (Settimana Azione Formazione) dedicato a noi diciasettenni.
È stata una settimana davvero intensa e piena di emozioni forti, dove abbiamo
saputo metterci in gioco con coraggio e amore.
Ad accompagnare il nostro cammino di scoperta c’erano, oltre agli
animatori, due preti giovani dal fare simpatico ed accattivante: Don Nicola e
Don Emmanuele, una suora ed una famiglia.
La settimana si articolava in tematiche giornaliere
che approfondivano giorno per giorno le varie sfaccettature dell’Amore…con la A
maiuscola.
Lunedì_
“Amare è…avere fiducia”
Abbiamo riflettuto su questa parola che è presente
nella nostra quotidianità con video, commenti e preghiere. Nel pomeriggio durante
la visita in S. Pietro abbiamo avuto l’opportunità di confermare la nostra Fede
recitando il Credo sulla tomba di San Pietro, colui che si è fidato pienamente
delle parole di Gesù.
Martedì_
“Amare è farsi prossimo”
L’Amore più vero è desiderare il bene dell’altro e in
questa giornata l’abbiamo sperimentato sul campo “sporcandoci le mani”. Infatti
siamo stati accompagnati a fare servizio in due delle mense per i poveri più
grandi della Capitale: non abbiamo solo servito il pasto ma abbiamo anche
potuto dedicare loro qualche minuto chiacchierando e calandoci nella loro
realtà. È stato proprio grazie a questo pasto insolito e condiviso, che ho
visto uno dei sorrisi più belli di sempre: quello di una signora che, senza
tante parole, povera di beni, ma certamente ricca di spirito, mi ha ringraziata
per ciò che stavamo facendo.
Mercoledì_ “Amare
è 1+1=3”
Questo è stato il giorno dedicato alla famiglia ed al
rapporto di coppia. Nello specifico la coppia intesa come unione di uomo e
donna che scelgono di mettere al centro del loro amore Dio e che percorrono la loro
vita confidando sempre nell’aiuto del Signore. Testimoni di questo tipo di
famiglia sono stati Cesare e Luciana, la famiglia che ci ha accompagnato durante
il campo insieme a Raffaele, il loro terzo figlio. Parlando di rapporto di
coppia si sono approfonditi anche temi attuali, tra cui rapporti
prematrimoniali, aborto, fecondazione artificiale: tematiche su cui oggi la
Chiesa e la società si trovano in disaccordo.
L’evento clou del mercoledì è stato quando, vestiti in
abiti anni ’50, abbiamo fatto la sfilata in Piazza di Spagna come dei veri divi
d’un tempo immortalati da numerosi flash dei turisti. Eravamo tutti bellissimi
e felici!!!
Giovedì_
“Amare…è un Amore più grande?”
Questo è stato il giorno del DESERTO e di riflessione
personale, un momento in cui non devi portare con te tante cose ma solo
l’Essenziale per vivere. È il tempo e lo spazio dove Dio ti cerca per cambiare
il tuo cuore. Dopo questo momento importante e profondo, nel pomeriggio, siamo
andati al mare ad Ostia dove ci siamo rilassati in spiaggia. Per concludere la
giornata c’è stata la Messa in riva al mare, con il tramonto a destra e la luna
e le stelle a sinistra: un’atmosfera unica.
Venerdì_ “Amare
è…perdersi nell’amore”
In questa giornata abbiamo visitato Roma in lungo e in
largo, camminando tanto e visitando i luoghi più famosi alla scoperta dei Santi
e dei Martiri che hanno trascorso la loro esistenza proprio in questa
meravigliosa città.
Sabato_ “Amare…è
dare tutto”
Abbiamo avuto la testimonianza di una persona che ha
scelto di dare la propria vita al Signore: Suor Pierina, una suora orsolina
veronese. Dopo averci raccontato la sua storia davvero affascinante e
coinvolgente, ci ha detto: “Non fatevi mai togliere la speranza di diventare
migliori!” una frase che colpisce.
Domenica_
“Amare…è perché non io?!”
Abbiamo avuto la possibilità di partecipare
all’Angelus di Papa Francesco. E’ stata la ciliegina sulla torta per un
camposcuola già frizzante di suo!
Don Nicola, il primo giorno, disse che questo campo
cambia molti ragazzi e per noi è stato davvero così. Eravamo tristi all’idea
che sarebbe finito, ma allo stesso tempo eravamo pieni di gioia e felicità per
aver vissuto una bellissima settimana piena di emozioni e per aver conosciuto
un sacco di nuovi amici.
La canzone del campo che ci
ha accompagnato durante le nostre giornte è stata Voglio Coraggio dei The Sun.
Vi regalo alcune parole con l’augurio che possano suscitare in voi la stessa
grinta che hanno trasmesso a noi:
“E’ adesso il momento di dare il meglio
A viso aperto
Questo è coraggio
Buttarsi anche se c’è il vuoto
Io credo in Te e cambio il mondo!”
Con la speranza di avervi strappato un sorriso,
consigliamo di cuore ai futuri adolescenti diciasettenni di vivere il Saf a
Roma, perché è semplicemente unico!!!
Gaia
Morari
22 agosto 2015
RELAZIONE RESTAURO
Si sono ultimati i lavori di restauro del campanile con lo smontaggio del ponteggio ed è ora possibile vedere i risultati del lavoro.
Il restauro si è presentato più complesso del previsto in
quanto molti rilievi architettonici in tufo e cornici varie erano molto fragili
e vicini al collasso.
Alcune parti risultavano fragili e prossime al distacco dalla parete con grave pericolo per eventuali cadute sugli edifici sottostanti.
Era presente inoltre una patina di creste nere e muffe che ricopriva il materiale originario senza far vedere il sottostante tufo e
finitura.
Il progetto già prevedeva il restauro ed eventuale
sostituzioni di alcune parti, da un esame più ravvicinato si è constatato una
diffusa ed accentuata fase di degrado con molti distacchi in corso.
Si è valutato il da
farsi, prima con gli addetti ai lavori, poi con il parroco e la commissione
economica vedendo soluzioni, benefici e costi.
La scelta intrapresa ha privilegiato la qualità e la
sicurezza del lavoro ed anche la valutazione e volontà di poter restituire al monumento la sua integrale
qualità ed armonia fatta di parti che si integrano e completano l’una con
l’altra
In particolare si è deciso di mantenere le parti di
intonaco che non presentavano problemi.
Solo con la pulitura adeguata e con uno strato protettivo
si è lasciato questo materiale, eseguito
molto bene con malta di calce e granulometria di inerti color tufo, che erano
,anche dal punto di vista cromatico, in buone condizioni.
Le problematiche presenti nelle parti scolpite ed
aggettanti del campanile sono dovute alla
fragilità del tufo sottoposto al degrado causato dal tempo e dall'azione atmosferica di
sole, acqua piovana e del gelo.
Per questo le operazioni svolte sono state di
consolidamento statico delle parti sporgenti con perni ed ancoraggi alla struttura
sottostante sia per le parti restaurate sia per le parti sostituite.
Particolare cura è stata fatta per i vari particolari,
specialmente nella balaustra della cella campanaria, sui contorni e cornici
perimetrali e ornamenti.
Sono stati ripristinate ed in parte risagomate le cornici
ed i marcapiani che caratterizzano i prospetti del campanile .
Si è ricolorato il quadrante dell’orologio, ravvivando il
colore di fondo, sempre bianco, e ricolorando le cifre e le lancette con gli
stessi colori precedenti.
Nella parte
sommitale le anfore erano in discrete
condizioni e solo con un’accurata
pulizia e qualche sigillatura sono tornate in buono stato anche estetico.
La parte alta e la cuspide si presentavano in buono stato
di conservazione.
La croce terminale è stata ridipinta e verificata nel suo
ancoraggio.
E’ stata ripristinata e ricollegata la linea elettrica antipiccione esistente con alcuni
lavori di manutenzione e pulizia.
Si ritiene di aver operato al meglio, il tempo sarà la
verifica di tutto questo, chi ha lavorato ha dimostrato passione e capacità e
si è sempre collaborato con il parroco e la commissione affari economici con
frequenti sopralluoghi.
Ora con il campanile libero dal ponteggio si può ammirare
questo bel monumento come se il tempo non fosse passato e ci trovassimo nel
momento della sua prima inaugurazione ed ascoltare e vedere le campane nella
rinnovata cornice.
Ringraziando tutti per la collaborazione
Paolo Giacomelli (architetto del restauro)
6 agosto 2015
GREST 2015
Come ogni anno, nel mese di Luglio, la Parrocchia di Quaderni organizza il Grest estivo coinvolgendo tutti i bambini, dai più piccoli ai più grandi.
Questa avventura, iniziata nel mese di Febbraio con la scelta della storia:"La spada nella roccia", ha reso partecipi noi animatori, molti dei quali alla loro prima esperienza.
Il fine del tema, non del tutto casuale, era quello di insegnare ai bambini a sfruttare al meglio i propri talenti e le proprie doti, utilizzando la mente e l'intelligenza.
Le attività mattutine trascorse con musica, canti, giochi, balli di gruppo, preghiere, laboratori, insieme ad una buona dose di risate, avevano infatti lo scopo di dar frutto alle capacità dei bimbi.
Anche per noi animatori, in particolare per i più giovani è stato un mese di crescita. Alla conclusione del Grest ti accorgi infatti di come tutti i sacrifici siano stati ripagati con i sorrisi e gli abbracci dei bambini, ma la scoperta più bella fra le tante è stata che "se un bambino ti prende per mano significa che ha già deciso di fidarsi di te."
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