L’Anno
Santo aperto l’8 dicembre da Papa Francesco vuole essere un momento forte, un
periodo propizio di rinnovo e ricucitura delle relazioni fra gli uomini e con
Dio.
Per
l’Antico Testamento il Giubileo è una periodica revisione delle relazioni che
esistono nel popolo, per riportarle in una prospettiva di giustizia e di
riconciliazione, tramite tutta una serie di disposizioni molto impegnative
quali il riposo della terra, la restituzione delle proprietà, la remissione dei
debiti, la liberazione degli schiavi.
Per
tutti c’è la possibilità di tornare “liberi”, l’ebreo torna “uomo libero” come
lo vuole Dio. Non è solo un ricordo della liberazione dall’Egitto, ma è
un’esperienza vitale per tutte le generazioni: essere tutti insieme oggetto
della misericordia di Dio.
Tutto
nasce dalla necessità di riconoscere il vero volto di Dio, “un Dio – scriveva
il cardinal Martini – che non può sopportare che quanti ha amato e liberato
diventino a loro volta oppressori”.
Papa
Francesco ha un’idea diretta della misericordia: “O siamo gente che si lascia
amare da Dio o siamo degli ipocriti!” e ancora “O ti lasci amare, accarezzare
dalla misericordia di Dio, o fai quello che vuoi secondo il tuo cuore che si
indurisce sempre di più”.
La
misericordia, nella sua logica, non è solo un atteggiamento pastorale è la
sostanza stessa del vangelo di Gesù, è il volto e l’agire di Dio e compito
della Chiesa è lasciare che si manifesti.
Nel
quadro che Papa Francesco delinea c’è un invito preciso ai sacerdoti, in particolare,
ma anche a tutti i cristiani, più volte ripetuto in vari modi: “quello che fa
lo Spirito nel cuore delle persone, i cristiani con psicologia di dottori della
legge distruggono”, “al centro della legge c’è l’amore per Dio e per il
prossimo”, “non giudicare e non condannare”. Quando non vivo l’amore di Dio dò
scandalo, non lascio vedere il suo volto.
Papa
Francesco ha ritenuto “necessario” questo anno giubilare, tutto inserito in una
visione della realtà, storia attuale, con tre problemi di fondo molto gravi:
- Necessità di riconciliazione in un tempo in cui si sta combattendo “la terza guerra mondiale a pezzi”.
- Attenzione “all’economia che uccide”.
- L’ecologia (vedi enciclica Laudato sì) che deve essere il fulcro del buon rapporto con Dio e l’uomo.
Il
Giubileo è un dono per tutti, perché tutti possano ritrovare un’occasione per
recuperare la misericordia come fondamento del legame sociale e della
solidarietà.
Dono
alla Chiesa perché recuperi il Vaticano
II, dove troviamo la base della bolla.
Nel
Vaticano II troviamo la relazione tra
Dio e l’uomo (Dei Verbum), chiamata a
diventare la base delle relazioni all’interno della Chiesa (Lumen Gentium) e della Chiesa con il
Mondo (Gaudium et Spes).
Tutti
noi cristiani possiamo essere segno di misericordia e di riconciliazione,
umana, sociale ed ecologica. Possiamo guardare con fiducia al futuro.
Tutto
deve diventare Grazia.
Pieni
di Grazia possiamo creare un mondo nuovo!
Riflessioni
guidate da don Gianpietro Fasani all’assemblea
degli operatori parrocchiali.
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