Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

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21 dicembre 2015

SINODO SULLA FAMIGLIA: VERITA' E MISERICORDIA

Si sono chiusi il 25 ottobre scorso i lavori del quattordicesimo Sinodo ordinario dei Vescovi, il secondo di  un doppio evento sinodale indetto da Papa Francesco che per due anni ha portato con forza l’attenzione, la preghiera e la riflessione della Chiesa verso la famiglia.
Con questi eventi la Chiesa si è posta in ascolto dello Spirito per comprendere quale sia Il desiderio di Dio  per le sue famiglie cosa essa possa fare per rispondere a questo desiderio in un tempo come il nostro.  Il clamore mediatico si è focalizzato quasi solo su aspetti “scottanti”, come la Comunione ai risposati o la  questione dell’omosessualità, e con toni più che altro scandalistici.
In realtà il Sinodo ha veramente lavorato cercando il cuore di Dio ed ha preso in mano la Famiglia nella  sua interezza. Certamente emergono consapevolezze di una certa novità rispetto al passato. Senza pensare di essere esaurienti, tra esse io credo che si possano elencare le seguenti: la famigliari conosciuta veramente come soggetto pastorale; la ministerialità degli sposi in forza del sacramento che  li costituisce; la necessità di ripensare tutta la pastorale a partire dalla famiglia; il desiderio di non lasciare  nessuno fuori dall’amore di Dio e della Chiesa; il coinvolgimento di tutta la comunità; Forse però la consapevolezza più potente presente al sinodo è la necessità per la famiglia di diventare ciò che essa è nel cuore di Dio, per ché il mondo ha bisogno che essa produca il suo bene, altrimenti come le sofferenze personali, famigliari ed ecclesiali che constatia mo nel nostro tempo non potranno essere arginate?
Di fronte alla vastità di tali sofferenze i padri sinodali si sono trovati ad affrontare una apparente tensione: da una parte la necessità di rispondere alla misericordia di Dio per le famiglie e le persone che hanno vissuto un fallimento familiare, dall’altra il timore di tradire la bellezza e la verità d'amore che Dio ha posto nella famiglia.
Quali sono questi cambiamenti di prospettive? Se ne possono mettere in evidenza alcunimolto importanti: il passaggio da una verità usata solo come criterio di giudizio ad una verità intesa anche come meta bella da raggiungere, come offerta di pienezza da vivere; il passaggio da un umano visto solo nella sua negatività ad un umano bisognoso, sì, di perdono e di pienezza, ma da sempre amato e seminato del bene di Dio; il passaggio dal peccato visto come motivo di giudizio o di esclusione al peccato visto come povertà da soccorrere e fragilità da sostenere.
E ancora, per quanto riguarda la vita della Chiesa, si sta maturando il passaggio da una pastorale centrata sull’apprendimento della dottrina e sull’osservanza ad una pastorale centrata sull’incontro con il Signore e sulla crescita della comunità; E’ nella linea di questo cambiamento di prospettive, che da una parte afferma con forza e con amore la verità della famiglia come unico luogo della sua pienezza, ma non vuole usare questa verità come criterio di giudizio, e che dall’altra abbraccia le ferite, anche quelle del peccato ma non avvalla l’errore, cercando di medicare le une e di correggere l’altro, in cui si possono comprendere e comporre le tensioni e l’impegno che le assemblee sinodali, e con esse tutta la Chiesa, hanno vissuto e stanno vivendo. A fondamento di tutto questo è la consapevolezza liberata della Misericordia di Dio e dell’immensa fiducia che Dio pone nelle sue famiglie e nelle sue comunità.
La parola “misericordia” è una povera traduzione di ciò che nei testi evangelici e nella bibbia esprime letteralmente l’”amore viscerale” di Dio, “Viscere d’amore” per le quali Dio ama immensamente tutti i suoi figli, anche quelli che non lo riconoscono, anche quelli che peccano, Viscere d’amore per le quali Dio cerca i suoi figli là dove essi sono, nel loro peccato, nella loro fragilità, nel loro smarrimento, non per condannarli, ma per offrire loro il luogo della vita piena, della sua stessa vita, e per condurli pian piano verso la sua gioia, rigenerandoli nel suo perdono, correggendoli per amore, secondo il passo che essi possono fare.
Proprio per questa passione d’amore in cui Dio vuole dare tutto sé stesso, la Chiesa in Cristo è mandata ad essere essa stessa questo amore, una Chiesa della Misericordia e delle Beatitudini, che tanto ama da diventare amabile e così mostrare al mondo l’amabile volto di Dio.

Piergiorgio Roggero


http://sinodo2015.lanuovabq.it/

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