Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

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9 gennaio 2017

GIUBILEO DELLE CORALI: QUADERNI, IL GRUPPO PARROCCHIALE PIU’ NUMEROSO DELL’EVENTO

Era marzo del 2016 quando, navigando su uno dei più famosi social network, vidi la locandina pubblicitaria del Giubileo delle Corali: si teneva dal 21 al 23 ottobre 2016 a Roma.
Senza perder tempo corsi subito da don Riccardo, il quale, senza batter ciglio, accolse la mia proposta e mi disse di partire con l’organizzazione e la raccolta delle iscrizioni. Anche i coristi si dimostrarono subito entusiasti. Ecco come iniziò questa esperienza!
Visto che comunque si parlava di canto liturgico, abbiamo ritenuto opportuno proporre questa 3 giorni a tutti, anche a chi non faceva parte del Coro in quanto l’animazione liturgica coinvolge tutti e non solo i coristi. Quindi, del nostro paese, siamo partiti in 48: il gruppo parrocchiale più numeroso iscritto a questo Giubileo.
L’arrivo a Roma la mattina presto ci ha permesso di vedere l’imponente Basilica di San Pietro in un contesto inusuale, senza la confusione delle ore di punta. Questa prima giornata è stata esclusivamente formativa. Siamo stati accolti da don Marco Frisina, Direttore del Coro Diocesano di Roma e autore di molti canti che vengono utilizzati nelle celebrazioni anche dalla nostra corale. Questa formazione si è divisa in quattro fasi, rappresentata ognuna da un relatore. Il primo è stato Mons. Massimo Palombella, Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina (un coro polifonico che segue tutte le celebrazioni del Papa, formato da 20 cantori adulti e 35 voci bianche) sul tema “Tradizione e riforma della musica liturgica”. Il secondo è stato Mons. Guido Marini, Maestro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, che ci ha parlato del ruolo del Coro nelle celebrazioni liturgiche. Illuminante è stato il suo intervento finale: “sarebbe riduttivo immaginare la bellezza e la gioia come un semplice prodotto di un impegno umano. La bellezza e la gioia di cui si parla sono anzitutto un dono che viene dall’Alto. Ciò che vale per la Liturgia in genere, vale allo stesso modo anche per il canto liturgico…e in questo voi uomini e donne delle scholae cantorum siete chiamati ad essere i veri protagonisti.”. Questo ci ha fatto molto riflettere anche sul fatto che il servizio del canto liturgico non va certamente improvvisato, ma va studiato e preparato al meglio delle nostre possibilità, impegno che stiamo cercando di mantenere con tutte le nostre forze a disposizione. La terza relazione è stata tenuta da Mons. Vicenzo De Gregorio,  Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra, il quale ci ha fatti riflettere sulla musica per la Liturgia e quindi sui criteri per la scelta dei canti nelle Celebrazioni. L’ultima parte è stata conclusa invece da P. Marko Ivan Rupnik, artista e teologo, sul tema “La Musica come contemplazione della bellezza di Dio”. E’ riuscito a farci capire come il canto liturgico possa veramente diventare l’arte che avvicina il fedele all’Eucarestia stessa. Il suo intervento ci ha aiutato molto anche per rafforzare la nostra convinzione che il canto deve essere sempre curato sia tecnicamente che vocalmente perché diventa importante e parte integrante della celebrazione nel momento in cui riesce a coinvolgere ciascuno di noi emotivamente, partendo dal proprio cuore.
Al sabato mattina abbiamo partecipato all’Udienza Giubilare con Papa Francesco: è stata una grande emozione vederlo a pochi metri di distanza, visto che eravamo in prima fila.
Dopo aver pranzato nei dintorni del Vaticano e aver visitato i Musei Vaticani con la Cappella Sistina, il pomeriggio siamo rientrati in Aula Paolo VI per un grande Concerto diretto da Mons. Marco Frisina nel quale hanno cantato circa 300 cantori, più 180 voci bianche, il tutto accompagnato da un’orchestra formata da circa un centinaio di elementi. Questo concerto è stato tanto emozionante quanto spiritualmente elevato. Eravamo un tutt’uno con la musica e, per i canti che sapevamo, ci siamo sentiti parte attiva ed integrante con tutti gli altri coristi. Quelle note e quella musica credo saranno difficili da dimenticare grazie anche alla cornice e al contesto nel quale le abbiamo vissute. Tra l’altro era proprio il 22 ottobre, giorno in cui la Chiesa ricorda San Giovanni Paolo II. E’ per questo che Mons. Marco Frisina ha invitato sul palcoscenico anche il Cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario privato di Papa Giovanni Paolo II. La sua voce che, chiudendo gli occhi, assomigliava tantissimo a quella di Papa Wojtyla ci è rimasta impressa nei cuori così come i numerosi elogi che ha rivolto a Mons. Frisina, anch’egli molto vicino al Papa.
La giornata di domenica è trascorsa altrettanto intensamente tra il pellegrinaggio verso la Porta Santa, la S. Messa in San Pietro e l’Angelus. Per il pranzo abbiamo vissuto un vivace momento conviviale durante il quale abbiamo mangiato qualche buon piatto della cucina tradizionale romana. Siamo quindi ripartiti alla volta di casa, stanchi, qualcuno ammalato, ma arricchiti di un’esperienza che rimarrà impressa per sempre nel cuore di ogni partecipante.
Questa vuole essere anche un’occasione per ringraziare, a nome mio e della nostra Parrocchia, ogni persona che ha accettato di partecipare a questa sfida, che si è messa in gioco senza tanti se e ma. Inoltre, alla luce dell’importanza del nostro servizio nelle Liturgie e di quella bellezza che sempre dobbiamo mantenere alta e curare sempre di più, ci sentiamo anche in dovere di invitare qualsiasi persona che abbia voglia di mettersi in gioco a cantare nel nostro Coro Parrocchiale. Non è richiesto nessun requisito particolare se non un minimo di intonazione e tanta voglia di mettersi a disposizione della nostra Comunità e soprattutto delle nostre liturgie.
                                                                                             
Federico Cordioli

La prima foto scattata al nostro Coro, appena arrivati in S. Pietro direttamente da…Quaderni!

Il nostro gruppo, quasi al completo

L’alba a S. Pietro: un’immagine solo per…mattinieri come noi!

I pochissimi metri che ci distanziavano da Papa Francesco all’Udienza Giubilare

Un’immagine del Concerto in Aula Paolo VI

E ora alcuni commenti dei partecipanti:

Quando sono entrata nella sala Nervi, il concerto stava per iniziare, ho provato quasi un senso di smarrimento nel vedere tutto il palcoscenico pieno di cantori con l’orchestra, un’immensità di persone sedute. A inizio concerto ero come in una bolla tanto mi sentivo coinvolta e mi sentivo felice, piena di gioia. Quando i bambini hanno cantato Paradiso ho avuto proprio la sensazione di essere in Paradiso.                                                                                         
Vanda


“Il canto deve essere servizio alla lode di Dio, alla Chiesa e alla nostra comunità senza vanità e superbia, sapendo che deve essere un dovere d’Amore verso Dio e i Fratelli, ringraziandolo sempre del dono che abbiamo ricevuto gratis, senza vantarsi mai! Siate appassionati di Cristo e della Chiesa e anche dell’Assemblea che dobbiamo condurre all’incontro con il Signore” (Rupnik). Allora accorrete gente, accorrete! Ricordiamoci che servire col cuore è bellissimo. Come ha detto Mons. Marini in sala Nervi: “E’ l’anticipo della Liturgia Celeste!”. E’ stata un’esperienza unica.                  
Ester


Non è stata una gita ma un pieno di emozioni che ci ha riempito il cuore di gioia nel vedere un mare di persone piangere davanti a un concerto di 600 artisti. Alzarci alle 5 per fare la fila e vedere il Papa da vicino è una cosa irripetibile perché quello sguardo, che fissa gli occhi di ciascuno, ti prende il cuore.
                                                                                                          Lina


Tra le tantissime cose interessanti e stimolanti che sono state dette al convegno, una frase in particolare mi è rimasta impressa, forse perché mi coinvolge direttamente come Ministro straordinario della Comunione, detta da Padre Rupnik, parlando delle celebrazioni eucaristiche, frase che non avevo mai sentito o interiorizzato: “Ogni volta che facciamo la Comunione non è Gesù che scende verso di noi, ma siamo noi che ci eleviamo verso di Lui per incontrarlo alla sua tavola. Beati gli invitati alla mensa del Signore”. Sicuramente questo concetto lo ricorderò ogni volta che distribuirò la Comunione.
                                                                                                          Mariapina



…un percorso meraviglioso e illuminato da una persona che sa mescolare il dolce con l’amaro…e che ci insegna la cosa più importante…AMARE…grazie!
                                                                                                          Vittoria, Pietro, Elisa


A volte la vita ci regala occasioni meravigliose! Il Giubileo delle Corali è stata in assoluto una di queste! Ogni momento di questi tre giorni mi ha riempita di gioia e serenità e soprattutto di un immenso desiderio di trasmettere questi sentimenti a quanti mi sono vicini! Ringrazio il Signore perché mi ha dato l’opportunità di vivere questo indimenticabile evento!
                                                                                                          Betty


Porto ancora negli occhi, ma specialmente nel cuore, quello che abbiamo vissuto a Roma per il Giubileo delle Corali. E’ stato un crescendo di emozioni spirituali ed umane che continueranno ad accompagnarmi. Nel subbuglio di pensieri e ricordi che ancora provo, uno sovrasta! Sono le parole di Mons. Fisichella alla celebrazione conclusiva della domenica. In particolare il passo dove richiama S. Agostino il quale diceva che “il canto liturgico gli strappava il pianto” perché il canto della Liturgia tocca la fragilità umana, fa intuire il mistero divino, conferma la fede e ti aiuta a rafforzare la speranza!
                                                                                                          Doriana

8° POST-IT
Papa Francesco: “Il dialogo abbatte i muri delle divisioni e delle incomprensioni, crea ponti di comunicazione e non consente che alcuno si isoli, rinchiudendosi nel proprio piccolo mondo. Non dimenticatevi: dialogare e ascoltare quello che mi dice l’altro e dire con mitezza quello che penso io. Se le cose vanno così, la famiglia, il quartiere, il posto di lavoro saranno migliori.”.
                                                                                                          Giovanni

9° POST-IT
“Questo è il tempo di avere coraggio”. Un invito del Papa a mettersi in gioco nelle più svariate situazioni della vita, rivolto a tutti i cristiani, ma a noi presenti in piazza S. Pietro in particolare. Questo è ciò che porterò nel cuore di questa esperienza e che desidero condividere con la comunità, nella speranza che questa frase possa guidare anche le nostre scelte nella giusta direzione.
                                                                                                          Sofia


Il Giubileo delle Corali è stata un’esperienza meravigliosa che ci ha permesso di vivere momenti emozionanti, indescrivibili ed indimenticabili. Questa fantastica avventura che abbiamo vissuto intensamente, permeata di misticità e canto, ci ha permesso di ricaricare e rigenerare spirito e corpo. Lo spirito per i momenti vissuti e le emozioni provate nella tre giorni romana, a cominciare dal convegno con i 4 relatori tenutosi venerdì; l’udienza con il S. Padre Francesco il sabato, che si è concluso con un magnifico ed indimenticabile concerto, coinvolgente ed entusiasmante; il pellegrinaggio di tutte le corali attraversando la Porta Santa per entrare nella basilica di S. Pietro per assistere alla S. Messa a loro dedicata, ed infine il saluto del Papa Francesco all’Angelus. Nonostante la stanchezza dovuta alle lunghe camminate e alle interminabili attese per le code formate dai fedeli per arrivare al soglio di Pietro, le grandi emozioni provate e i momenti forti vissuti ci hanno arricchito interiormente e rimarranno indelebili nelle nostre menti e nei nostri cuori.
                                                                                                          Angelo


Mi ha colpito molto il rispettoso silenzio di tante persone. Grandi e piccoli in coda per vedere il Papa, una pace dell’anima visibile negli occhi di tutti, il suo sorriso che dice più di tante parole. Lui era lì per noi in tutta la sua semplicità. Ho conosciuto persone del mio paese che non conosco se non per un “ciao” o un “buongiorno”. Grazie ancora…tanto ci sarebbe da dire…io personalmente mi sento diversa, grazie a questi giorni.
                                                                                                          Nicoletta

                                                                                  

UN CONSIGLIO DI LETTURA

Il libro che mi sento di consigliare in questo numero del giornale è “Canale Mussolini”di Antonio Pennacchi. 
Io l’ho letto tutto d’un fiato perché appassionante, divertente, storico, fantastico, reale, insomma molto bello, al di là di qualsiasi considerazione stilistica. 
Canale Mussolini è l’asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalipti immensi che assorbono l’acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. 
Su questa terra nuova di zecca, bonificata e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. 
Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. 
E poi c’è lei, l’Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l’eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi. Il sorriso mi ha accompagnato pagina per pagina e, contemporaneamente, mi ha raccontato qualcosa di interessante della nostra storia. Le battute in un dialetto veneto-lombardo rendono più frizzante lo svolgersi degli avvenimenti e la psicologia dei protagonisti è resa con simpatica leggerezza senza mai intaccare la scorrevolezza del romanzo. Buona lettura!             

                                                                                                         Alpidio


UN ESEMPIO DI INTRAPRENDENZA CHE CI INFONDE CORAGGIO

Il Gruppo per la spedizione di medicinali e altri sussidi sanitari in paesi del Terzo Mondo, in Africa soprattutto, continua la propria attività, cercando di venire incontro alle tante necessità che ci vengono segnalate. Invitiamo chi lo desidera a venirci a trovare nello scantinato del Centro Sociale, il lunedì sera.
Dopo la morte di Armando, mai abbastanza rimpianta, ci siamo rimboccati le maniche perché la sua eredità  di amore per i piccoli della terra non andasse perduta e perché il paese di Quaderni continuasse ad essere in prima fila in questa battaglia di umanità.
Il buon esito della pesca di beneficienza e la generosità del paese ci ha infuso tanto coraggio e perciò stiamo continuando a spedire i nostri pacchi a missionari, suore e altri operatori che dedicano la loro vita non solo per evangelizzare quelle popolazioni ma anche per migliorarne il tenore di vita.
A questo proposito ci è giunta in questi giorni un' interessante lettera dalla Tanzania che dimostra come l'urgenza di aiutare quelle popolazioni metta in moto anche soluzioni del tutto originali e simpatiche.
Ce la invia una suora e scrive:
Sono suor Theresia Mwanzalila, che appartiene alla congregazione delle suore missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù. La Casa Madre e Generale si trova da poco tempo nella Diocesi di Iringa, Tanzania.
Mi sto occupando dell'impianto di pini. Alberi che servono per la costruzione e la mobilia delle nostre scuole e villaggi. La Congregazione possiede 300 acri di terra (circa 400 campi veronesi) che io stessa ho piantato con alberi di pino. Il terreno si trova nella regione di Iringa, nel villaggio di Kihesa, Mgagao.
I beneficiari degli alberi di pino  sono i villaggi siti in diverse aree di Iringa e di altre regioni della Tanzania.Gli altri beneficiari siamo noi suore di Teresina che usiamo il bosco di pini per i tetti delle scuole e dei centri di salute.
I villaggi stanno, inoltre, imparando a risolvere i loro problemi di vita  col piantare i pini nelle loro terre.
Il mio problema ora è la potatura perché gli alberi hanno già quattro anni e necessitano di essere potati.
L'operazione è costosa ( 22.440 euro) e sto cercando aiuto per risolvere il problema.
Sinceramente in Cristo. Theresia Mwanzalila
Chiaramente il problema di suor Theresia esula dal nostro campo di attività ma con la pubblicazione di questa lettera vorrei sottolineare come persone generose che non vogliono accettare lo stato di miseria in cui si trovano dei loro fratelli, oltre alla preghiera e all'annuncio del Vangelo, si ingegnino nelle maniere più disparate e fantasiose pur di migliorarne il tenore di vita.
                                                                                                                                                                             Alpidio



ESPERIENZA AL MEETING ADOLESCENTI 2016

Sabato 12 novembre il gruppo ADO di Quaderni ha partecipato al Meeting Diocesano degli Adolescenti 2016 al Palazzetto dello Sport  di Verona. Il tema di quest'anno è: “ FACCIAMO FESTA”.
L'appuntamento è ormai consolidato in tutte le parrocchie ed è occasione per il lancio dell'anno pastorale con il tema che poi i ragazzi approfondiranno durante l'anno nelle proprie realtà.
Lo spettacolo ruota attorno alle storie di cinque personaggi della Bibbia: Zaccheo (“Zac” per gli amici), Maria e Marta, Pietro e la Peccatrice adultera. Ogni personaggio aveva una fetta di pubblico che lo sosteneva: il nostro tifo era per “Zac”.
La storia si svolge attraverso le audizioni che i vari personaggi devono sostenere  in una scuola di  canto, danza e spettacolo gestita da un padre e i due figli, il più giovane dei quali però aveva deciso di lasciare l'attività e la famiglia per nuove “esperienze” nel mondo.
Nella scuola i cinque personaggi portano, insieme alle loro rappresentazioni, anche i loro problemi, i pregiudizi, le paure, le diversità.  Ecco così che il direttore della scuola, segnato, ma non rassegnato dalla lontananza del figlio amato, diventa per loro punto di riferimento per riaccendere il coraggio di rimettersi in gioco.
Lo spettacolo porta un grande insegnamento: anche se sei costantemente sotto il giudizio del mondo, sei tu a costruire la tua personalità e a dimostrare veramente cosa sei e quanto vali. Non bisogna aver timore a mostrare come si è realmente perché si sarà apprezzati per la propria onestà e trasparenza e non per gli atteggiamenti forzati. Talvolta ci autoimponiamo una maschera solo per compiacere  qualche pseudo-amico pronto a sfruttare a proprio vantaggio i nostri limiti e difetti.
In conclusione, giudizio sul Meeting: istruttivo e divertente allo stesso tempo, pienamente inserito nel mondo dei giovani, esperienza sicuramente da ripetere per cui.... Arrivederci al prossimo anno!

Bertaiola Sara




AscolTiAMO

Il centro pastorale giovanile ha proposto un progetto chiamato AscoliTiAmo rivolto ai giovani dai 18 ai 40 anni. Siamo stati in 5 della nostra parrocchia che abbiamo accolto questa proposta e ci siamo recati nel periodo da 26/11 al 29/11 alla volta di Porto d'Ascoli, un piccolo paese sul Mar Adriatico in provincia di San Benedetto del Tronto, dove negli hotel sono alloggiati gli sfollati a causa del terremoto che ha colpito il centro Italia lo scorso 24 Agosto.
Una prima parte del progetto consisteva nel consegnare la BibbiaSmart, ovvero una bibbia che può essere integrata con spiegazioni digitali attraverso un applicazione per Smartphone, ai bambini di una scuola appena edificata. La seconda parte del progetto consisteva essenzialmente nell'animazione attraverso canti, balli, partite a carte e qualche chiacchiera nelle hall degli alberghi dove erano ospitati gli sfollati. Principalmente abbiamo avuto l'occasione di interagire con persone anziane e bambini. L'esperienza di animazione è stata molto difficile perché in un primo momento le persone si mostravano distaccate, non capivano quali erano le nostre intenzioni, ed era ancora evidente nei loro occhi l'orrore del sisma. Ma non ci siamo arresi e dopo molti tentativi siamo riusciti a strappare un sacco di sorrisi e ringraziamenti.
Il terzo giorno ci siamo recati ad Arquata una bellissima cittadina che però è stata distrutta dal terremoto; qui abbiamo pregato per le povere anime alle quali il terremoto ha sconvolto la vita.
Abbiamo avuto anche la fortuna di visitare la bellissima Assisi, luogo molto importante per il mondo cristiano essendo la città natale di San Francesco e Santa Chiara.
Non siamo medici, forze dell'ordine, psicologi o supereroi ma solo un gruppo di giovani tutti con sogni e aspettative diverse che hanno cercato di portare un po' di gioia a dei nostri fratelli che stanno vivendo un momento terrificante.
Siamo andati perché tutti noi vorremmo essere ascoltati in un momento di difficoltà. Siamo andati a testimoniare il comandamento dell'Amore. Siamo andati perché noi giovani ci siamo e siamo convinti che nel nostro piccolo possiamo fare molto. Torniamo dopo aver visto posti meravigliosi, stretto nuove amicizie, e con la convinzione che siamo riusciti a fare qualcosa di grande per i nostri fratelli Ascolani e ancor di più per noi stessi!


Federico Magalini


COMMEMORAZIONE 4 NOVEMBRE

Quest’anno la commemorazione dei Militari Caduti e Dispersi in Guerra del 4 novembre si è svolta diversamente.
Tra il saluto di don Riccardo e l’accoglienza di don Gianluca la manifestazione non ha avuto particolari momenti in chiesa e si è svolta, non la domenica, ma proprio il 4 novembre.
Per rendere onore ai nostri caduti, oltre al Gruppo Alpini, hanno partecipato il Corpo Bandistico ed i bambini di 5^ elementare. La cerimonia si è svolta in due momenti significativi. Durante il primo si è reso onore ad ogni caduto nel nuovo Viale della Rimembranza, dove i bambini hanno posto un fiore su ogni ceppo, mentre la banda accompagnava suonando “il Piave” ed “il Silenzio”.
La seconda parte si è svolta davanti al monumento di via Mazzini dove i bambini hanno cantato l’inno di Mameli e successivamente è stata depositata la corona d’alloro. Dopo di che ci sono stati vari discorsi di rito: il passaggio più significativo dell’assessore Franchini è stato leggere tutti i cognomi dei caduti scritti sul monumento, per far notare ai bambini che sono gli stessi che qualcuno di noi ha ancora oggi. Questo per ricordare che coloro che si sono sacrificati per la patria per regalarci la libertà e la pace non sono soldati, ma semplici contadini ed operai delle famiglie del nostro paese, che hanno partecipato ad una guerra non voluta “senza se e senza ma”.
Per i prossimi anni ci auguriamo che ci siano ancora più partecipanti a questo momento di ricordo e di condivisione.


                                                                                                                                    Il Gruppo Alpini


VIALE DELLE RIMEMBRANZE DI QUADERNI

A ridosso delle giornate della commemorazione dei defunti, siamo stati sorpresi nel vedere che una impresa di lavori stradali, aveva cominciato i lavori di sistemazione della strada partendo con il taglio degli alberi e della siepe.
Per capire il perché di questa scelta radicale abbiamo posto alcune domande all’assessore Giandomenico Franchini ed al consigliere Cesare Scattolini.
-          Perché è stato fatto questo intervento ?
-          Quando l’ufficio tecnico ha dato parere favorevole all’insediamento della nuova farmacia , è stato chiesto al proprietario un intervento di sistemazione della viabilità, costruendo una rotatoria proprio all’incrocio della strada di accesso al cimitero. Per rendere agevole l’uscita dalla strada e metterla in  sicurezza  sia per la svolta in  direzione Rosegaferro che in quella del paese si è reso necessario allargare la stessa  e di conseguenza modificarne  la larghezza. Anche a noi è dispiaciuto togliere quella strada in ghiaia che da sempre rappresentava  la via del cimitero, ma la necessità di portare la larghezza della strada a misure di norma ci ha fatto intraprendere questa soluzione.
-          Da chi è stata deciso questo intervento ?
-          La scelta è stata presa dal Sindaco e dalla giunta comunale, dopo aver visto il progetto preliminare preparato dall’ufficio tecnico ; con l’intervento si è voluto rivalutare in particolar modo i cippi che ricordano i nostri caduti creando uno spazio delimitato e più alto rispetto alla strada, lasciando poi un l passaggio pedonale protetto da cordoli . Il risultato ci sembra consono al luogo e all’importanza che dobbiamo avere per questi nostri concittadini che hanno dato la vita per la patria.
-          Perché il paese non è stato informato dei lavori anticipatamente ?
-          Avevamo pensato di fare una assemblea pubblica invitando la cittadinanza prima della fine dell’anno, durante la quale avremmo spiegato come si sarebbero conclusi i lavori, invece non abbiamo fatto in tempo perché l’ufficio ragioneria ci ha dato la disponibilità economica e la tempistica per fare l’intervento in una settimana, per problemi legati al bilancio abbiamo dovuto dare l’incarico all’impresa che doveva concludere i lavori entro metà novembre. Di qui l’impossibilità di organizzare l’assemblea.
-          Perché la scelta di asfaltare e non lasciare la ghiaia ?
-          Come dicevamo prima, per normativa abbiamo dovuto allargare la strada, se ti ricordi prima dell’intervento a stento potevano passare due auto che si incrociavano, e poi in secondo luogo anche per una questione di manutenzione non avendo la nostra amministrazione personale sufficiente a mantenere decoroso un luogo così importante, l’ultimo intervento prima dei lavori era stato fatto dai nostri alpini che ringraziamo per quanto hanno fatto e fanno per il nostro paese.
Ti confesso che all’inizio dei lavori abbiamo ricevuto qualche critica ma ora che i lavori sono ultimati riceviamo consensi positivi, la via è più sicura e il vialetto con i cippi valorizza ciò che significano.

Per il prossimo anno abbiamo in programma un altro intervento per il paese, ma questa volta ci prenderemo per tempo e inviteremo anche te come giornalista di Ipse Dixit all’assemblea per rendertene conto.



CRESIMA: LA GIOIA DI SEGUIRE GESÙ

Lettera  aperta ai Ragazzi che hanno ricevuto la Santa Cresima il 30 ottobre

Cari Anna, Davide S., Davide S., Martina F., Martina M., Matthias, Raffaello, Sanjana, Thomas e Vincenzo,

domenica 30 Ottobre avete ricevuto lo Spirito Santo con la celebrazione del Sacramento della Cresima. E’ stata una celebrazione semplice, ma ricca di emozioni e molto partecipata da parte vostra, delle vostre famiglie e della Comunità di Quaderni, e impreziosita dai bei canti eseguiti magistralmente dal coro parrocchiale e dalla bellezza della nostra chiesa addobbata con gusto e misura per l’occasione. Un grande contributo a renderla davvero speciale lo ha dato anche la presenza del celebrante Don Martino Signoretto, Docente dello Studio Teologico San Zeno, Vicario Episcopale per la Cultura, l’Università e il Sociale, mandato dal Vescovo in sua vece. E non possiamo dimenticare l’amore e l’incrollabile pazienza con cui il nostro amato Don Riccardo vi ha sostenuti lungo tutto il cammino catechistico e la celebrazione di tutti i Sacramenti.
Noi catechiste abbiamo avuto la gioia e il piacere di potervi accompagnare nella preparazione al Sacramento della Cresima e di apprezzare, così, la vostra gioia di vivere, lo spirito di solidarietà e fraternità che caratterizza il vostro gruppo, la vostra energia, l’impegno che mettete in tutte le cose che fate. Avete volti e cuori sorridenti e occhi spalancati verso la vita e il mondo e dal giorno della Cresima avete un legame ancora più stretto con lo Spirito Santo, un alleato davvero speciale, che ha messo nelle vostre mani sette preziosi Doni che vi invita a mettere a frutto, ciascuno secondo le proprie propensioni. Non dimenticate l’insegnamento della “Parabola dei talenti”: ciascuno metta a frutto i doni che ha ricevuto senza paure o timori. I doni non vanno conservati o nascosti, ma condivisi e fatti fruttificare. Siate sempre lieti di poter donare agli altri qualcosa, così come avete fatto, accogliendo con entusiasmo la proposta di contribuire all’iniziativa di raccolta di generi alimentari del Carrello della Solidarietà, a cui la nostra Parrocchia ha aderito. Ricordatevi che con il rinnovo delle promesse battesimali durante la celebrazione della Cresima, che voi stessi avete pronunciato, avete preso un impegno di responsabilità verso voi stessi e verso tutte le realtà che vi circondano, la responsabilità di camminare, accompagnati dallo Spirito Santo, avendo come modello Gesù e l’esempio di amore incondizionato che lui è. Convinte della vostra straordinarietà e che il futuro non mancherà di darvi molte soddisfazioni, vi auguriamo di proseguire nella vostra vita sempre… “a tutto Spirito”.
                                                                                             
                                                                                                Con grande affetto

                                                                                              Paola, Elena e Aurora


SANTA CECILIA 2016

Anche quest’anno Santa Cecilia 2016 è stata festeggiata durante la Santa Messa a Quaderni il giorno 20 novembre, giorno di Cristo Re e chiusura del Giubileo della Misericordia. E’ una tradizione che in paese ricorre da moltissimi anni ma quest’anno la festa ha avuto un risvolto nuovo. Probabilmente la visita al Santo Padre durante il giubileo delle corali, dove erano presenti anche alcuni componenti della banda, ha dato lo spunto o meglio la spinta decisiva. Lo scorso anno, sempre in ricorrenza della festa di Santa Cecilia, era stato fatto un esperimento eseguendo il brano finale, Cristo è risorto, banda e coro assieme con arrangiamento scritto dai maestri dei rispettivi gruppi. Quest’anno è stata animata l’intera Santa messa rendendo così lode e ringraziamento alla Patrona della musica e del canto. In concomitanza con la prima Santa messa domenicale celebrata dal nuovo parroco Don Gianluca, entrambi i gruppi hanno voluto dare un segno di collaborazione e partecipazione alla liturgia cercando prevalentemente ciò che unisce le due realtà musicali che nel loro ruolo istituzionale operano in ambienti completamente differenti.
E’ stato sicuramente un percorso tortuoso, impegnativo e voluto a gran forza dai due responsabili dei gruppi, Lorenzo De Rossi e Federico Cordioli, e condiviso da tutti i componenti sia del coro che della banda. E’ stata ovviamente una grandissima soddisfazione constatare che lo sforzo e l’impegno profuso per la preparazione di questo “connubio” inedito è stato premiato con una perfetta esecuzione da parte di tutti, preceduta ovviamente da una tensione preparatoria inevitabile. Possiamo dire che quanto è successo non è un punto di arrivo ma l’inizio di un precorso che ci porterà a perfezionare la collaborazione fra i due gruppi e la sfida sarà quella di preparare un concerto meditativo e di preghiera magari proprio per il prossimo Natale. Il servizio che il Coro Parrocchiale e la Banda prestano nella comunità di Quaderni, deve assumere quello spirito di collaborazione e di condivisione che dovrebbe estendersi anche fra tutti i gruppi del paese, come avviene in tante manifestazioni organizzate anche al di fuori dell’ambiente liturgico. Questa esperienza è stata probabilmente un ulteriore mattoncino che ha rafforzato ancora di più il senso di comunità, di parrocchia, di associazioni al servizio della chiesa, di un modo diverso di pregare e di riflettere riguardo a quanto siano belle anche le sfide che a volte sembrano impossibili. Un grazie quindi va a nome di tutti i componenti del Coro parrocchiale e della banda ai loro rispettivi maestri per la caparbietà nel raggiungere l’obbiettivo e siamo sicuri che gli stessi complimenti sono rivolti dagli stessi maestri a tutti gli artisti, maestri che hanno recepito la volontà di realizzare questo progetto e sono stati ricompensati con l’impegno, la pazienza e tanto entusiasmo.
Durante il pranzo abbiamo presentato, come banda, il progetto di aiuto alle popolazioni terremotate. Come per le terre dell’Emilia, alle quali siamo legati e per le quali siamo riusciti, assieme agli alpini di Quaderni, a raccogliere dei soldi da destinare alla ricostruzione della sede banda di Novi (MO), questa volta abbiamo preso contatti con la banda di Accumuli (RI).  Il Presidente del gruppo Rietino ha accolto a braccia aperte la nostra iniziativa, loro hanno perso tutto, strumenti, sede e purtroppo anche qualche componente. Ecco che anche in questo caso è uscita la grande forza e unione delle associazioni di Quaderni. Alpini, Polisportiva, Comitato Contrade e Donatori di Sangue si sono uniti a noi donando quanto era possibile. Addirittura un privato ha promesso di donare i propri strumenti da portare alla Banda di Accumuli. Un altro segno tangibile ed inequivocabile di cosa intendiamo per comunità al servizio di chi ha bisogno, un segno che merita il plauso e l’attenzione di tutti.



Il Coro Parrocchiale e la Banda di Quaderni 




PIACERE DON GIANLUCA

In data 25 novembre noi della Redazione del giornale parrocchiale di Quaderni abbiamo incontrato don Gianluca Bacco per porgli alcune domande e conoscerlo meglio. Ecco qui le sue risposte alle nostre domande e curiosità.

Tommaso e Giacomo: «Quando sei nato e che scuola hai frequentato?»
Don Gianluca: «Sono nato l’11 dicembre 1969 e, prima degli studi teologici in  Seminario, ho frequentato l’istituto elettrotecnico dove poi mi sono diplomato nel 1988.»

T e G: «Qual è il tuo principale hobby?»
D. G.: «Il mio hobby preferito è camminare in montagna. In questo, nella parrocchia in cui ero prima, mi era facile e comodo trovare un percorso per fare trekking.»

T e G: «Descriviti in 5 parole.»
D. G.: «Direi timido, condiscendente, di poche parole e che “se mi arrabbio mi arrabbio”, ossia che sono tranquillo ma quando mi arrabbio lo faccio sul serio.»

T e G: «Quando sei stato ordinato sacerdote e come l’hanno presa amici e familiari?»
D. G.: «Sono stato ordinato sacerdote il 3 giugno 2000. I miei genitori e mia sorella sono rimasti inizialmente scioccati quando ho deciso di entrare in seminario. Avevo 23 anni e già da qualche anno lavoravo in una ditta e settore dove mi trovavo bene. Lo stesso è valso un po’ anche per i miei colleghi di lavoro: sono rimasti veramente di stucco quando glielo ho detto. Per quanto riguarda i miei amici invece l’hanno presa bene sin da subito, conoscendo di più la mia propensione alla preghiera.»

T e G: «Che lavoro facevi?»
D. G.: «Lavoravo in una ditta di impianti elettrici industriali e automazione.»

T e G: «Come e quando hai deciso di diventare sacerdote?»
D. G.: «È stata una scelta presa in maniera molto progressiva, già mi interrogavo partecipando a degli incontri di preghiera per giovani negli ultimi anni delle superiori, fino alla decisione di entrare in seminario a 23 anni, dove questa scelta è maturata sempre di più.»

T e G: «Da dove è nata la chiamata?»
D. G.: «Come la scelta del mio percorso anche la chiamata è stata progressiva e sempre più chiara; principalmente è nata da una ricerca all’interno della preghiera, attraverso una domanda interna e personale e attraverso il l’accompagnamento spirituale di sacerdoti che mi hanno aiutato nel discernimento, senza quindi un evento particolare che ha sollecitato l’interrogativo.»

T e G: «Cosa ti aspetti dalla parrocchia come comunità?»
D. G.: «Innanzitutto mi aspetto che si continui nella collaborazione, che sembra molto buona, ma che comunque necessità di crescere diventando ancor di più corresponsabilità da parte dei laici. Già in piccole mansioni, come ad esempio l’apertura della chiesa, che dovrà essere cura di qualcuno del paese nel farla. Questo lo chiede il fatto che ora il parroco è meno presente rispetto prima, avendo in affidamento anche la parrocchia di Rosegaferro.»

T e G: «Hai un progetto per una futura collaborazione con Rosegaferro?»
D. G.: «Venendo da un’unità pastorale ho in mente qualche idea di percorso, ma la scelta va fatta insieme e con entrambe le comunità; le idee ci sono ma le iniziative concrete sono da prendere insieme. Pian piano affronterò questo argomento con i rispettivi Consigli Pastorali.»

T e G: «Come si comporterà in questo primo anno? Osserverai o agirai fin da subito?»
D. G.: «Principalmente osserverò per capire e conoscere meglio: le attività sono già tutte avviate e proseguiranno sostanzialmente come di tradizione. Questo però non toglie il fatto che, se ci sarà da intervenire con  qualche cambiamento  “obbligato”, lo si farà, poiché non posso, ad esempio, essere contemporaneamente in entrambe le parrocchie od ottemperare a tutti gli impegni come prima erano svolti da due sacerdoti. Credo che questo lo si capisca e sia ovvio.»

T e G: «Noi avremmo finito le domande, vuole aggiungere qualcosa?»
D. G.: «Innanzitutto volevo augurare a tutti di sentire i luoghi della parrocchia, la chiesa con le altre strutture annesse, come propri (della comunità). La mia presenza, non risiedendo in canonica, viene meno, ma questo non deve svilire la parrocchia in se; addirittura potrebbe diventare occasione perché si cresca come comunità. Volevo poi ricordare che ogni cambiamento porta novità ed ogni novità ha lati positivi e negativi: anche se con la naturale fatica, sappiamo accettare tutto ciò (parlo anche e per primo per me stesso), sapendo che la provvidenza del Signore non viene meno, e di aiutarsi e aiutarci sempre e comunque crescendo in corresponsabilità, affinché la parrocchia venga sentita sempre di più come un luogo di ritrovo e di riferimento per la vita cristiana.»

Ringraziamo immensamente don Gianluca e gli auguriamo di portare avanti il suo servizio con umiltà e con impegno, come ha sempre fatto, e auguriamo alla comunità a vivere in armonia aiutandosi a vicenda e aiutando don Gianluca in questo suo nuovo impegno.

                                                                                                                         Tommaso e Giacomo