Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

14 aprile 2017

CINEMA: IN TIME

Il film In time è ambientato in un futuro non troppo lontano in cui il gene dell’invecchiamento umano viene reso inattivo per evitare la sovrappopolazione. Le persone invecchiano fino a 25 anni dopo di che il loro sviluppo fisico si blocca; da quel momento in poi un timer sul braccio indica il tempo rimasto loro fino alla morte. Il tempo perciò diventa la valuta corrente con cui le persone vengono pagate per il loro lavoro ed è il mezzo per pagare i lussi e le necessità. Per questo i ricchi possono vivere per sempre, mentre gli altri cercano di contrattare la loro immortalità. La trama si concentra sulla storia del protagonista che, dopo numerose vicissitudini, tenta di sovvertire l'ordine della società per donare più tempo a coloro che non possono permettersi di comprarlo.
Il tempo dunque è rappresentato come denaro vero e proprio e ci porta a riflettere riguardo a come spendiamo quotidianamente il nostro tempo, a chi lo dedichiamo, con chi lo condividiamo e con chi o con cosa lo sprechiamo.
Noemi Meneghelli




UN CONSIGLIO DI LETTURA: UN LUOGO INCERTO di FRED VARGAS

Il libro che vi propongo in questo numero vi terrà con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Una serie di colpi di scena coronati da un finale inaspettato fanno di questo romanzo un nuovo capolavoro dell’autrice francese. Il commissario Adamsberg, protagonista dell’omonima saga, è ora alle prese con un macabro serial killer che per qualche oscura ragione colleziona i piedi delle proprie vittime… lasciandoli nelle scarpe. E proprio queste scarpe, un paio in particolare, porteranno ad una svolta. Ma l’atmosfera è resa ancora più cupa dalla minaccia di un’antica maledizione, frutto delle superstizioni di secoli passati ma ancora radicata in alcuni. Lo stravagante commissario che con il suo approccio poco scientifico e “poliziesco” dà vita ad avventure per certi aspetti surreali vi porterà con sé in un’indagine molto pericolosa e dai toni più foschi del solito. Non preoccupatevi se alcuni dettagli delle vite private dei personaggi vi sfuggono, questo non vi impedirà di godervi il racconto e sarà anzi da stimolo per leggere i romanzi precedenti. Buona lettura!


Beatrice Franchini


IL GRUPPO “VILLA ARZILLA” AL CARNEVALE DELLA 3° ETA’

Grande  successo  e partecipazione  ha avuto  la festa  di Carnevale  organizzata  dalla  Terza età  in collaborazione  con il GASQ, domenica 26 febbraio, presso il Centro sociale. La Compagnia di volontari  teatrali “Villa Arzilla” di San Martino B.A. ha animato la platea con racconti di vita contadina degli anni “degli zoccoli”, ambientati nei “filo' delle stalle” nei momenti serali quando, dopo una giornata di fatiche, la gente delle famiglie delle corti contadine si riuniva per socializzare un po'. “Dialettando” con detti, poesie, preghiere e nenie di quei tempi hanno suscitato ricordi e nostalgie ai presenti che applaudendo hanno riso, cantato e gioito commossi. Anche i teatranti  hanno avuto molta soddisfazione  per l'accoglienza ricevuta  e per il banchetto di rinfresco che è seguito  a completamento  della festa.  


Sara Franchini





FESTA DELLA VITA ADOLESCENTI 2017

“Sognare con Dio e con Lui osare e agire”
Questo è lo slogan della 39esima edizione della Festa della Vita che si è tenuta sabato 4 febbraio nelle sale parrocchiali della Madonna de popolo di Villafranca, a cui alcuni dei i nostri adolescenti hanno partecipato assieme ad altri 250 ragazzi provenienti da tutta la vicaria e zone limitrofe.
L’evento è stato caratterizzato da momenti silenziosi di ascolto e riflessione con le preziose testimonianze di alcuni rappresentanti del CAV (Centro Aiuto Vita), una ragazza madre aiutata da quest’ultimo e da un nigeriano commosso ripensando dalle vicende del suo passato.
Non sono mancati gli spazi di euforia, partendo dalla cena condivisa continuando con balli e canti a cura dalla giovane band Viva luce e vari dj che si sono alternati in consolle.

Stefano









CONVIVENZA

Dalla sera del 22 a quella del 29 gennaio, 12 ragazzi del Gruppo Giovani di Quaderni hanno vissuto una particolare esperienza in canonica: “LA CONVIVENZA”, ovvero, una settimana di vita comunitaria.
Hanno condiviso per l’intera settimana non solo lo stesso tetto ma anche moltissimi momenti che hanno permesso loro di conoscersi meglio, sia dal punto di vista comportamentale che caratteriale.
Anche se era un’esperienza nuova, la convivenza non ha impedito a ciascun ragazzo di portare avanti quelli che erano i propri impegni settimanali e quotidiani. I ragazzi si sono inoltre organizzati anche per i turni in cucina e per il lavaggio piatti.
Il tema di quest’esperienza era il TEMPO.  Le attività organizzate dagli animatori sono state molto apprezzate da tutti i partecipanti: la serata dedicata al film In Time, il brainstorming sul tempo, l’incontro serale a Villafranca di Preghiera giovani, la creazione fantasiosa di un regalo per un coinquilino e la serata ad Affi a ballare tutti insieme. Anche gli animati sono stati spronati a proporre alcune attività e riflessioni: il tempo come un “regalo” tra persone; una riflessione sul vivere a pieno i momenti o viverli “per finta” sui social; cosa vorremmo fare se solo avessimo più tempo; il tempo come mezzo per conoscere gli altri, se stessi e per migliorarsi; il passato, il presente e il futuro.
Momenti come la “Tisandela” e la “PostAdo” (posta tra coinquilini) permettevano di condividere riflessioni e consigli… e risate naturalmente. Ciascuno inoltre era  l’“Angelo custode” di qualcun altro, così da dedicare parte del proprio tempo al prendersi cura degli altri.
Questa particolare esperienza, mai proposta prima a Quaderni, è stata particolarmente apprezzata anche dalla comunità. Alcuni compaesani infatti, non solo sono andati a trovare i giovani nel corso della settimana, ma hanno donato brioches, dolci e l’occorrente per alcune cene.

In quanto partecipante di questa piacevole esperienza posso dire che è stata molto divertente e formativa. Lo stare insieme ad altri giovani ha aiutato molti componenti del gruppo ad affrontare con un marcia in più i “momenti no” e a vivere ancora meglio gli altri, tanto che molti di noi non vedevano l’ora di terminare il prima possibile i loro impegni per tornare “a casa”, tornare dalla loro nuova grande famiglia.
È stata una bella opportunità per stare seriamente a contatto con persone che avevamo poche occasioni di vedere o delle quali conoscevamo pochissimo.
Finita l’esperienza, siamo tornati alla vita normale arricchiti di momenti toccanti e di sana riflessione, non solo consapevoli delle caratteristiche, delle difficoltà e delle gioie dei nostri coinquilini e di una migliore conoscenza di noi stessi ma anche consapevoli di essere in possesso di un grande dono, il TEMPO!
A nome dell’intero gruppo giovani ringrazio la comunità di Quaderni e don Gianluca per la generosità e per l’amore che ci hanno trasmesso in questa indimenticabile esperienza e gli animatori che hanno organizzato l’intera settimana. Ci auguriamo vivamente di avere l’opportunità di ripeterla!

Lucrezia Macrì





UNA QUARESIMA DI SOLIDARIETA'

Come per gli anni precedenti, la Parrocchia unitamente al Gruppo Missionario per la spedizione di medicinali nel Terzo Mondo propone di arricchire i tradizionali valori spirituali della Quaresima con un gesto tangibile di solidarietà, che dia corpo e sostanza a questi valori.
Quest'anno la scelta è caduta sulle necessità di un orfanatrofio della Tanzania la cui maggiore necessità riguarda il latte in polvere.
Si tratta dell'orfanatrofio di Sumbawanga con cui il nostro Gruppo è in contatto già da tempo e che è descritto qui di seguito in un breve estratto di una lettera di suor Mariastella Wampembe:
"Tanti saluti dall’Orfanotrofio St.Martin De Poeres Centro Katandala Sumbawanga, Tanzania. Grazie mille per le medicine che ci avete mandato per questi bambini poveri e vulnerabili. Nel 2009 il Centro è andato sotto la supervisione delle Sorelle di  Nostra Signora Regina dell’Africa. Lo scopo di questo Centro è quello di:
  • Prendersi cura dei bambini che hanno perso la loro mamma durante il parto o dopo
  • Accudire quei bambini che sono stati abbandonati
  • Prendersi cura dei bambini che hanno la madre affetta da problemi mentali
Noi accogliamo bambini di qualsiasi età, da coloro che hanno un giorno a quelli che hanno cinque anni. Abbiamo bambini di religioni differenti, culture ed etnie. In alcuni casi le madri sono morte durante il parto o per malaria, in altri casi entrambi i parenti sono morti per AIDS. Finora siamo stati in grado di educare i bambini al livello della scuola materna, scuola elementare e scuola media."
In Chiesa, presso l'altare di Santa Liberata abbiamo posto un cartellone illustrativo del progetto e, di fianco, la cassetta per raccogliere le vostre offerte. Auguriamo a quanti vorranno aiutare questi bambini la grande gioia  di aver arricchito la propria Quaresima con la coscienza di aver fatto qualcosa di indispensabile per gli orfanelli di Sumbawanga. GRAZIE A NOME DI TUTTI LORO!

                                                                  A nome del Gruppo: Alpidio

DOV’È IL RESTO D’ISRAELE?

Da qualche mese, ogni volta che vengo alla messa domenicale, vedendo diversi banchi vuoti, mi faccio non senza dolore questa domanda: dov’è il resto d’Israele? E poi mi faccio da buon catechista (ciò detto con modestia personale) la seguente riflessione:

i segni che dicono la presenza dei cristiani in un determinato luogo, sono molteplici: la solidarietà tra le persone, la giustizia nel vivere quotidiano, una comunità che sa accogliere, la cultura, la situazione sociale, il buon convivere tra le persone, ecc. Ma senza alcun dubbio il segno per eccellenza che ci dice la presenza in un territorio dei cristiani è una comunità che si raduna nella chiesa parrocchiale casa del Signore e della comunità, la domenica giorno del Signore, o come la chiamavano i primi cristiani il giorno del sole, per celebrare la messa, termine che deriva dal latino “missio” che significa “missione” adottato nel medioevo, mentre in origine veniva chiamata “frazione del pane”. Nella messa si celebra il mistero pasquale del Signore, cioè risorto, Gesù; ce lo ricorda  il concilio vaticano secondo nella costituzione sulla sacra liturgia, dove al canone 47 i padri conciliari affermano: “Il nostro Salvatore nell’ultima cena, la notte in cui fu tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue, onde perpetuare nei secoli fino al suo ritorno il sacrificio della croce, e per affidare così alla sua diletta sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione: sacramento di amore, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l’anima viene ricolma di grazia e ci è dato il pegno della gloria futura”. I padri conciliari nelle parole solenni sacramento di amore, segno di unità, vincolo di carità cioè di amore, convito pasquale eccetera, ci offrono le giuste motivazioni per cui una comunità cristiana sente il bisogno e la gioia della celebrazione domenicale. Celebrare Gesù, fare memoria delle sue gesta, delle sue parole, questa è la motivazione vera per cui si celebra l’Eucaristia domenicale, perché tutto ciò come affermano i padri ci ricolma l’anima di grazia e ci è dato il pegno della gloria futura che è quello che serve per dare sapore e senso alla nostra vita. Che triste, invece, sentire che ci sono dei credenti che frequentano la messa fuori parrocchia, quelli che io chiamo i cattolici erranti, senza meta e senza identità; costoro, anziché trovare motivazione per celebrare l’eucaristia nelle parole dei padri conciliari che probabilmente neanche conoscono, si danno motivazione per frequentare la messa nella chiesa bella, nel prete simpatico e magari breve nell’omelia; costoro temo che non abbiano capito nulla di Gesù e della comunità. Per carità a tutti capita di celebrare la messa fuori parrocchia, anche a me quando in estate durante le ferie vado a messa a Carisolo, dove il parroco don Flavio, in predica, ogni tre parole dice “ecco” ricavando prediche da venti minuti quando va  bene, oppure a Pinzolo dove il parroco nel giorno del suo ingresso disse ai parrocchiani: “ricordatevi che mi chiamo Benito”; questo per dire che cosa c’è in giro! Ma chi non celebra la messa in parrocchia non ha capito che nella Chiesa bisogna voler bene ai fratelli che si trovano così come sono, non agli amici che si scelgono come gli vogliamo!! Incontrarsi con i propri fratelli è l’atteggiamento di Gesù, il quale ha incontrato e accolto le persone così com’erano e le incontra oggi così come sono! Celebrare la messa con i propri compaesani con i quali durante la celebrazione, nel nome di Gesù, ci si dà il segno della pace anche se vi sono stati contrasti con i vicini per questi stramaledetti confini delle corti; questo è il cristianesimo!! Incontrarsi come comunità ognuno con le proprie ricchezze e con i propri limiti, incontrarsi come comunità ognuno consapevole della propria umanità e rispettoso dell’umanità altrui, questa è la messa!! Perché tutta questa paternale sulla messa domenicale? E qui ritorno al titolo di questo articolo: dov’è il resto d’Israele? Ho notato che da qualche mese c’è un vistoso calo di presenze in tutte le messe domenicali dovuto probabilmente alla non accettazione della situazione attuale della parrocchia che non ha più il parroco residente e magari altro, che per delicatezza non sottolineo. È già, nel momento in cui la parrocchia, quella parrocchia che ha elargito servizi a tutti nella liturgia,nella catechesi, nella carità, quella parrocchia che ora può avere delle difficoltà e che vive un momento di trasformazione che non sappiamo a che parrocchia ci porterà, la si abbandona come ha fatto il signor Shettino, si scende dalla nave, ci si lava le mani come Pilato, la si abbandona come hanno fatto gli apostoli con Gesù sul Calvario, ci si gira dall’altra parte come hanno fatto il sacerdote ed il levita a differenza del buon Samaritano, ci si raduna in Sinedrio per sputare sentenze, la parrocchia la si tradisce con il bacio di Giuda e si va a messa dove c’è il prete bravo, simpatico o nella chiesa tanto bella. Certo che se avessimo fatto tutti come costoro, che ovviamente rispetto, ma  che non hanno capito che con il disertare la messa si fa del male alla propria parrocchia che è nostra, ora oltre alla canonica sarebbe chiusa anche la chiesa e con essa anche la parrocchia.  Vorrei chiedere  a tutti coloro che si lamentano: voi cosa fate per la vostra parrocchia? Cosa fate per migliorare e aiutare le persone che a vario livello vi operano? Siete disposti a mettervi in gioco per la vostra comunità o vi è più comodo rimanere in Sinedrio a giudicare persone e situazioni? Cosa fare di fronte a questa situazione? Semplicemente continuare a voler bene alla propria parrocchia con il sorriso sulle labbra, con la schiena dritta e con la consapevolezza che al di sopra di tutto c’è Gesù che è sempre con noi. Avanti nel nome del Signore.         

Federico Grendene

L’AMORE DI CRISTO CI SPINGE VERSO LA RICONCILIAZIONE: CELEBRAZIONE ECUMENICA 2017

Anche quest’anno, come facciamo da 16 anni, la nostra Vicaria di Villafranca-Valeggio ha proposto il 27 gennaio, nella Chiesa di Quaderni, la celebrazione ecumenica con la partecipazione del Pastore Luterano Urs Michalke. Questo pastore era stato invitato anche l’anno scorso, si è voluto confermare la sua presenza anche quest’anno perché nel 2017 si fa memoria dei 500 anni dalla Riforma di Lutero. La celebrazione della Parola di Dio Ecumenica preparata quest’anno dai rappresentanti di diverse comunità cristiane della Germania, ha voluto tenere presente questo anniversario e sottolineare attraverso tre segni ciò che è avvenuto nel passato e ciò che siamo chiamati oggi a fare con l’aiuto dello Spirito. Il primo segno è stato quello di portare davanti all’assemblea, nella confessione del peccato, vari mattoni che hanno costruito un muro di separazione tra le varie chiese frutto di atteggiamenti negativi: mancanza di amore, odio e disprezzo, false accuse, guerre di religione, ecc. Le separazioni tra comunità cristiane non sono mai frutto di una parte sola ecco perché davanti a Dio siamo stati tutti invitati a chiedere perdono. I cristiani sanno che Gesù con la sua croce è venuto ad abbattere i muri di divisione per fare un solo popolo ed ecco quindi il secondo segno: con i mattoni si è trasformato il muro in una croce. Alla fine il terzo segno: con le candele accese dal cero pasquale, simbolo di Cristo risorto, sono state accese le candele di tutti i presenti con l’invito da parte del celebrante: “Ricevete la luce di Cristo e portatelo nei luoghi bui del nostro mondo! Siate ministri di riconciliazione. Siate ambasciatori di Cristo!”. La celebrazione è stata animata dal Gruppo Missionario Vicariale ed ha visto una buona partecipazione di persone provenienti da varie parrocchie della vicaria.
Papa Francesco anche in questa occasione ci ha preceduto. Il 31 ottobre dello scorso anno si è recato a Lund in Svezia per avviare insieme ai fratelli Luterani i 500 anni della Riforma protestante. Il Papa, è stato detto, non è andato a Lund a festeggiare, bensì a confessare il peccato (condiviso) della divisione e per celebrare la comunione fondamentale (un solo Battesimo) già esistente. Al tempo stesso il viaggio ha messo in risalto i progressi e i risultati raggiunti in 50 anni di dialogo tra cattolici e protestanti: sono fondamentali la fiducia e l’amicizia reciproca.
Il cammino verso l’unità è opera di tutti i cristiani e ogni mezzo va usato per avvicinarci: il dialogo teologico, una maggior conoscenza reciproca per scoprire ciò che abbiamo da dare ma anche ciò che possiamo ricevere. Prima di tutto però il cammino verso l’unità è un dono da chiedere al Padre per mezzo del figlio suo Gesù ed è quello che nella celebrazione ecumenica abbiamo fatto e verso cui siamo invitati a proseguire.

Don Riccardo


TESTIMONI DELLA PASQUA

«Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 19-20).
Queste parole del Risorto ai suoi discepoli sole le ultime riportate nel Vangelo di Matteo. Ciò che è iniziato con la realizzazione delle Scritture nell’incarnazione e nella missione di Gesù di Nazaret, compiuta nella sua Pasqua, trova la sua continuità nella missione da parte della Chiesa ed è anche la direzione del cammino di ogni cristiano.
Abbiamo vissuto il tempo di Quaresima, che ci ha preparato alla Santa Pasqua: è stato un tempo in cui siamo stati invitati in particolare all’ascolto della Parola, all’esercizio della carità e della penitenza. Infatti, solo camminando alla luce del Vangelo, con il coraggio di fare piccoli passi di rinnovamento interiore ed esteriore, si può arrivare ad una vera conversione del cuore, che fa “risorgere” la nostra vita di fede e la nostra umanità stanca.
Ma occorre ricordare che il cammino non si ferma lì, pur essendone il suo apice. Siamo chiamati anche alla testimonianza, cioè a condividere la nostra esperienza col Risorto.
Lo fa la Chiesa nella missione nel mondo intero, lo fanno i genitori come educatori dei loro figli, lo fa ciascun cristiano con la testimonianza di vita negli ambienti dove vive e opera e lo fa la parrocchia nella sua pastorale ordinaria, con la catechesi per ragazzi e adulti, i sacramenti, l’attenzione caritativa, etc.
Ora, questa “missione”, che ha sempre lo stesso contenuto, va costantemente rinnovata nei suoi modi, per il cambiamento delle situazioni storico culturali. Ce lo ricorda in modo particolare il nostro Vescovo in questa Pasqua in riferimento alla nostra diocesi: “La Chiesa, sempre alla ricerca di nuovi modi per dire il Vangelo, si trova sul crinale di un momento storico decisivo: un crinale che chiede di cambiare l’impostazione stessa della nostra azione pastorale, per non rischiare di soffocare dentro strutture, progetti e attività che noi stessi abbiamo eretto” (Orizzonte pastorale della Diocesi di Verona 2016 pg. 5).
Quali nuove strutture per la pastorale, quali nuovi progetti e attività più opportune? E’ la domanda che non trova ancora una risposta definitiva. Il confronto in Diocesi e di conseguenza nella nostra zona di Villafranca è avviato. Sollecitati da difficoltà che si presentano oggi rispetto al passato, si cercano le opportunità per un nuovo slancio della missione della Chiesa nella sua pastorale ordinaria. I tempi non saranno brevi e diventa un vero cammino come comunità intera, intenta nell’adempiere il mandato del Risorto. Primo grande protagonista di questo cammino è, però, lo Spirito Santo. Ecco allora la proposta del nostro Vescovo “di unirsi in una preghiera comune di invocazione allo Spirito Santo: nei nove giorni prima della festa di Pentecoste nei quali nelle case, nelle chiese o nei capitelli dove tradizionalmente ci si raduna per pregare il Rosario del mese di maggio, si invochi con fede lo Spirito Santo. Lui e solo Lui, dove è invocato con fede, è capace di operare cambiamenti radicali. Lui è l’Animatore della vita di fede della Chiesa. Lui la fonte dell’evangelizzazione e della pace”.
Senza, quindi, dimenticare tutte le situazioni di grande difficoltà che tanti uomini e donne vivono nel mondo, ma così anche nella nostra stessa comunità, a cui va innanzitutto il nostro ricordo al Signore e la nostra vicinanza fattiva, facciamoci carico anche di quello che viviamo in questo tempo come Chiesa di Verona, ottemperando al mandato del Signore e nella fede che Egli è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo. L’augurio pasquale, che ci rivolgiamo reciprocamente nei giorni di festa, sia allora profondamente motivato dalla fede in un Signore Gesù Cristo che, proprio perché risorto, è vivente, è presente in mezzo a noi, ci dona la sua Pace e il suo Spirito e che ci chiede di annunciarlo con rinnovato slancio perché tutti condividano la stessa gioia.

Don Gianluca


9 gennaio 2017

GIUBILEO DELLE CORALI: QUADERNI, IL GRUPPO PARROCCHIALE PIU’ NUMEROSO DELL’EVENTO

Era marzo del 2016 quando, navigando su uno dei più famosi social network, vidi la locandina pubblicitaria del Giubileo delle Corali: si teneva dal 21 al 23 ottobre 2016 a Roma.
Senza perder tempo corsi subito da don Riccardo, il quale, senza batter ciglio, accolse la mia proposta e mi disse di partire con l’organizzazione e la raccolta delle iscrizioni. Anche i coristi si dimostrarono subito entusiasti. Ecco come iniziò questa esperienza!
Visto che comunque si parlava di canto liturgico, abbiamo ritenuto opportuno proporre questa 3 giorni a tutti, anche a chi non faceva parte del Coro in quanto l’animazione liturgica coinvolge tutti e non solo i coristi. Quindi, del nostro paese, siamo partiti in 48: il gruppo parrocchiale più numeroso iscritto a questo Giubileo.
L’arrivo a Roma la mattina presto ci ha permesso di vedere l’imponente Basilica di San Pietro in un contesto inusuale, senza la confusione delle ore di punta. Questa prima giornata è stata esclusivamente formativa. Siamo stati accolti da don Marco Frisina, Direttore del Coro Diocesano di Roma e autore di molti canti che vengono utilizzati nelle celebrazioni anche dalla nostra corale. Questa formazione si è divisa in quattro fasi, rappresentata ognuna da un relatore. Il primo è stato Mons. Massimo Palombella, Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina (un coro polifonico che segue tutte le celebrazioni del Papa, formato da 20 cantori adulti e 35 voci bianche) sul tema “Tradizione e riforma della musica liturgica”. Il secondo è stato Mons. Guido Marini, Maestro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, che ci ha parlato del ruolo del Coro nelle celebrazioni liturgiche. Illuminante è stato il suo intervento finale: “sarebbe riduttivo immaginare la bellezza e la gioia come un semplice prodotto di un impegno umano. La bellezza e la gioia di cui si parla sono anzitutto un dono che viene dall’Alto. Ciò che vale per la Liturgia in genere, vale allo stesso modo anche per il canto liturgico…e in questo voi uomini e donne delle scholae cantorum siete chiamati ad essere i veri protagonisti.”. Questo ci ha fatto molto riflettere anche sul fatto che il servizio del canto liturgico non va certamente improvvisato, ma va studiato e preparato al meglio delle nostre possibilità, impegno che stiamo cercando di mantenere con tutte le nostre forze a disposizione. La terza relazione è stata tenuta da Mons. Vicenzo De Gregorio,  Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra, il quale ci ha fatti riflettere sulla musica per la Liturgia e quindi sui criteri per la scelta dei canti nelle Celebrazioni. L’ultima parte è stata conclusa invece da P. Marko Ivan Rupnik, artista e teologo, sul tema “La Musica come contemplazione della bellezza di Dio”. E’ riuscito a farci capire come il canto liturgico possa veramente diventare l’arte che avvicina il fedele all’Eucarestia stessa. Il suo intervento ci ha aiutato molto anche per rafforzare la nostra convinzione che il canto deve essere sempre curato sia tecnicamente che vocalmente perché diventa importante e parte integrante della celebrazione nel momento in cui riesce a coinvolgere ciascuno di noi emotivamente, partendo dal proprio cuore.
Al sabato mattina abbiamo partecipato all’Udienza Giubilare con Papa Francesco: è stata una grande emozione vederlo a pochi metri di distanza, visto che eravamo in prima fila.
Dopo aver pranzato nei dintorni del Vaticano e aver visitato i Musei Vaticani con la Cappella Sistina, il pomeriggio siamo rientrati in Aula Paolo VI per un grande Concerto diretto da Mons. Marco Frisina nel quale hanno cantato circa 300 cantori, più 180 voci bianche, il tutto accompagnato da un’orchestra formata da circa un centinaio di elementi. Questo concerto è stato tanto emozionante quanto spiritualmente elevato. Eravamo un tutt’uno con la musica e, per i canti che sapevamo, ci siamo sentiti parte attiva ed integrante con tutti gli altri coristi. Quelle note e quella musica credo saranno difficili da dimenticare grazie anche alla cornice e al contesto nel quale le abbiamo vissute. Tra l’altro era proprio il 22 ottobre, giorno in cui la Chiesa ricorda San Giovanni Paolo II. E’ per questo che Mons. Marco Frisina ha invitato sul palcoscenico anche il Cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario privato di Papa Giovanni Paolo II. La sua voce che, chiudendo gli occhi, assomigliava tantissimo a quella di Papa Wojtyla ci è rimasta impressa nei cuori così come i numerosi elogi che ha rivolto a Mons. Frisina, anch’egli molto vicino al Papa.
La giornata di domenica è trascorsa altrettanto intensamente tra il pellegrinaggio verso la Porta Santa, la S. Messa in San Pietro e l’Angelus. Per il pranzo abbiamo vissuto un vivace momento conviviale durante il quale abbiamo mangiato qualche buon piatto della cucina tradizionale romana. Siamo quindi ripartiti alla volta di casa, stanchi, qualcuno ammalato, ma arricchiti di un’esperienza che rimarrà impressa per sempre nel cuore di ogni partecipante.
Questa vuole essere anche un’occasione per ringraziare, a nome mio e della nostra Parrocchia, ogni persona che ha accettato di partecipare a questa sfida, che si è messa in gioco senza tanti se e ma. Inoltre, alla luce dell’importanza del nostro servizio nelle Liturgie e di quella bellezza che sempre dobbiamo mantenere alta e curare sempre di più, ci sentiamo anche in dovere di invitare qualsiasi persona che abbia voglia di mettersi in gioco a cantare nel nostro Coro Parrocchiale. Non è richiesto nessun requisito particolare se non un minimo di intonazione e tanta voglia di mettersi a disposizione della nostra Comunità e soprattutto delle nostre liturgie.
                                                                                             
Federico Cordioli

La prima foto scattata al nostro Coro, appena arrivati in S. Pietro direttamente da…Quaderni!

Il nostro gruppo, quasi al completo

L’alba a S. Pietro: un’immagine solo per…mattinieri come noi!

I pochissimi metri che ci distanziavano da Papa Francesco all’Udienza Giubilare

Un’immagine del Concerto in Aula Paolo VI

E ora alcuni commenti dei partecipanti:

Quando sono entrata nella sala Nervi, il concerto stava per iniziare, ho provato quasi un senso di smarrimento nel vedere tutto il palcoscenico pieno di cantori con l’orchestra, un’immensità di persone sedute. A inizio concerto ero come in una bolla tanto mi sentivo coinvolta e mi sentivo felice, piena di gioia. Quando i bambini hanno cantato Paradiso ho avuto proprio la sensazione di essere in Paradiso.                                                                                         
Vanda


“Il canto deve essere servizio alla lode di Dio, alla Chiesa e alla nostra comunità senza vanità e superbia, sapendo che deve essere un dovere d’Amore verso Dio e i Fratelli, ringraziandolo sempre del dono che abbiamo ricevuto gratis, senza vantarsi mai! Siate appassionati di Cristo e della Chiesa e anche dell’Assemblea che dobbiamo condurre all’incontro con il Signore” (Rupnik). Allora accorrete gente, accorrete! Ricordiamoci che servire col cuore è bellissimo. Come ha detto Mons. Marini in sala Nervi: “E’ l’anticipo della Liturgia Celeste!”. E’ stata un’esperienza unica.                  
Ester


Non è stata una gita ma un pieno di emozioni che ci ha riempito il cuore di gioia nel vedere un mare di persone piangere davanti a un concerto di 600 artisti. Alzarci alle 5 per fare la fila e vedere il Papa da vicino è una cosa irripetibile perché quello sguardo, che fissa gli occhi di ciascuno, ti prende il cuore.
                                                                                                          Lina


Tra le tantissime cose interessanti e stimolanti che sono state dette al convegno, una frase in particolare mi è rimasta impressa, forse perché mi coinvolge direttamente come Ministro straordinario della Comunione, detta da Padre Rupnik, parlando delle celebrazioni eucaristiche, frase che non avevo mai sentito o interiorizzato: “Ogni volta che facciamo la Comunione non è Gesù che scende verso di noi, ma siamo noi che ci eleviamo verso di Lui per incontrarlo alla sua tavola. Beati gli invitati alla mensa del Signore”. Sicuramente questo concetto lo ricorderò ogni volta che distribuirò la Comunione.
                                                                                                          Mariapina



…un percorso meraviglioso e illuminato da una persona che sa mescolare il dolce con l’amaro…e che ci insegna la cosa più importante…AMARE…grazie!
                                                                                                          Vittoria, Pietro, Elisa


A volte la vita ci regala occasioni meravigliose! Il Giubileo delle Corali è stata in assoluto una di queste! Ogni momento di questi tre giorni mi ha riempita di gioia e serenità e soprattutto di un immenso desiderio di trasmettere questi sentimenti a quanti mi sono vicini! Ringrazio il Signore perché mi ha dato l’opportunità di vivere questo indimenticabile evento!
                                                                                                          Betty


Porto ancora negli occhi, ma specialmente nel cuore, quello che abbiamo vissuto a Roma per il Giubileo delle Corali. E’ stato un crescendo di emozioni spirituali ed umane che continueranno ad accompagnarmi. Nel subbuglio di pensieri e ricordi che ancora provo, uno sovrasta! Sono le parole di Mons. Fisichella alla celebrazione conclusiva della domenica. In particolare il passo dove richiama S. Agostino il quale diceva che “il canto liturgico gli strappava il pianto” perché il canto della Liturgia tocca la fragilità umana, fa intuire il mistero divino, conferma la fede e ti aiuta a rafforzare la speranza!
                                                                                                          Doriana

8° POST-IT
Papa Francesco: “Il dialogo abbatte i muri delle divisioni e delle incomprensioni, crea ponti di comunicazione e non consente che alcuno si isoli, rinchiudendosi nel proprio piccolo mondo. Non dimenticatevi: dialogare e ascoltare quello che mi dice l’altro e dire con mitezza quello che penso io. Se le cose vanno così, la famiglia, il quartiere, il posto di lavoro saranno migliori.”.
                                                                                                          Giovanni

9° POST-IT
“Questo è il tempo di avere coraggio”. Un invito del Papa a mettersi in gioco nelle più svariate situazioni della vita, rivolto a tutti i cristiani, ma a noi presenti in piazza S. Pietro in particolare. Questo è ciò che porterò nel cuore di questa esperienza e che desidero condividere con la comunità, nella speranza che questa frase possa guidare anche le nostre scelte nella giusta direzione.
                                                                                                          Sofia


Il Giubileo delle Corali è stata un’esperienza meravigliosa che ci ha permesso di vivere momenti emozionanti, indescrivibili ed indimenticabili. Questa fantastica avventura che abbiamo vissuto intensamente, permeata di misticità e canto, ci ha permesso di ricaricare e rigenerare spirito e corpo. Lo spirito per i momenti vissuti e le emozioni provate nella tre giorni romana, a cominciare dal convegno con i 4 relatori tenutosi venerdì; l’udienza con il S. Padre Francesco il sabato, che si è concluso con un magnifico ed indimenticabile concerto, coinvolgente ed entusiasmante; il pellegrinaggio di tutte le corali attraversando la Porta Santa per entrare nella basilica di S. Pietro per assistere alla S. Messa a loro dedicata, ed infine il saluto del Papa Francesco all’Angelus. Nonostante la stanchezza dovuta alle lunghe camminate e alle interminabili attese per le code formate dai fedeli per arrivare al soglio di Pietro, le grandi emozioni provate e i momenti forti vissuti ci hanno arricchito interiormente e rimarranno indelebili nelle nostre menti e nei nostri cuori.
                                                                                                          Angelo


Mi ha colpito molto il rispettoso silenzio di tante persone. Grandi e piccoli in coda per vedere il Papa, una pace dell’anima visibile negli occhi di tutti, il suo sorriso che dice più di tante parole. Lui era lì per noi in tutta la sua semplicità. Ho conosciuto persone del mio paese che non conosco se non per un “ciao” o un “buongiorno”. Grazie ancora…tanto ci sarebbe da dire…io personalmente mi sento diversa, grazie a questi giorni.
                                                                                                          Nicoletta

                                                                                  

UN CONSIGLIO DI LETTURA

Il libro che mi sento di consigliare in questo numero del giornale è “Canale Mussolini”di Antonio Pennacchi. 
Io l’ho letto tutto d’un fiato perché appassionante, divertente, storico, fantastico, reale, insomma molto bello, al di là di qualsiasi considerazione stilistica. 
Canale Mussolini è l’asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalipti immensi che assorbono l’acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. 
Su questa terra nuova di zecca, bonificata e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. 
Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. 
E poi c’è lei, l’Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l’eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi. Il sorriso mi ha accompagnato pagina per pagina e, contemporaneamente, mi ha raccontato qualcosa di interessante della nostra storia. Le battute in un dialetto veneto-lombardo rendono più frizzante lo svolgersi degli avvenimenti e la psicologia dei protagonisti è resa con simpatica leggerezza senza mai intaccare la scorrevolezza del romanzo. Buona lettura!             

                                                                                                         Alpidio


UN ESEMPIO DI INTRAPRENDENZA CHE CI INFONDE CORAGGIO

Il Gruppo per la spedizione di medicinali e altri sussidi sanitari in paesi del Terzo Mondo, in Africa soprattutto, continua la propria attività, cercando di venire incontro alle tante necessità che ci vengono segnalate. Invitiamo chi lo desidera a venirci a trovare nello scantinato del Centro Sociale, il lunedì sera.
Dopo la morte di Armando, mai abbastanza rimpianta, ci siamo rimboccati le maniche perché la sua eredità  di amore per i piccoli della terra non andasse perduta e perché il paese di Quaderni continuasse ad essere in prima fila in questa battaglia di umanità.
Il buon esito della pesca di beneficienza e la generosità del paese ci ha infuso tanto coraggio e perciò stiamo continuando a spedire i nostri pacchi a missionari, suore e altri operatori che dedicano la loro vita non solo per evangelizzare quelle popolazioni ma anche per migliorarne il tenore di vita.
A questo proposito ci è giunta in questi giorni un' interessante lettera dalla Tanzania che dimostra come l'urgenza di aiutare quelle popolazioni metta in moto anche soluzioni del tutto originali e simpatiche.
Ce la invia una suora e scrive:
Sono suor Theresia Mwanzalila, che appartiene alla congregazione delle suore missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù. La Casa Madre e Generale si trova da poco tempo nella Diocesi di Iringa, Tanzania.
Mi sto occupando dell'impianto di pini. Alberi che servono per la costruzione e la mobilia delle nostre scuole e villaggi. La Congregazione possiede 300 acri di terra (circa 400 campi veronesi) che io stessa ho piantato con alberi di pino. Il terreno si trova nella regione di Iringa, nel villaggio di Kihesa, Mgagao.
I beneficiari degli alberi di pino  sono i villaggi siti in diverse aree di Iringa e di altre regioni della Tanzania.Gli altri beneficiari siamo noi suore di Teresina che usiamo il bosco di pini per i tetti delle scuole e dei centri di salute.
I villaggi stanno, inoltre, imparando a risolvere i loro problemi di vita  col piantare i pini nelle loro terre.
Il mio problema ora è la potatura perché gli alberi hanno già quattro anni e necessitano di essere potati.
L'operazione è costosa ( 22.440 euro) e sto cercando aiuto per risolvere il problema.
Sinceramente in Cristo. Theresia Mwanzalila
Chiaramente il problema di suor Theresia esula dal nostro campo di attività ma con la pubblicazione di questa lettera vorrei sottolineare come persone generose che non vogliono accettare lo stato di miseria in cui si trovano dei loro fratelli, oltre alla preghiera e all'annuncio del Vangelo, si ingegnino nelle maniere più disparate e fantasiose pur di migliorarne il tenore di vita.
                                                                                                                                                                             Alpidio



ESPERIENZA AL MEETING ADOLESCENTI 2016

Sabato 12 novembre il gruppo ADO di Quaderni ha partecipato al Meeting Diocesano degli Adolescenti 2016 al Palazzetto dello Sport  di Verona. Il tema di quest'anno è: “ FACCIAMO FESTA”.
L'appuntamento è ormai consolidato in tutte le parrocchie ed è occasione per il lancio dell'anno pastorale con il tema che poi i ragazzi approfondiranno durante l'anno nelle proprie realtà.
Lo spettacolo ruota attorno alle storie di cinque personaggi della Bibbia: Zaccheo (“Zac” per gli amici), Maria e Marta, Pietro e la Peccatrice adultera. Ogni personaggio aveva una fetta di pubblico che lo sosteneva: il nostro tifo era per “Zac”.
La storia si svolge attraverso le audizioni che i vari personaggi devono sostenere  in una scuola di  canto, danza e spettacolo gestita da un padre e i due figli, il più giovane dei quali però aveva deciso di lasciare l'attività e la famiglia per nuove “esperienze” nel mondo.
Nella scuola i cinque personaggi portano, insieme alle loro rappresentazioni, anche i loro problemi, i pregiudizi, le paure, le diversità.  Ecco così che il direttore della scuola, segnato, ma non rassegnato dalla lontananza del figlio amato, diventa per loro punto di riferimento per riaccendere il coraggio di rimettersi in gioco.
Lo spettacolo porta un grande insegnamento: anche se sei costantemente sotto il giudizio del mondo, sei tu a costruire la tua personalità e a dimostrare veramente cosa sei e quanto vali. Non bisogna aver timore a mostrare come si è realmente perché si sarà apprezzati per la propria onestà e trasparenza e non per gli atteggiamenti forzati. Talvolta ci autoimponiamo una maschera solo per compiacere  qualche pseudo-amico pronto a sfruttare a proprio vantaggio i nostri limiti e difetti.
In conclusione, giudizio sul Meeting: istruttivo e divertente allo stesso tempo, pienamente inserito nel mondo dei giovani, esperienza sicuramente da ripetere per cui.... Arrivederci al prossimo anno!

Bertaiola Sara




AscolTiAMO

Il centro pastorale giovanile ha proposto un progetto chiamato AscoliTiAmo rivolto ai giovani dai 18 ai 40 anni. Siamo stati in 5 della nostra parrocchia che abbiamo accolto questa proposta e ci siamo recati nel periodo da 26/11 al 29/11 alla volta di Porto d'Ascoli, un piccolo paese sul Mar Adriatico in provincia di San Benedetto del Tronto, dove negli hotel sono alloggiati gli sfollati a causa del terremoto che ha colpito il centro Italia lo scorso 24 Agosto.
Una prima parte del progetto consisteva nel consegnare la BibbiaSmart, ovvero una bibbia che può essere integrata con spiegazioni digitali attraverso un applicazione per Smartphone, ai bambini di una scuola appena edificata. La seconda parte del progetto consisteva essenzialmente nell'animazione attraverso canti, balli, partite a carte e qualche chiacchiera nelle hall degli alberghi dove erano ospitati gli sfollati. Principalmente abbiamo avuto l'occasione di interagire con persone anziane e bambini. L'esperienza di animazione è stata molto difficile perché in un primo momento le persone si mostravano distaccate, non capivano quali erano le nostre intenzioni, ed era ancora evidente nei loro occhi l'orrore del sisma. Ma non ci siamo arresi e dopo molti tentativi siamo riusciti a strappare un sacco di sorrisi e ringraziamenti.
Il terzo giorno ci siamo recati ad Arquata una bellissima cittadina che però è stata distrutta dal terremoto; qui abbiamo pregato per le povere anime alle quali il terremoto ha sconvolto la vita.
Abbiamo avuto anche la fortuna di visitare la bellissima Assisi, luogo molto importante per il mondo cristiano essendo la città natale di San Francesco e Santa Chiara.
Non siamo medici, forze dell'ordine, psicologi o supereroi ma solo un gruppo di giovani tutti con sogni e aspettative diverse che hanno cercato di portare un po' di gioia a dei nostri fratelli che stanno vivendo un momento terrificante.
Siamo andati perché tutti noi vorremmo essere ascoltati in un momento di difficoltà. Siamo andati a testimoniare il comandamento dell'Amore. Siamo andati perché noi giovani ci siamo e siamo convinti che nel nostro piccolo possiamo fare molto. Torniamo dopo aver visto posti meravigliosi, stretto nuove amicizie, e con la convinzione che siamo riusciti a fare qualcosa di grande per i nostri fratelli Ascolani e ancor di più per noi stessi!


Federico Magalini


COMMEMORAZIONE 4 NOVEMBRE

Quest’anno la commemorazione dei Militari Caduti e Dispersi in Guerra del 4 novembre si è svolta diversamente.
Tra il saluto di don Riccardo e l’accoglienza di don Gianluca la manifestazione non ha avuto particolari momenti in chiesa e si è svolta, non la domenica, ma proprio il 4 novembre.
Per rendere onore ai nostri caduti, oltre al Gruppo Alpini, hanno partecipato il Corpo Bandistico ed i bambini di 5^ elementare. La cerimonia si è svolta in due momenti significativi. Durante il primo si è reso onore ad ogni caduto nel nuovo Viale della Rimembranza, dove i bambini hanno posto un fiore su ogni ceppo, mentre la banda accompagnava suonando “il Piave” ed “il Silenzio”.
La seconda parte si è svolta davanti al monumento di via Mazzini dove i bambini hanno cantato l’inno di Mameli e successivamente è stata depositata la corona d’alloro. Dopo di che ci sono stati vari discorsi di rito: il passaggio più significativo dell’assessore Franchini è stato leggere tutti i cognomi dei caduti scritti sul monumento, per far notare ai bambini che sono gli stessi che qualcuno di noi ha ancora oggi. Questo per ricordare che coloro che si sono sacrificati per la patria per regalarci la libertà e la pace non sono soldati, ma semplici contadini ed operai delle famiglie del nostro paese, che hanno partecipato ad una guerra non voluta “senza se e senza ma”.
Per i prossimi anni ci auguriamo che ci siano ancora più partecipanti a questo momento di ricordo e di condivisione.


                                                                                                                                    Il Gruppo Alpini