Queste parole del Risorto ai suoi discepoli sole le ultime riportate nel Vangelo di Matteo. Ciò che è iniziato con la realizzazione delle Scritture nell’incarnazione e nella missione di Gesù di Nazaret, compiuta nella sua Pasqua, trova la sua continuità nella missione da parte della Chiesa ed è anche la direzione del cammino di ogni cristiano.
Abbiamo vissuto il tempo di Quaresima, che ci ha preparato alla Santa Pasqua: è stato un tempo in cui siamo stati invitati in particolare all’ascolto della Parola, all’esercizio della carità e della penitenza. Infatti, solo camminando alla luce del Vangelo, con il coraggio di fare piccoli passi di rinnovamento interiore ed esteriore, si può arrivare ad una vera conversione del cuore, che fa “risorgere” la nostra vita di fede e la nostra umanità stanca.
Ma occorre ricordare che il cammino non si ferma lì, pur essendone il suo apice. Siamo chiamati anche alla testimonianza, cioè a condividere la nostra esperienza col Risorto.
Lo fa la Chiesa nella missione nel mondo intero, lo fanno i genitori come educatori dei loro figli, lo fa ciascun cristiano con la testimonianza di vita negli ambienti dove vive e opera e lo fa la parrocchia nella sua pastorale ordinaria, con la catechesi per ragazzi e adulti, i sacramenti, l’attenzione caritativa, etc.
Ora, questa “missione”, che ha sempre lo stesso contenuto, va costantemente rinnovata nei suoi modi, per il cambiamento delle situazioni storico culturali. Ce lo ricorda in modo particolare il nostro Vescovo in questa Pasqua in riferimento alla nostra diocesi: “La Chiesa, sempre alla ricerca di nuovi modi per dire il Vangelo, si trova sul crinale di un momento storico decisivo: un crinale che chiede di cambiare l’impostazione stessa della nostra azione pastorale, per non rischiare di soffocare dentro strutture, progetti e attività che noi stessi abbiamo eretto” (Orizzonte pastorale della Diocesi di Verona 2016 pg. 5).
Quali nuove strutture per la pastorale, quali nuovi progetti e attività più opportune? E’ la domanda che non trova ancora una risposta definitiva. Il confronto in Diocesi e di conseguenza nella nostra zona di Villafranca è avviato. Sollecitati da difficoltà che si presentano oggi rispetto al passato, si cercano le opportunità per un nuovo slancio della missione della Chiesa nella sua pastorale ordinaria. I tempi non saranno brevi e diventa un vero cammino come comunità intera, intenta nell’adempiere il mandato del Risorto. Primo grande protagonista di questo cammino è, però, lo Spirito Santo. Ecco allora la proposta del nostro Vescovo “di unirsi in una preghiera comune di invocazione allo Spirito Santo: nei nove giorni prima della festa di Pentecoste nei quali nelle case, nelle chiese o nei capitelli dove tradizionalmente ci si raduna per pregare il Rosario del mese di maggio, si invochi con fede lo Spirito Santo. Lui e solo Lui, dove è invocato con fede, è capace di operare cambiamenti radicali. Lui è l’Animatore della vita di fede della Chiesa. Lui la fonte dell’evangelizzazione e della pace”.
Senza, quindi, dimenticare tutte le situazioni di grande difficoltà che tanti uomini e donne vivono nel mondo, ma così anche nella nostra stessa comunità, a cui va innanzitutto il nostro ricordo al Signore e la nostra vicinanza fattiva, facciamoci carico anche di quello che viviamo in questo tempo come Chiesa di Verona, ottemperando al mandato del Signore e nella fede che Egli è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo. L’augurio pasquale, che ci rivolgiamo reciprocamente nei giorni di festa, sia allora profondamente motivato dalla fede in un Signore Gesù Cristo che, proprio perché risorto, è vivente, è presente in mezzo a noi, ci dona la sua Pace e il suo Spirito e che ci chiede di annunciarlo con rinnovato slancio perché tutti condividano la stessa gioia.
Don Gianluca
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