Domenica
24 Aprile, abbiamo avuto la gioia di celebrare la Cena del Signore per la prima
comunione di 22 nostri ragazzi del quarto anno di catechismo. Lo abbiamo fatto
nella quinta domenica di Pasqua di questo anno giubilare della misericordia, come
del resto è ben giusto celebrare la prima comunione nel tempo pasquale, poiché
l’Eucaristia è il segno del Signore risorto presente nelle nostre assemblee
liturgiche, che Gesù ha istituito nella cena della Pasqua ebraica dove si
faceva memoria dellla liberazione dalla schiavitù in Egitto del popolo eletto,
e dove Gesù si è fatto pane spezzato per ciascuno di noi. La messa della prima
comunione, se non è caricata di aspetti esteriori o mondani, è l’incontro con
Gesù, ed è il frutto di un cammino di fede attraverso il percorso del
catechismo. Cammino fatto principalmente con i genitori dei ragazzi che sono i
primi educatori alla fede come ci ricorda il Concilio Vaticano secondo nella
dichiarazione Gravissimun Educationis: “Tocca,
infatti, ai genitori creare in seno alla famiglia quell’atmosfera vivificata
dall’amore e dalla pietà verso Dio e verso gli uomini, che favorisce l’educazione completa dei figli in senso
personale e sociale”. E ancora: “Soprattutto
nella famiglia cristiana, i figli fin dalla più tenera età, devono imparare a
percepire il senso di Dio e a venerarlo, ed ad amare il prossimo”. Un grazie và ai genitori del
quarto anno per ciò che fanno con dedizione e a volte con sacrificio per
l’educazione cristiana dei loro figli e per la sensibilità avuta nei confronti
delle proposte fatte lungo il cammino dai catechisti. Con i ragazzi abbiamo
vissuto un cammino fatto nell’impegno e nella gioia, dove ancora una volta ho
potuto sperimentare come i ragazzi siano aperti a conoscere il mistero di Dio,
e come la loro fede sia tutt’altro ingenua; anzi, quella dei ragazzi di questa
età è davvero una fede pura e sincera. Nelle preghiere dei fedeli, fatte
durante la celebrazione, abbiamo ricordato le persone che hanno voluto e fatto
del bene a questi nostri ragazzi, e che ci hanno preceduto in Paradiso. In
particolare, anche se non citato esplicitamente, abbiamo voluto ricordare papà
Armando del quale non dimentichiamo la sua testimonianza di carità. È stato
giusto ricordare tutte queste persone per essere loro grati per ciò che hanno
significato per questi ragazzi e per il bene seminato, e per educare i ragazzi
stessi a fare memoria delle persone, del resto anche la messa è un memoriale.
È giusto non sfuggire al tema della
sofferenza nei cammini che riguardano i ragazzi anche se viviamo in una
società, la nostra, poco incline a dare senso alla sofferenza perché propensa a
sottolineare l’apparenza e il successo e che a volte banalizza la stessa vita e
la morte. Auguriamo a questi nostri amici che hanno ricevuto l’Eucaristia per
la prima volta, che la messa della loro prima comunione gli aiuti a realizzare
il progetto che Dio ha su ciascuno di loro, in modo che possano vivere una vita
gioiosa e realizzata. In questo trovino sempre il sostegno delle loro famiglie
e della nostra comunità; non abbiano paura genitori e comunità a dare il giusto
valore e spazio all’educazione cristiana dei ragazzi, che è soprattutto
formazione ed elevazione umana, la migliore “medicina”, a differenza di tante
chiacchiere, per prevenire il disagio giovanile. Un grazie a don Riccardo per
il sostegno e la fiducia che ci da, alle catechiste Elisa e Isabella e in
particolare a Marisa fiorista della parrocchia e al sempre bello coro
parrocchiale per aver condiviso con noi catechisti la preparazione della chiesa
e l’animazione della messa.
Federico Grendene
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