Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

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30 giugno 2016

AMORIS LǼTITIA - LA GIOIA DELL'AMORE: Esortazione apostolica post-sinodale sull'amore nella famiglia

L'esortazione apostolica post-sinodale, datata 19 marzo, raccoglie i risultati di due Sinodi sulla famiglia, insegnamenti pontifici, catechesi.

Premessa
Sette paragrafi introduttivi che mettono in piena luce la consapevolezza della complessità del tema e l'approfondimento che richiede. Il Papa che «non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero». Ma soprattutto il Papa afferma subito e con chiarezza che bisogna uscire dalla sterile contrapposizione tra ansia di cambiamento e applicazione pura e semplice di norme astratte.
Capitolo primo: “Alla luce della Parola”
Il Papa articola la sua riflessione a partire dalle Sacre Scritture: la Bibbia «è popolata da famiglie, da generazioni, da storie d'amore e di casi familiari» (AL8) e a partire da questo dato si può meditare come la famiglia non sia un ideale astratto, ma un «compito “artigianale”» (AL16) che si è confrontato anche con il peccato sin dall'inizio.
Capitolo secondo: “La realtà e le sfide delle famiglie”
La situazione attuale delle famiglie chiede di tenere «i piedi per terra», affrontando numerose sfide: fenomeno migratorio, negazione ideologica della differenza di sesso (“ideologia del gender”); cultura del provvisorio; mentalità antinatalista; impatto delle biotecnologie nel campo della procreazione; mancanza di casa e lavoro. La concretezza è cifra fondamentale dell'Esortazione.
L'umiltà del realismo aiuta a non presentare «un ideale tecnologico del matrimonio troppo astratto, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono» (AL36). E' necessario dare spazio alla formazione della coscienza dei fedeli: “Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle” (AL37).
Capitolo terzo: “Lo sguardo rivolto a Gesù: la vocazione della famiglia”
Elementi essenziali dell'insegnamento della Chiesa circa il matrimonio e la famiglia. Capitolo che illustra in maniera sintetica la vocazione della famiglia secondo il Vangelo così come è stata recepita dalla Chiesa nel tempo (indissolubilità, sacramentalità del matrimonio; trasmissione della vita ed educazione dei figli). Lo sguardo ampio include anche le «situazioni imperfette». Ci sono elementi positivi nelle forme matrimoniali di altre tradizioni religiose. La riflessione include anche le «famiglie ferite». Mentre va espressa con chiarezza la dottrina, sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni, essendo attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione» (AL79).
Capitolo quarto: “L'amore nel matrimonio”
Il capitolo è una vera e propria esegesi attenta, puntuale, ispirata e poetica del testo paolino “Inno all'amore” di Cor 13, 4-7. si tratta di un contributo estremamente ricco e prezioso per la vita cristiana dei coniugi, che non aveva finora paragone in precedenti documenti papali.
Capitolo quinto: “L'amore che diventa fecondo”
Il capitolo è concentrato sulla fecondità e la generatività dell'amor: accogliere una nuova vita, attesa dalla gravidanza, amore di madre e di padre. Ma anche fecondità allargata, adozione, accoglienza.ù
capitolo sesto: “Alcune prospettive pastorali”
Nel capitolo il Papa affronta alcune vie pastorali che orientano a costruire famiglie solide e feconde secondo il piano di Dio. Le famiglie sono soggetto e non solamente oggetto di evangelizzazione. Seguono: guidare i fidanzati nel cammino di preparazione al matrimonio, accompagnare gli sposi nei primi anni della vita matrimoniale, ma anche in alcune situazioni complesse e in particolare nelle crisi. Inoltre si parla anche dell'accompagnamento delle persone abbandonate, separate o divorziate e si sottolinea l'importanza della recente riforma dei procedimenti per il riconoscimento dei casi di nullità matrimoniale. Si mette in rilievo la sofferenza dei figli nelle situazioni conflittuali e si conclude: “il compito pastorale più importante riguardo alle famiglie è rafforzare l'amore a sanare le ferite, in modo che possiamo prevenire l'estendersi di questo dramma nella nostra epoca” (AL246).
Capitolo settimo: “Rafforzare l'educazione dei figli”
Il capitolo è tutto dedicato all'educazione dei figli: la loro formazione etica, il valore della sanzione come stimolo, il paziente realismo, l'educazione sessuale, la trasmissione della fede, e più in generale la vita famigliare come contesto educativo. Notevole è la sezione dedicata all'educazione sessuale, nel quadro di un'educazione all'amore, alla reciproca donazione.
Capitolo ottavo: “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”
Il capitolo ottavo costituisce un invito alla misericordia e al discernimento pastorale davanti a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore propone. Il Papa qui scrive e usa tre verbi molto importanti: “accompagnare, discernere e integrare”, fondamentali nell'affrontare situazioni di fragilità, complesse o irregolari. Il  capitolo è molto delicato. Per leggerlo si deve ricordare che «spesso il lavoro della Chiesa assomiglia a quello di un ospedale da campo» (AL291). Qui il Pontefice assume ciò che è stato frutto della riflessione del Sinodo su tematiche controverse. Si ribadisce che cos'è il matrimonio cristiano e si aggiunge che «altre forme di unione contraddicono radicalmente questo ideale, mentre alcune lo realizzano almeno in modo parziale e analogo». “Discernimento” circa le situazioni “irregolari”: “sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione” (AL296). Affermazione importante: “Se si tiene conto dell'innumerevole varietà di situazioni concrete (…) è comprensibile che non ci si dovesse aspettare dal Sinodo o da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi. E' possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari. Papa Francesco, per evitare equivoci, ribadisce con forza: “Comprendere le situazioni eccezionali non implica mai nascondere la luce dell'ideale più pieno né proporre meno di quanto Gesù offre all'essere umano. Oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così prevenire le rotture” (AL307).
Capitolo nono: “Spiritualità coniugale e famigliare”
Il nono capitolo è dedicato alla spiritualità coniugale e famigliare, «fatta di migliaia di gesti reali e concreti» (AL315). Con chiarezza si dice che «coloro che hanno desideri profondi non devono sentire che la famiglia li allontana dalla crescita nella vita dello Spirito, ma che è un percorso che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell'unione mistica» (AL316). Nel paragrafo conclusivo il Papa afferma: “Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa” (AL325). Si conclude con una Preghiera alla Santa Famiglia (AL325).

Dalla sintesi a cura della Sala Stampa della Santa Sede  aprile 2016


SPAZIO ALLA LETTURA

Il libro che vi consiglio si intitola "ACCABADORA" di Michela Murgia.La scrittrice,attraverso un'interessante spaccato della Sardegna degli anni 50,affronta temi attualissimi e delicatissimi,quali "adozione" ed "eutanasia",con la destrezza ed il tatto di una scrittrice vera.La sua sensibilità non inganni però,questo è un libro forte come solo le penne sensibili possono creare.E' una storia che coinvolge ed incuriosisce perchè racconta il rapporto tra due donne particolari,una madre e una figlia fuori dal comune,cresciute in una realtà ereditata dagli antenati fatta di abitudini e di cose sempre sapute e mai dette.              
Lasciamo al lettore la sua interpretazione,senza pesare troppo sugli argomenti trattati,che pur se non condivisi, lo faranno sicuramente riflettere.
Buona lettura!
Quintarelli Claudia


PELLEGRINAGGIO MARIANO A REGGIO EMILIA

Lo scorso 18 marzo la Parrocchia e il Gruppo per la Terza Età ha organizzato un'uscita nella città di Reggio Emilia per visitare il Santuario Mariano della Beata Vergine della Ghiara senza, però, trascurare una visita culturale alla città, che si pregia di aver adottato per prima la bandiera tricolore.
Il programma si presentava molto interessante e ho voluto aggregarmi anche perché conoscevo poco la città e non avevo mai visitato il famoso santuario mariano.
Il pullman era pieno. Già al momento della partenza si respirava un'aria di gioiosa aspettativa. La giornata prometteva bene!
Arrivati a Reggio abbiamo assistito nella basilica mariana alla messa celebrata  da don Riccardo. Alla celebrazione è seguito un lungo momento di riflessione e di silenzio dedicato,  soprattutto, alle confessioni.
La costruzione della Basilica ricorda il miracolo, storicamente e scientificamente documentato,  avvenuto il 29 aprile 1596 quando il giovane Marchino, sordomuto dalla nascita, improvvisamente incomincio a parlare e a udire mentre stava pregando davanti a un'immagine della Madonna dipinta sul muro dell'orto dei "Padri Servi di Maria" che si trovava nei pressi di un piccolo corso d'acqua ormai asciutto e ghiaioso. Di qui il nome di Vergine della Ghiara,  datole dopo la sua collocazione nella basilica. In seguito, la devozione alla sacra immagine attrasse sempre più fedeli e  i miracoli si moltiplicarono.           
Dopo il pranzo ci siamo goduti una tranquilla  passeggiata per il centro della città. Reggio è veramente a misura d'uomo, lontana dal caos e dalla frenesia di altri centri cittadini e mi ha trasmesso un senso di sereno benessere.
Per completare la nostra uscita di carattere religioso e culturale abbiamo visitato la stupenda cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, di origine antichissima (IX sec.),  più volte restaurata e ingrandita fino ad assumere l'attuale aspetto architettonico nel 1600.
Altra interessantissima visita è stata quella  al Museo del Tricolore che si trova all'interno del municipio della città ed è adiacente alla Sala del Tricolore dove è conservata la prima bandiera bianco, rosso e verde scelta  il 7 gennaio 1797 quale simbolo della Repubblica Cispadana;  vessillo di libertà ad imitazione del tricolore adottato dalla rivoluzione francese.
Così si è conclusa la nostra giornata reggiana. Che dire di più? Sono momenti di distacco dal tra, tran quotidiano, momenti in cui si è indotti a vedere e a pensare cose nuove, che ci danno una prospettiva di vita più ricca e stimolante.
Alpidio