Gianluca Franchini
Camminiamo insieme come comunità di Quaderni
Camminiamo insieme come comunità di Quaderni
21 dicembre 2015
SERVE CORAGGIO!...
Buongiorno raggi di sole! Vi volevo raccontare della splendida esperienza fatta da Gaia, Giulia e Gianluca, i nostri ragazzi del 1998 che, il 3 ottobre 2015, hanno partecipato con i loro coetanei di tutta Verona alla festa del passaggio per diciassettenni. Il titolo di questo meeting (incontro), della durata di due giorni con conclusione al palazzetto dello sport di Verona domenica 4, era “Find Your Way” (Trova la Tua Strada). Tolta la prima mezz’ora d’iscrizione e saluto degli amici conosciuti al SAF a Roma, il pomeriggio, all’Istituto d’Istruzione Superiore salesiano, è letteralmente volato tra un’attività di gruppo e varie animazioni con immancabili provocazioni. In un batter d’occhio si era già fatto buio ed era ormai ora di mettere qualcosa sotto i denti. Cena al sacco a base di panini e alle 21.30 i nostri ragazzi erano già in marcia per S. Domenico, una chiesa vicino all’Istituto, per un’attività di riflessione dove ci si poteva accostare al sacramento della Riconciliazione. La mattina del giorno seguente terribile sveglia praticamente nel cuore della notte… alle 7.30. I ragazzi molto assonnati si preparano e dirigono alla palestra dell’Istituto, dove veniva fornita la colazione e si sarebbe svolta la testimonianza di due simpaticissimi frati. A metà mattina diciassettenni e diciottenni, come eroi, entrarono trionfalmente nel palazzetto con gli applausi e le urla di tutti gli adolescenti di Verona. Il resto della giornata è stata occupata dalla messa del nostro vescovo Giuseppe Zenti, da balli e da un momento conclusivo tutti assieme. Tutte e due i giorni erano incentrati sul trovare la propria strada, assumendo decisioni e le responsabilità che esse comportano. Noi ragazzi eravamo molto incoraggiati da parroci e animatori che ci spronavano ad avere coraggio e non seguire la massa come pecore. Però ci è stato fatto notare come, a volte, certe decisioni, magari le più ponderate, si rivelano sbagliate e che il tempo per cambiare c’è sempre.
GRUPPO DEGUSTATORI VILLAFRANCHESI G.MORSIANI
Quaderni, paese dalle grandi risorse creative, avvia nell’ormai lontano 1992 un gruppetto di volenterosi a diffondere la cultura del bere poco e bene: questo è l’obiettivo primario.
Le attività diventano varie: dalle uscite in visita alle cantine più vicine e più lontane: Liguria, Toscana, Umbria..., al brindisi di inaugurazione della mostra di vini durante la sagra Patronale per coinvolgere tutti e mostrare gli aspetti positivi di questo prodotto come: aggregazione, confronto, amicizie, collaborazione, ma soprattutto cultura.
Il fiore all’occhiello di questo gruppo resta però il corso di sei serate all’inizio di novembre al centro sociale di Quaderni. Quest’anno ha raggiunto la massima partecipazione superando le cento iscrizioni. Si vengono a conoscere aspetti storici, geografici e scientifici di zone vocate alla viticoltura e ai prodotti ottenuti da sapienti interventi dell’uomo. Non dimentichiamo che il vino è il prodotto che ha dato l’avvio ai miracoli di Gesù sulla terra. Lo troviamo sulla mensa Eucaristica durante la S. Messa: pane e vino.
Un grazie di cuore a Don Riccardo che ci ha sempre sostenuto nelle nostre iniziative.
Le attività diventano varie: dalle uscite in visita alle cantine più vicine e più lontane: Liguria, Toscana, Umbria..., al brindisi di inaugurazione della mostra di vini durante la sagra Patronale per coinvolgere tutti e mostrare gli aspetti positivi di questo prodotto come: aggregazione, confronto, amicizie, collaborazione, ma soprattutto cultura.
Il fiore all’occhiello di questo gruppo resta però il corso di sei serate all’inizio di novembre al centro sociale di Quaderni. Quest’anno ha raggiunto la massima partecipazione superando le cento iscrizioni. Si vengono a conoscere aspetti storici, geografici e scientifici di zone vocate alla viticoltura e ai prodotti ottenuti da sapienti interventi dell’uomo. Non dimentichiamo che il vino è il prodotto che ha dato l’avvio ai miracoli di Gesù sulla terra. Lo troviamo sulla mensa Eucaristica durante la S. Messa: pane e vino.
Un grazie di cuore a Don Riccardo che ci ha sempre sostenuto nelle nostre iniziative.
Diomira
COOPERATIVA "CORTE DEI MIRACOLI"
E’ stata recentemente aperta a Quaderni in via Mazzini 257, per volontà della sig.ra Maria Pavarina e dei suoi famigliari una Casa famiglia destinata all’accoglienza di persone in difficoltà che non possono, per una serie di ragioni, rimanere nel proprio nucleo famigliare.
La Casa famiglia è un ambiente dove si condividono fra i residenti: gli aspetti positivi e negativi che si presentano nella vita quotidiana, i tempi dello svolgersi della giornata, i problemi dei singoli della comunità, gli svaghi e il tempo libero, i controlli della salute, eventuali hobby ed altri temi più o meno importanti che coinvolgono sia i singoli che il gruppo famigliare. In sintesi la vita comunitaria si rifà e ricalca il funzionamento di una famiglia.
Il Piano Socio-sanitario definisce la Casa famiglia come “appartamenti protetti”. Il termine in sé significa che gli appartamenti, uno o più, organizzati con la presenza di operatori qualificati, possono essere destinati ad ospitare particolari persone in stato di difficoltà fisica e/o mentale.
La Casa famiglia aperta a Quaderni è costituita da tre appartamenti per gli ospiti oltre a spazi per ospitare gli operatori residenti ed un ufficio/ ambulatorio per la tenuta dei medicinali e la documentazione personale degli ospiti, l’effettuazione della terapia, i colloqui con i medici e gli operatori sociali, gli amministratori di sostegno e i colloqui con i famigliari.
E’ previsto anche un laboratorio occupazionale con attività manuali ed un orto. In questo mese abbiamo messo in funzione anche un pollaio. La gestione della Casa famiglia è curata dalla cooperativa sociale “Famiglia Felice”. La cooperativa è una Onlus e non ha finalità di lucro, è convenzionata con l’ULSS 22 di Bussolengo per gli aspetti amministrativi e per l’assistenza sanitaria specialistica affidata al Dipartimento di Salute Mentale diretto dal dott. Gerardo Bertolazzi.
Noi, operatori della cooperativa e ospiti, salutiamo con fiducia la comunità parrocchiale di Quaderni auspicando che condivida gli scopi umanitari e sociali dell’iniziativa e che, nel tempo, si possa collaborare su argomenti specifici e concreti.
La Casa famiglia è un ambiente dove si condividono fra i residenti: gli aspetti positivi e negativi che si presentano nella vita quotidiana, i tempi dello svolgersi della giornata, i problemi dei singoli della comunità, gli svaghi e il tempo libero, i controlli della salute, eventuali hobby ed altri temi più o meno importanti che coinvolgono sia i singoli che il gruppo famigliare. In sintesi la vita comunitaria si rifà e ricalca il funzionamento di una famiglia.
Il Piano Socio-sanitario definisce la Casa famiglia come “appartamenti protetti”. Il termine in sé significa che gli appartamenti, uno o più, organizzati con la presenza di operatori qualificati, possono essere destinati ad ospitare particolari persone in stato di difficoltà fisica e/o mentale.
La Casa famiglia aperta a Quaderni è costituita da tre appartamenti per gli ospiti oltre a spazi per ospitare gli operatori residenti ed un ufficio/ ambulatorio per la tenuta dei medicinali e la documentazione personale degli ospiti, l’effettuazione della terapia, i colloqui con i medici e gli operatori sociali, gli amministratori di sostegno e i colloqui con i famigliari.
E’ previsto anche un laboratorio occupazionale con attività manuali ed un orto. In questo mese abbiamo messo in funzione anche un pollaio. La gestione della Casa famiglia è curata dalla cooperativa sociale “Famiglia Felice”. La cooperativa è una Onlus e non ha finalità di lucro, è convenzionata con l’ULSS 22 di Bussolengo per gli aspetti amministrativi e per l’assistenza sanitaria specialistica affidata al Dipartimento di Salute Mentale diretto dal dott. Gerardo Bertolazzi.
Noi, operatori della cooperativa e ospiti, salutiamo con fiducia la comunità parrocchiale di Quaderni auspicando che condivida gli scopi umanitari e sociali dell’iniziativa e che, nel tempo, si possa collaborare su argomenti specifici e concreti.
Giusto Vecchiato
Presidente coop. Famiglia Felice
SINODO SULLA FAMIGLIA: VERITA' E MISERICORDIA
Si sono chiusi il 25 ottobre scorso i lavori del quattordicesimo Sinodo ordinario dei Vescovi, il secondo di un doppio evento sinodale indetto da Papa Francesco che per due anni ha portato con forza l’attenzione, la preghiera e la riflessione della Chiesa verso la famiglia.
Con questi eventi la Chiesa si è posta in ascolto dello Spirito per comprendere quale sia Il desiderio di Dio per le sue famiglie cosa essa possa fare per rispondere a questo desiderio in un tempo come il nostro. Il clamore mediatico si è focalizzato quasi solo su aspetti “scottanti”, come la Comunione ai risposati o la questione dell’omosessualità, e con toni più che altro scandalistici.
In realtà il Sinodo ha veramente lavorato cercando il cuore di Dio ed ha preso in mano la Famiglia nella sua interezza. Certamente emergono consapevolezze di una certa novità rispetto al passato. Senza pensare di essere esaurienti, tra esse io credo che si possano elencare le seguenti: la famigliari conosciuta veramente come soggetto pastorale; la ministerialità degli sposi in forza del sacramento che li costituisce; la necessità di ripensare tutta la pastorale a partire dalla famiglia; il desiderio di non lasciare nessuno fuori dall’amore di Dio e della Chiesa; il coinvolgimento di tutta la comunità; Forse però la consapevolezza più potente presente al sinodo è la necessità per la famiglia di diventare ciò che essa è nel cuore di Dio, per ché il mondo ha bisogno che essa produca il suo bene, altrimenti come le sofferenze personali, famigliari ed ecclesiali che constatia mo nel nostro tempo non potranno essere arginate?
Di fronte alla vastità di tali sofferenze i padri sinodali si sono trovati ad affrontare una apparente tensione: da una parte la necessità di rispondere alla misericordia di Dio per le famiglie e le persone che hanno vissuto un fallimento familiare, dall’altra il timore di tradire la bellezza e la verità d'amore che Dio ha posto nella famiglia.
Quali sono questi cambiamenti di prospettive? Se ne possono mettere in evidenza alcunimolto importanti: il passaggio da una verità usata solo come criterio di giudizio ad una verità intesa anche come meta bella da raggiungere, come offerta di pienezza da vivere; il passaggio da un umano visto solo nella sua negatività ad un umano bisognoso, sì, di perdono e di pienezza, ma da sempre amato e seminato del bene di Dio; il passaggio dal peccato visto come motivo di giudizio o di esclusione al peccato visto come povertà da soccorrere e fragilità da sostenere.
E ancora, per quanto riguarda la vita della Chiesa, si sta maturando il passaggio da una pastorale centrata sull’apprendimento della dottrina e sull’osservanza ad una pastorale centrata sull’incontro con il Signore e sulla crescita della comunità; E’ nella linea di questo cambiamento di prospettive, che da una parte afferma con forza e con amore la verità della famiglia come unico luogo della sua pienezza, ma non vuole usare questa verità come criterio di giudizio, e che dall’altra abbraccia le ferite, anche quelle del peccato ma non avvalla l’errore, cercando di medicare le une e di correggere l’altro, in cui si possono comprendere e comporre le tensioni e l’impegno che le assemblee sinodali, e con esse tutta la Chiesa, hanno vissuto e stanno vivendo. A fondamento di tutto questo è la consapevolezza liberata della Misericordia di Dio e dell’immensa fiducia che Dio pone nelle sue famiglie e nelle sue comunità.
La parola “misericordia” è una povera traduzione di ciò che nei testi evangelici e nella bibbia esprime letteralmente l’”amore viscerale” di Dio, “Viscere d’amore” per le quali Dio ama immensamente tutti i suoi figli, anche quelli che non lo riconoscono, anche quelli che peccano, Viscere d’amore per le quali Dio cerca i suoi figli là dove essi sono, nel loro peccato, nella loro fragilità, nel loro smarrimento, non per condannarli, ma per offrire loro il luogo della vita piena, della sua stessa vita, e per condurli pian piano verso la sua gioia, rigenerandoli nel suo perdono, correggendoli per amore, secondo il passo che essi possono fare.
Proprio per questa passione d’amore in cui Dio vuole dare tutto sé stesso, la Chiesa in Cristo è mandata ad essere essa stessa questo amore, una Chiesa della Misericordia e delle Beatitudini, che tanto ama da diventare amabile e così mostrare al mondo l’amabile volto di Dio.
Con questi eventi la Chiesa si è posta in ascolto dello Spirito per comprendere quale sia Il desiderio di Dio per le sue famiglie cosa essa possa fare per rispondere a questo desiderio in un tempo come il nostro. Il clamore mediatico si è focalizzato quasi solo su aspetti “scottanti”, come la Comunione ai risposati o la questione dell’omosessualità, e con toni più che altro scandalistici.
In realtà il Sinodo ha veramente lavorato cercando il cuore di Dio ed ha preso in mano la Famiglia nella sua interezza. Certamente emergono consapevolezze di una certa novità rispetto al passato. Senza pensare di essere esaurienti, tra esse io credo che si possano elencare le seguenti: la famigliari conosciuta veramente come soggetto pastorale; la ministerialità degli sposi in forza del sacramento che li costituisce; la necessità di ripensare tutta la pastorale a partire dalla famiglia; il desiderio di non lasciare nessuno fuori dall’amore di Dio e della Chiesa; il coinvolgimento di tutta la comunità; Forse però la consapevolezza più potente presente al sinodo è la necessità per la famiglia di diventare ciò che essa è nel cuore di Dio, per ché il mondo ha bisogno che essa produca il suo bene, altrimenti come le sofferenze personali, famigliari ed ecclesiali che constatia mo nel nostro tempo non potranno essere arginate?
Di fronte alla vastità di tali sofferenze i padri sinodali si sono trovati ad affrontare una apparente tensione: da una parte la necessità di rispondere alla misericordia di Dio per le famiglie e le persone che hanno vissuto un fallimento familiare, dall’altra il timore di tradire la bellezza e la verità d'amore che Dio ha posto nella famiglia.
Quali sono questi cambiamenti di prospettive? Se ne possono mettere in evidenza alcunimolto importanti: il passaggio da una verità usata solo come criterio di giudizio ad una verità intesa anche come meta bella da raggiungere, come offerta di pienezza da vivere; il passaggio da un umano visto solo nella sua negatività ad un umano bisognoso, sì, di perdono e di pienezza, ma da sempre amato e seminato del bene di Dio; il passaggio dal peccato visto come motivo di giudizio o di esclusione al peccato visto come povertà da soccorrere e fragilità da sostenere.
E ancora, per quanto riguarda la vita della Chiesa, si sta maturando il passaggio da una pastorale centrata sull’apprendimento della dottrina e sull’osservanza ad una pastorale centrata sull’incontro con il Signore e sulla crescita della comunità; E’ nella linea di questo cambiamento di prospettive, che da una parte afferma con forza e con amore la verità della famiglia come unico luogo della sua pienezza, ma non vuole usare questa verità come criterio di giudizio, e che dall’altra abbraccia le ferite, anche quelle del peccato ma non avvalla l’errore, cercando di medicare le une e di correggere l’altro, in cui si possono comprendere e comporre le tensioni e l’impegno che le assemblee sinodali, e con esse tutta la Chiesa, hanno vissuto e stanno vivendo. A fondamento di tutto questo è la consapevolezza liberata della Misericordia di Dio e dell’immensa fiducia che Dio pone nelle sue famiglie e nelle sue comunità.
La parola “misericordia” è una povera traduzione di ciò che nei testi evangelici e nella bibbia esprime letteralmente l’”amore viscerale” di Dio, “Viscere d’amore” per le quali Dio ama immensamente tutti i suoi figli, anche quelli che non lo riconoscono, anche quelli che peccano, Viscere d’amore per le quali Dio cerca i suoi figli là dove essi sono, nel loro peccato, nella loro fragilità, nel loro smarrimento, non per condannarli, ma per offrire loro il luogo della vita piena, della sua stessa vita, e per condurli pian piano verso la sua gioia, rigenerandoli nel suo perdono, correggendoli per amore, secondo il passo che essi possono fare.
Proprio per questa passione d’amore in cui Dio vuole dare tutto sé stesso, la Chiesa in Cristo è mandata ad essere essa stessa questo amore, una Chiesa della Misericordia e delle Beatitudini, che tanto ama da diventare amabile e così mostrare al mondo l’amabile volto di Dio.
Piergiorgio Roggero
http://sinodo2015.lanuovabq.it/
EMPORIO DELLA SOLIDARIETÀ
Dallo scorso marzo è attivo, presso l'ex stazione ferroviaria di Villafranca,
un market speciale: l’Emporio della Solidarietà. È un'iniziativa di Caritas
Verona, con il contributo del Centro servizi per il volontariato e in
collaborazione con le associazioni di assistenza e volontariato (capofila il
Giracose gestore dell'ex stazione) e cinque Comuni: Villafranca, Mozzecane,
Nogarole Rocca, Povegliano e Vigasio.
In cosa consiste? L’Emporio è un luogo in cui vengono messi a disposizione delle famiglie più bisognose generi alimentari di prima necessità. Funziona proprio come un supermercato: gli alimenti sono disposti sugli scaffali, la merce viene registrata e a fine spesa viene stampato uno scontrino. C’è una sola differenza: non circola denaro! Gli alimenti infatti hanno un valore in punti i quali vengono scalati dalla tessera della famiglia che decide di comprarli. Il totale dei punti riconosciuti varia a seconda della composizione del nucleo familiare e viene ricaricato una volta al mese. Alla fine di ogni spesa viene rilasciato uno scontrino che riporta i punti scalati, i restanti e il totale assegnato.
Possono accedere a questo servizio nuclei familiari in una condizione di reale e temporanea difficoltà e disagio familiare, lavorativo, economico e/o sociale, tale da non consentire il soddisfacimento delle necessità di base. Ogni famiglia che viene segnalata dagli assistenti sociali dei vari comuni usufruisce del servizio per un semestre, poi la loro posizione viene riveduta e si valuta se prorogare il sostegno o lasciare posto ad altri. La finalità è infatti non solo quella di permettere a chi è in situazione di crisi di raggiungere il maggior grado di autonomia e autosufficienza ma anche quella di imparare a gestire le proprie finanze e a compare solo ciò di cui si ha veramente bisogno. Infatti le persone che fanno la spesa all’Emporio non la fanno mai da sole ma sono accompagnate da dei volontari che li aiutano in questo.
Anche io e Noemi dalla scorsa primavera siamo volontarie presso l’Emporio e devo dire che tra noi e le famiglie si è creato un bel rapporto di amicizia in cui si parla di vari argomenti, si scherza con i bambini e si arriva perfino a scambiarsi ricette. Le persone che vengono a fare la spesa sono sempre felici e molto grate nei nostri confronti.
Attualmente le famiglie prese in carico sono 26 per un totale di 112 persone. Per poter permettere a tutte queste famiglie di fare la spesa, l’Emporio è aperto una mattina e un pomeriggio alla settimana. Purtroppo però ultimamente non riusciamo sempre a garantire questo servizio per la mancanza di volontari.
Altra cosa che scarseggia spesso sono i beni alimentari che, se non arrivano tramite donazioni, devono essere comprati per garantire i generi alimentari di prima necessità come pasta, riso, olio, pomodoro, legumi secchi o in scatola, tonno, latte a lunga conservazione, zucchero, farina, dadi, omogeneizzati. Fortunatamente ci sono associazioni e scuole molto sensibili che, in questi mesi, hanno organizzato delle raccolte di beni alimentari. Anche la nostra parrocchia promuoverà una raccolta di alimenti per l’Emporio dal 10 gennaio. Tutti noi parrocchiani siamo invitati a contribuire a questa raccolta portando qualche alimento che andrà così a disposizione delle famiglie più bisognose della nostra comunità e di quelle vicine a noi.
Ci sono anche altri modi per collaborare con l’Emporio come il volontariato, le donazioni e l’adozione di uno scaffale. Per tutto questo vi invito a visitare il sito http://www.emporiodivillafranca.it/ dove potrete trovare i contatti dell’Emporio .
In cosa consiste? L’Emporio è un luogo in cui vengono messi a disposizione delle famiglie più bisognose generi alimentari di prima necessità. Funziona proprio come un supermercato: gli alimenti sono disposti sugli scaffali, la merce viene registrata e a fine spesa viene stampato uno scontrino. C’è una sola differenza: non circola denaro! Gli alimenti infatti hanno un valore in punti i quali vengono scalati dalla tessera della famiglia che decide di comprarli. Il totale dei punti riconosciuti varia a seconda della composizione del nucleo familiare e viene ricaricato una volta al mese. Alla fine di ogni spesa viene rilasciato uno scontrino che riporta i punti scalati, i restanti e il totale assegnato.
Possono accedere a questo servizio nuclei familiari in una condizione di reale e temporanea difficoltà e disagio familiare, lavorativo, economico e/o sociale, tale da non consentire il soddisfacimento delle necessità di base. Ogni famiglia che viene segnalata dagli assistenti sociali dei vari comuni usufruisce del servizio per un semestre, poi la loro posizione viene riveduta e si valuta se prorogare il sostegno o lasciare posto ad altri. La finalità è infatti non solo quella di permettere a chi è in situazione di crisi di raggiungere il maggior grado di autonomia e autosufficienza ma anche quella di imparare a gestire le proprie finanze e a compare solo ciò di cui si ha veramente bisogno. Infatti le persone che fanno la spesa all’Emporio non la fanno mai da sole ma sono accompagnate da dei volontari che li aiutano in questo.
Anche io e Noemi dalla scorsa primavera siamo volontarie presso l’Emporio e devo dire che tra noi e le famiglie si è creato un bel rapporto di amicizia in cui si parla di vari argomenti, si scherza con i bambini e si arriva perfino a scambiarsi ricette. Le persone che vengono a fare la spesa sono sempre felici e molto grate nei nostri confronti.
Attualmente le famiglie prese in carico sono 26 per un totale di 112 persone. Per poter permettere a tutte queste famiglie di fare la spesa, l’Emporio è aperto una mattina e un pomeriggio alla settimana. Purtroppo però ultimamente non riusciamo sempre a garantire questo servizio per la mancanza di volontari.
Altra cosa che scarseggia spesso sono i beni alimentari che, se non arrivano tramite donazioni, devono essere comprati per garantire i generi alimentari di prima necessità come pasta, riso, olio, pomodoro, legumi secchi o in scatola, tonno, latte a lunga conservazione, zucchero, farina, dadi, omogeneizzati. Fortunatamente ci sono associazioni e scuole molto sensibili che, in questi mesi, hanno organizzato delle raccolte di beni alimentari. Anche la nostra parrocchia promuoverà una raccolta di alimenti per l’Emporio dal 10 gennaio. Tutti noi parrocchiani siamo invitati a contribuire a questa raccolta portando qualche alimento che andrà così a disposizione delle famiglie più bisognose della nostra comunità e di quelle vicine a noi.
Ci sono anche altri modi per collaborare con l’Emporio come il volontariato, le donazioni e l’adozione di uno scaffale. Per tutto questo vi invito a visitare il sito http://www.emporiodivillafranca.it/ dove potrete trovare i contatti dell’Emporio .
Marta Franchini
CLASSE 1997
Noi
ragazzi della classe del 1997 durante l'estate ci siamo impegnati, come è di
consuetudine nel nostro paese, nel
organizzare una serata per festeggiare il raggiungimento della maggiore età. La
serata in questione è stata il 28 agosto. La serata è iniziata con la
celebrazione della Santa Messa. Successivamente ci siamo spostati nel bar Erman
dove il buon Fabio ci ha preparato un sostanzioso aperitivo. Verso le ore
21.30 ci è venuto a prendere il pullman e ci ha portati alla discoteca Chiringuito
di Mantova. Abbiamo consumato la cena nel locale e poi abbiamo ballato e ci
siamo molto divertiti in compagnia. Alla chiusura del locale il pullman è
venuto a prenderci e ci ha condotti nel nostro paese. Una volta arrivati
abbiamo attaccato la poesia e distribuito i corscritti per le vie del paese.
Dopo di ciò abbiamo atteso fino alle 6,30 quando il bar Erman aprì e
abbiamo consumato un abbondante colazione, infine siamo andati a casa molto
assonnati. Noi tutti consigliamo alle classi che ci succedono di portare avanti
questa meravigliosa esperienza perché consente di riallacciare vecchie amicizie
e passare una bellissima serata in compagnia.
Classe 1997
INAUGURAZIONE DEL CAMPANILE
EL CAMPANIL RINGIOVANIDO
QUADERNI 27.09.2015
Eco ghe pasà du ani e se ricatemo ancora quà
prima la cesa adeso el campanil gavemo inaugurà
na alta inpalcadura montada e su e so i restauradori
Con passiensa e competenza i à finio i laori
Se tratava de netar via onto e sporco biso
Par ridarghe la so prima patina e un bel sorriso
Dove servea se ga giustà e rimeso dei tochi
Par far tornar l’armonia e contentar i oci
Lè sta un laoro de cipria e belletto
Par farlo tornar al suo primo aspetto
Ma ghe stà dado anca un pò de sostanza
Par farlo durar tanto anzi abastanza
Netado tuto colori rinforsi sui tufi e contorni
Un buon lavoro durado un pò de giorni
Anca el tempo na dato na man
Tegnendo lontan el temporal
Adeso se pol vardarlo en tuto el so splendore
Ghe luccica ben anca el quadrante co le so ore
de la so cesa cosi bela l’era un pò geloso
ma anca lu adeso el sa vestio da sposo
dovi saver che l’è un bel tipo
longo magro e sempre drito
quel tanto de sfronzoli che basta
e in ponta la croce su la so asta
el se da importanza de portar là in alto le campane
par far arivar la so voce al paese e alle campagne
Adeso el mondo l’è tuto cambià
No se sa par cosa la campana labia sonà
Ma na olta le notissie le arivaa così a distanti e vissini
No ghera mia tv radio internet e telefonini
par dir le novità del paese e dell’universo
na campana e par tuto un rintocco diverso
par dir eco ghe i sposi par le feste e funerali
se sente le campane che sona e par tuti uguali
e par avisar l’arivo de na tempesta
eco che la campana sonava mesta
par vedar le ore e a sentir scandir la giornada
par l’ave maria par mesogiorno par el vespro na sonada
scampanade par la fine de la guerra e la vittoria
finalmente un grazie a Dio un sospiro e un pò de baldoria
adeso l’è diventà tuto difarente
e le campane par che le serva poco o niente
e invesse par la festa par la mesa e la funsion
le ne ricorda sempre l’ora de la devossion
e i nostri campanari a le corde tacadi
ne ricorda la tradission de i nostri avi
scuseme da sti discorsi me son fato la man ciapar
ma volea dirve un pò de storia e del nostro laorar
insieme gavemo meso mestier e giusto amor
podemo dir el campanil el ne restà nel cor
un gran ringrassiamento a tuti quanti
al paroco alla commissione e tuti i abitanti
a regione comune banche ed altri enti
che de aiutarne con qualche scheo i e stà contenti
adeso in paese par sti restauri podemo ben dir
che uniti tuti insieme semo sta boni de finir
e così vardando lasssù in alto de amirar
quel che con fede i nostri padri i è sta boni de far
e così anca noialtri se pol dir de aver fato la nostra parte
par tegner da conto a Quaderni tuta questa bela arte.
QUADERNI 27.09.2015
Eco ghe pasà du ani e se ricatemo ancora quà
prima la cesa adeso el campanil gavemo inaugurà
na alta inpalcadura montada e su e so i restauradori
Con passiensa e competenza i à finio i laori
Se tratava de netar via onto e sporco biso
Par ridarghe la so prima patina e un bel sorriso
Dove servea se ga giustà e rimeso dei tochi
Par far tornar l’armonia e contentar i oci
Lè sta un laoro de cipria e belletto
Par farlo tornar al suo primo aspetto
Ma ghe stà dado anca un pò de sostanza
Par farlo durar tanto anzi abastanza
Netado tuto colori rinforsi sui tufi e contorni
Un buon lavoro durado un pò de giorni
Anca el tempo na dato na man
Tegnendo lontan el temporal
Adeso se pol vardarlo en tuto el so splendore
Ghe luccica ben anca el quadrante co le so ore
de la so cesa cosi bela l’era un pò geloso
ma anca lu adeso el sa vestio da sposo
dovi saver che l’è un bel tipo
longo magro e sempre drito
quel tanto de sfronzoli che basta
e in ponta la croce su la so asta
el se da importanza de portar là in alto le campane
par far arivar la so voce al paese e alle campagne
Adeso el mondo l’è tuto cambià
No se sa par cosa la campana labia sonà
Ma na olta le notissie le arivaa così a distanti e vissini
No ghera mia tv radio internet e telefonini
par dir le novità del paese e dell’universo
na campana e par tuto un rintocco diverso
par dir eco ghe i sposi par le feste e funerali
se sente le campane che sona e par tuti uguali
e par avisar l’arivo de na tempesta
eco che la campana sonava mesta
par vedar le ore e a sentir scandir la giornada
par l’ave maria par mesogiorno par el vespro na sonada
scampanade par la fine de la guerra e la vittoria
finalmente un grazie a Dio un sospiro e un pò de baldoria
adeso l’è diventà tuto difarente
e le campane par che le serva poco o niente
e invesse par la festa par la mesa e la funsion
le ne ricorda sempre l’ora de la devossion
e i nostri campanari a le corde tacadi
ne ricorda la tradission de i nostri avi
scuseme da sti discorsi me son fato la man ciapar
ma volea dirve un pò de storia e del nostro laorar
insieme gavemo meso mestier e giusto amor
podemo dir el campanil el ne restà nel cor
un gran ringrassiamento a tuti quanti
al paroco alla commissione e tuti i abitanti
a regione comune banche ed altri enti
che de aiutarne con qualche scheo i e stà contenti
adeso in paese par sti restauri podemo ben dir
che uniti tuti insieme semo sta boni de finir
e così vardando lasssù in alto de amirar
quel che con fede i nostri padri i è sta boni de far
e così anca noialtri se pol dir de aver fato la nostra parte
par tegner da conto a Quaderni tuta questa bela arte.
Paolo Giacomelli
DAL GRUPPO DEL LUNEDÌ
Dopo la lunga pausa estiva il
Gruppo del Lunedì riprende la propria attività.
Le finalità del Gruppo sono sempre le stesse e sempre più convinte.
Come per il recente passato, non
vogliamo privare Quaderni di alcuni appuntamenti culturali che la arricchiscano
dal punto di vista letterario, storico e musicale.
Questo proposito è irto di
difficoltà perché, come nella maggior parte dei casi, la cultura è la parente
più povera
nei bilanci di tante amministrazioni locali, compresa la nostra.
Pur coscienti delle attuali
ristrettezze amministrative, chiederemmo una maggiore attenzione per il nostro
Gruppo che, da anni e in maniera del tutto disinteressata, vuole portare un
briciolo in più di cultura nel nostro paese.
Constatata la difficoltà di
attenderci aiuti più sostanziosi dall'Amministrazione Comunale, rivolgiamo un
accorato appello agli sponsor, che già in passato ci hanno aiutato, sperando
che anche qualcun altro si aggiunga e ci dia una mano per poter offrire un
calendario ancor più ricco e qualificato.
Per mettere in campo nuove idee e
nuovo entusiasmo ci sarebbe, poi, bisogno di arricchire il Gruppo con nuovi
soci, magari giovani, che offrano nuove idee e prospettive per il futuro: li
accoglieremmo a braccia aperte.
Per venire al dunque, ecco un
elenco dei prossimi appuntamenti:
·
In data ancora da definirsi, ma sicuramente
entro la fine di novembre o i primi di dicembre, organizzeremo una serata sulla
Prima Guerra Mondiale. Lo storico Nazario Barone è riuscito a trovare i dati di
tutti i morti quadernesi. Saremo, inoltre, in grado di proiettare un raro
filmato girato nelle nostre zone nel 1918, scovato da Ugolino;
·
Sempre nell'ambito del centesimo anniversario,
proporremo una seconda serata sulla Prima Guerra Mondiale. La data è ancora da
definire;
·
Giovedì 17 dicembre lo scrittore e attore
Roberto Puliero ci proporrà la sua ultima opera: "LA POESIA DEL
BALON";
·
Il 26 dicembre proporremo in chiesa il nono
appuntamento con il "CONCERTO DI SANTO STEFANO". Arpa, violini e mezzosoprano;
·
In gennaio inoltrato tornerebbe, per recitarci
le poesie di Berto Barbarani, Roberto Puliero, accompagnato da un coro che
canterà le bellissime canzoni dei Ravazzin, tratte dalle riviste degli anni '70
e '80;
·
Non è, poi, escluso che, se trovassimo sponsor
generosi, potessimo proporre la prossima estate una commedia del gruppo
teatrale "LA BARCACCIA" nel teatrino all'aperto.
Alpidio
A RAVENNA CON I GIOVANI DELL TERZA ETÀ
Il Gruppo che cura le attività
ricreative e culturali per i giovani della terza età ha proposto la visita a
una delle più belle e singolari città italiane: Ravenna.
Ci ha accompagnato Don Pablo,
profondo conoscitore della città e studioso dei tesori in essa conservati.
Un paio di giorni prima della
partenza egli stesso ha voluto radunarci in Patronato per una anticipazione di
ciò che saremo andarti ad ammirare, deliziandoci con un excursus storico,
artistico e interpretativo dei tesori d'arte e di cultura religiosa di Ravenna.
Occorre ricordare che
questa città è stata la capitale di tre imperi: dell'impero romano d'occidente,
del regno di Teodorico re dei Goti e
dell'impero bizantino in Europa. Il suo
era uno dei due porti che ospitavano l'intera flotta militare romana.
Ravenna è un esempio unico al
mondo di quell'arte del mosaico che trovava ispirazione nella corte imperiale
di Costantinopoli e nell'iconografia dei primi secoli del cristianesimo, piena
di simboli dai significati reconditi.
Una guida competente e
disponibile ci ha accompagnato nella visita dei gioielli della città,
patrimonio dell'umanità: il mausoleo di Galla Placidia, la basilica di San
Vitale, la basilica di Sant'Apollinare Nuovo, la tomba di Dante Alighieri, il
battistero degli Ariani e il battistero Neoniano.
Tutti siamo rimasti increduli,
soprattutto, durante la visita del mausoleo che, ad un aspetto esterno modesto e
quasi insignificante contrappone un interno fantastico col quel cielo stellato
della volta e con lo splendore dei
mosaici simboleggianti la vittoria della vita sulla morte.
Lasciata la città ci siamo recati
nella vicina località di Classe dove abbiamo pranzato in un ristorante molto
accogliente e signorile, circondato da un parco da sogno.
Nel pomeriggio abbiamo visitato
con la guida di padre Pablo la più imponente e maestosa delle cattedrali di
Ravenna: Sant'Apollinare in Classe,
altro inimitabile gioiello dell'arte bizantina in Italia.
Abbiamo preso la strada del ritorno
con gli occhi ancora pieni di meraviglia e, culturalmente, molto più ricchi.
Alpidio
“MISERICORDIAE VULTUS”
L’Anno
Santo aperto l’8 dicembre da Papa Francesco vuole essere un momento forte, un
periodo propizio di rinnovo e ricucitura delle relazioni fra gli uomini e con
Dio.
Per
l’Antico Testamento il Giubileo è una periodica revisione delle relazioni che
esistono nel popolo, per riportarle in una prospettiva di giustizia e di
riconciliazione, tramite tutta una serie di disposizioni molto impegnative
quali il riposo della terra, la restituzione delle proprietà, la remissione dei
debiti, la liberazione degli schiavi.
Per
tutti c’è la possibilità di tornare “liberi”, l’ebreo torna “uomo libero” come
lo vuole Dio. Non è solo un ricordo della liberazione dall’Egitto, ma è
un’esperienza vitale per tutte le generazioni: essere tutti insieme oggetto
della misericordia di Dio.
Tutto
nasce dalla necessità di riconoscere il vero volto di Dio, “un Dio – scriveva
il cardinal Martini – che non può sopportare che quanti ha amato e liberato
diventino a loro volta oppressori”.
Papa
Francesco ha un’idea diretta della misericordia: “O siamo gente che si lascia
amare da Dio o siamo degli ipocriti!” e ancora “O ti lasci amare, accarezzare
dalla misericordia di Dio, o fai quello che vuoi secondo il tuo cuore che si
indurisce sempre di più”.
La
misericordia, nella sua logica, non è solo un atteggiamento pastorale è la
sostanza stessa del vangelo di Gesù, è il volto e l’agire di Dio e compito
della Chiesa è lasciare che si manifesti.
Nel
quadro che Papa Francesco delinea c’è un invito preciso ai sacerdoti, in particolare,
ma anche a tutti i cristiani, più volte ripetuto in vari modi: “quello che fa
lo Spirito nel cuore delle persone, i cristiani con psicologia di dottori della
legge distruggono”, “al centro della legge c’è l’amore per Dio e per il
prossimo”, “non giudicare e non condannare”. Quando non vivo l’amore di Dio dò
scandalo, non lascio vedere il suo volto.
Papa
Francesco ha ritenuto “necessario” questo anno giubilare, tutto inserito in una
visione della realtà, storia attuale, con tre problemi di fondo molto gravi:
- Necessità di riconciliazione in un tempo in cui si sta combattendo “la terza guerra mondiale a pezzi”.
- Attenzione “all’economia che uccide”.
- L’ecologia (vedi enciclica Laudato sì) che deve essere il fulcro del buon rapporto con Dio e l’uomo.
Il
Giubileo è un dono per tutti, perché tutti possano ritrovare un’occasione per
recuperare la misericordia come fondamento del legame sociale e della
solidarietà.
Dono
alla Chiesa perché recuperi il Vaticano
II, dove troviamo la base della bolla.
Nel
Vaticano II troviamo la relazione tra
Dio e l’uomo (Dei Verbum), chiamata a
diventare la base delle relazioni all’interno della Chiesa (Lumen Gentium) e della Chiesa con il
Mondo (Gaudium et Spes).
Tutti
noi cristiani possiamo essere segno di misericordia e di riconciliazione,
umana, sociale ed ecologica. Possiamo guardare con fiducia al futuro.
Tutto
deve diventare Grazia.
Pieni
di Grazia possiamo creare un mondo nuovo!
Riflessioni
guidate da don Gianpietro Fasani all’assemblea
degli operatori parrocchiali.
AL MOMENTO GIUSTO: ADORAZIONE CANTATA
Calore. Luce. Pace. Queste
tre parole mi sono venute in mente quando Marta mi ha chiesto di raccontare
come ho vissuto la veglia di preghiera a Quaderni del 16 ottobre, che ho
animato nel canto insieme ad altri amici del Gruppo Giovani Val d’Illasi,
Alberto e Anna. La proposta di Marta, inizialmente, mi ha fatta un po’
sorridere, perché da tre anni, da quando abbiamo iniziato ad organizzare e
animare le veglie di preghiera per i giovani della nostra zona, ci siamo sempre
preoccupati che chi rispondeva al nostro invito a partecipare agli incontri,
riuscisse a pregare, a vivere bene l’Incontro. Ci siamo sempre preoccupati di
essere “strumenti” per accompagnare e favorire questo evento speciale. Invece, grazie
a questa occasione, a questa “missione fuori porta”, ho capito che la prima
destinataria, la prima bisognosa di incontrare Gesù sono io, siamo noi che
riceviamo, che ci lasciamo accompagnare, noi che ci mettiamo a disposizione,
assorti nel canto, nella preghiera.
Perché di questo si tratta, di preghiera. Abbiamo detto Sì a questa proposta, e quanta
Grazia ne è derivata! Quando cantiamo, e credo ancor di più quando lo facciamo
insieme, la musica diventa un canale, un ponte diretto tra i nostri sogni, le
paure, i dubbi, il nostro cuore e quello di Dio. Sentire che le persone
presenti in chiesa, indipendentemente dall’età, pregavano con noi, pur senza
conoscere tutte le canzoni, senza nemmeno conoscere noi, è stato emozionante! Mi
ha fatta sentire a casa, in famiglia, mi ha fatta sentire parte viva e attiva
della comunità, della Chiesa. Ma soprattutto, quel sasso che ho preso dal cesto
sotto l’altare, quella pietra che tutt’ora fatico a togliere dal muro e a porre
davanti a me per farne piccola Strada, mi sta insegnando ancora quanto
necessitiamo di fermarci, di contemplare quella Luce, di lasciar fluire parole
dal cuore, non importa se in musica o nel silenzio… Mi sta insegnando quanto
abbiamo bisogno del calore di quell’abbraccio, quella luce sfavillante nel
buio, quella pace e serenità del cuore per poter percorrere questa piccola e
avventurosa Strada.
Grazie per questa preziosa opportunità!
Martina
MEETING 2015: HOPERAZIONE SPERANZA!
Domenica
primo ottobre, al Palazzetto dello sport di Verona, più di quattromila ragazzi si sono ritrovati insieme per
condividere la gioia della vita di cristiani, come ogni anno, anche noi Ado di
Quaderni ci siamo fatti sentire: un bel gruppetto è partito la mattina stessa, mentre i diciassettenni
hanno iniziato la loro avventura addirittura il sabato precedente! La giornata è iniziata, come al solito, a suon di balletti e, dopo
una breve introduzione di Don Nicola e Suor Tina, è giunto il momento della “provocazione”, uno spettacolo che introduce il tema dell’incontro. Quest’anno si
parlava di Speranza che, come si dice, “è l’ultima a morire”, o
meglio ancora “non muore mai”, che
ci è sempre accanto ma che spesso siamo noi a non vedere.
Grazie a molti gesti che ci sono stati proposti, al meraviglioso lavorar del
gruppo teatrale e alle profonde parole del nostro vescovo, presente con noi per
celebrare la Messa, siamo tornati a casa con un cuore davvero colmo di
speranza, negli altri, nel futuro, nella vita, in Dio, ed anche pieno di
felicità ed allegria, grazie alla successiva festa, un finale
davvero da s-ballo per questo meeting! Per me è stata
un’esperienza straordinaria ritrovare così tanti ragazzi uniti in un clima di gioia e felicità e spero che questa mia testimonianza porti, a quanti
di voi stanno attraversando un momento difficile, la forza per cercare questa
Speranza che, sebbene si nasconda, a volte, durante i periodi più bui della vita, non ci abbandona mai.
Sofia
Lonardi
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