Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

27 marzo 2015

IN CAMMINO VERSO LA PASQUA

Ogni evento importante ha un tempo di attesa in cui ci prepariamo, assaporando in anticipo, quello che aspettiamo.  Pure la Chiesa, nella sua materna pedagogia, ci prepara nella Quaresima per poter celebrare il Mistero Pasquale, attraverso le celebrazioni liturgiche e gli atti di pietà: “vestendo il nudo, sfamando all’affamato, visitando il malato” (cfr. Mt, 25, 35 ss.), pregando e digiunando, soprattutto di opere e parole sterili o dannose che nuocciono la nostra anima. Così, camminando verso il Golgota nella speranza che nella Grande Veglia, madre di tutte le veglie, pure noi troveremo la tomba vuota e l’Angelo che ci dice “non è qui, è Risorto” (Mt 28, 6). 
La Pasqua non è soltanto una festa, è “LA FESTA” da dove scaturisce la fede della Chiesa, fondamentata nella parola di chi lo ha visto Risorto, tramandandola come pegno della nostra salvezza di generazione in generazione fino alla fine dei tempi. E noi, Corpo Mistico di Cristo, morti e risorti con Cristo nel nostro Battesimo, siamo invitati a testimoniare a chi ci chiede ragione della nostra fede a non cercare “tra i morti Colui che è vivo” (Lc 24,5-6). 
Oggi, di fronte a tanta incredulità e indifferenza, forse a chi non crede non li basta la nostra testimonianza; forse anche la nostra fede è fiacca, e continuiamo a cercalo altrove, dove non c’è. Invece, “fin dalla creazione del mondo, le cose invisibili di Dio sono contemplate dall'intelletto attraverso le creature” (Rm 1,20).  In base a questa affermazione di San Paolo, secondo quanto insegnano i padri della Chiesa, nella storia dell’umanità sono avvenute due Rivelazioni da parte di Dio: una che ci è stata tramandata direttamente dagli Apostoli e Profeti, ed è contenuta nelle Sacre Scritture; l’altra più antica, è rivolta a tutta l’umanità, e ci parla attraverso la natura stessa da Lui creata. Mi spiego: ci sono due libri scritti da Dio, quello della Sua Parola, la Bibbia, e quello della Creazione; perciò sembra che nella Pasqua anche tutto il creato dica: “non è qui (nella tomba), è Risorto” (Mt 28, 6).
Non a caso il Signore ha voluto Risorgere quando la natura risorge, perché così, a dare testimonianza della Sua Vittoria sul peccato e sulla morte siano anche le sue creature. Se l’uomo tace di fronte a Dio, non solo “grideranno le pietre” (Lc 19, 40) ma tutta la creazione canterà che la morte non ha vinto, che la tomba è vuota. Dalle Sue creature, chi canta la Pasqua con più vivacità è, come lo chiamò San Francesco, “Messer lo frate sole”: allontanandosi in inverno, tutto il creato soffre una certa morte; invece al suo ritorno, in primavera, tutto rinasce. Vediamo pure in questo periodo come, dalla terra irrigidita dall’inverno iniziano a spuntare germogli e come i fiumi ricevono le acque dai ghiacci liquefatti e così tutto comincia a rivivere. In primavera si rinfranca il cuore dell’uomo; man mano cresce la luce e spunta il verde nuovo siamo proclivi ad essere più fiduciosi. Impariamo dunque dalla terra a rigettare l’asperità invernale avvicinandoci a Cristo, “Sole di Giustizia” (Mal 3, 20), predisponendo i nostri cuori ad essere irrigati e dissetati dall’Acqua che sgorga dal fianco aperto di Cristo Risorto per accrescere nella Fede, nella Speranza e nella Carità: “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita(Ap 21, 6).
Nella Notte Santa di Pasqua, rigenerati dall’acqua, pure i nostri sensi ci aiutano a percepire la presenza di Gesù e ad arricchire la nostra fede: dall’udito che ascolta l’Alleluia e il suono festoso delle campane; l’incenso che ci ricorda che noi siamo per Dio il buon odore di Cristo fra quelli che sono salvati” (2 Cor, 2, 15); illuminati dal fuoco del Cero, simbolo di Gesù Risorto, ognuno di noi illumina e viene illuminato dagli altri, divenendo “Luce da Luce” e come comunità “luce del mondo” (Mt 5, 14). Sembra che in ogni cosa si ascolti Colui che crea e redime “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).
Cristiani, uomini e donne nuove, partecipiamo alla profezia del nuovo Tempio. “Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere” (Gv 2, 19). Abbiamo detto che siamo noi il Corpo Mistico di Cristo, il Vero Tempio del Signore, ma non solo singolarmente, se non come Ecclesia, come comunità giacché, come insegnano i Padri della Chiesa, “Unus Christianus, Nullus Christianus”. Ognuno di noi viene impiegato nella costruzione del Nuovo Tempio, immagine della comunità cristiana “come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale” (1 Pe 2, 5). In base a questa promessa ci auguriamo che la nostra comunità sia per il mondo quello che Gesù spera di ogni comunità cristiana e chi ancora non crede possa trovarLo a Quaderni che gli dice “Metti qui il tuo dito…” (Gv 20, 27).
P. Pablo Zambruno

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