Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

1 marzo 2015

CHARLIE HEBDO: ALCUNE RIFLESSIONI



Il 7 gennaio 2015 un attentato terroristico di matrice islamica alla sede parigina del  settimanale satirico francese "Charlie Hebdo" ha provocato la morte di dodici persone.
Il fatto ha destato profonda impressione e indignazione in tutto il mondo occidentale e nello stesso mondo islamico, che ha affermato di non riconoscersi in questa azione delittuosa. Moltissime sono state le manifestazioni in cui i partecipanti esibivano un cartello con scritto "JE SUIS CHARLIE HEBDO".
Perché una fazione terroristica che ha  affermato  di rifarsi alla cultura religiosa islamica ha voluto punire in maniera così crudele un giornale satirico, accusandolo di blasfemia?
Nessuno di noi qui a Quaderni prima dell'attentato, credo, abbia avuto modo di leggere il giornale satirico francese, di apprezzarne o condannarne le vignette spesso pesantemente offensive non solo verso l'Islam ma anche verso il Cristianesimo e verso l'Ebraismo. E' obbligatorio, quindi, porsi delle domande in linea di principio.
Ecco la prima domanda: "E' lecito uccidere in nome di Dio?"
E la seconda: "Si può mettere in ridicolo tutto? La libertà di espressione ha dei limiti?
Per noi occidentali la risposta alla prima domanda è quasi superflua. Oggi non si può farlo, anche se sfogliando i libri di storia troviamo la testimonianza di guerre e di enormi carneficine messe in atto dai cristiani al motto "Dio con noi".
La risposta alla seconda domanda è più problematica e spero che altri quadernesi come me se la siano posta.
La libertà di esprimere delle opinioni si deve , dunque, applicare a tutto o deve tener conto che viviamo in una società con diversi credo, diverse sensibilità, diversi codici morali.
Abbiamo sentito alcuni capi religiosi mussulmani e cristiani, tra cui Papa Francesco, che non suo linguaggio semplice e colorito ha paragonato la messa in ridicolo delle proprie convinzioni religiose a un'offesa pesante rivolta alla propria madre.    
Allora che fare, cosa pensare? Riesumare la censura  è un'ipotesi assurda e retrograda. Reintrodurre la punibilità ai sensi di legge del delitto di blasfemia, dopo che esso ne è stato depennato già dal 1999, riducendola ad illecito amministrativo, è impensabile
Io penso che in una società che si va facendo anche nel nostro paese sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa (250 stranieri) si debba puntare all'integrazione. Per far questo è indispensabile avvicinarsi con amore al nostro prossimo, cercando di conoscerlo più intimamente, di comprenderne usi e cultura, anche religiosa.
Solo così non sentiremo il nostro prossimo come cosa altra. Solo così potremo usare atti e parole che non offendano la sua sensibilità e, in ultima analisi, capire che la nostra libertà ha dei limiti, che non sono limiti dettati da articoli di legge, ma persone in carne e ossa.
                                                                                                                                                 Alpidio



Nessun commento:

Posta un commento