Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

21 ottobre 2014

LA BARCACCIA A QUADERNI

È stata un’indovinata intuizione del Gruppo del Lunedì e del GASQ. quella di invitare qui da noi, a Quaderni, domenica 22 giugno 2014, nel teatrino all’aperto del Centro Sociale la compagnia teatrale “LA BARCACCIA” con la commedia di E. Palmieri: “QUANDO AL PAESE MEZOGIORNO SONA”.
Le gradinate del teatro erano piene, stracolme di gente seduta e anche in piedi oltre la balaustrata. Un pubblico attento, che ha dato l’impressione di divertirsi molto gustandosi la straordinaria bravura di questa formidabile combriccola di attori che, sotto la sapiente guida del leader e regista Roberto Puliero, per un paio d’ore ci ha fatto non solo divertire ma anche riflettere.
Nella divertente piece teatrale l’autore ritrae una famiglia di proprietari terrieri, usando una mordace penna che sembra intinta non nell’inchiostro ma nel vetriolo. “CASTIGAT RIDENDO MORES” - dicevano i latini, “corregge i costumi ridendo” nella traduzione.
L’unica lieve speranza che l’autore lascia intravedere è riposta nei giovani, nelle generazioni future, perché degli adulti si può ben dire che “IL PIÙ PULITO HA LA ROGNA”.
Visto il successo dell’iniziativa, c’è in noi e, penso, in tutti il desiderio di far tornare il teatro qui a Quaderni, soprattutto in quel delizioso spazio che è il teatrino all’aperto.
Ci sono, però, grossi problemi di carattere economico. È certo che l’attività del Gruppo del Lunedì proseguirà nella prossima stagione autunnale. Saranno proposte un paio di conferenze, una delle quali forse proprio con Roberto Puliero ma le ristrettezze di bilancio non ci consentiranno di proseguire oltre.
L’Amministrazione Comunale – pur ripetutamente sollecitata – quest’anno ha chiuso i rubinetti e ha tagliato (almeno a tutt’oggi) anche il modestissimo ma vitale contributo che negli anni scorsi stanziava per le attività culturali del Gruppo.
Se le cose resteranno così, nonostante la presenza di sponsor che, di volta in volta, coprono una parte delle spese e nonostante l’impegno e l’entusiasmo degli organizzatori, quest’anno non sarà possibile proporre a dicembre il tradizionale e tanto apprezzato “Concerto di Santo Stefano” e la vita del Gruppo del Lunedì, dopo anni di attività costellata da mostre fotografi che, concerti, conferenze, spettacoli e ricca di buoni risultati, cesserà per inedia.







DONATORI DI SANGUE: INTERVISTA AL NUOVO PRESIDENTE

Sabato 23 agosto, i donatori di sangue hanno organizzato la loro festa. La Sezione di Quaderni della FIDAS, in collaborazione con la Sede Provinciale, ha promosso questa serata per ringraziare tutti i donatori attivi, per sensibilizzare altre persone alle donazioni di sangue e, perché no, per raccoglire dei fondi.
La festa si è svolta come da tradizione: la Santa Messa alla presenza delle autorità locali, delle rappresentanze delle Sezioni dei paesi vicini e delle Associazioni del paese. Si è proseguito con la deposizione di una corona al monumento dei caduti, poi, in corteo verso gli impianti sportivi dove sono stati premiati i donatori benemeriti. Ci siamo seduti a tavola rallegrati da buona musica in una serata, un po’ freschina, per la verità ma ricca di simpatia e partecipazione.
Da non dimenticare, nel corso della premiazione, la consegna alla moglie Angela di una targa in memoria di Franco Franchini, che per tanti anni è stato il nostro presidente e che quest’anno ci ha lasciato. È stato insieme a Francesco Zago, nel 1968, uno dei fondatori del Gruppo di Quaderni - allora San Camillo.
Con le elezioni tenutesi lo scorso aprile, il figlio Diego è stato designato nuovo presidente. Il nostro giornale mi ha incaricato di fare fatto quattro chiacchere con lui. Diego mi ha detto che, oltre a lui, c’è stata una ventata di gioventù nel nuovo direttivo. Sono stati eletti: Massimo Franchini vice-presidente, Nicolò Turrina segretario, Gilberto Olivieri, tesoriere, Simone Albamonte, Alberto Cordioli, Marco Cordioli, Andrea Derossi, Filippo Franchini, PierCarlo Franchini, Armando Vanoni, consiglieri ed Eros Franchini, consigliere onorario.
Abbiamo ripassato insieme brevemente la storia del gruppo. Mi ha ricordato i vecchi presidenti, tra cui Impero Ciresola, Mario Olivieri, Aldo Perina, Lino Franchini e Gilberto Olivieri.
Con un po’ di malinconia mi ha confessato che qualche anno fa gli iscritti erano molti di più. "Adesso" racconta Diego "siamo comunque una settantina". Quali le cause? Pensa che siano da cercare nella poca comodità per donare, visto che per farlo occorre andare fino a Bussolengo e solamente il secondo mercoledì del mese e i fine settimana a Villafranca? "Probabilmente bisogna includervi anche i controlli sempre più numerosi e laboriosi, al fine di garantire una maggiore sicurezza. Certo questi sono punti su cui dovremo riflettere e lavorare".
"Lavorare non da soli" prosegue Diego "ma sempre in sinergia con i gruppi dei comuni vicini che fanno parte della nostra Zona e del Direttivo Provinciale. A tal proposito, sono sempre presenti nostri rappresentanti alle riunioni che si tengono durante l’anno. Questo, per quel che riguarda L’esterno. Qui a Quaderni, nella nostra realtà, cercheremo di collaborare con tutte le associazioni che operano nel volontariato con un dialogo provilegiato nei confronti di quei gruppi che hanno “rinverdito” i loro vertici. Con loro si stanno cercando nuovi progetti e percorsi da realizzare insieme".
Come funziona il Gruppo? Alla mia domanda Diego risponde che il Direttivo si riunisce circa una volta al mese per controllare i resoconti delle donazioni, eventuali sponsorizzazioni, spese sostenute e organizzazione di manifestazioni. "Non credere che tutto si svolga tranquillamente: talvolta si accendono vivaci discussioni ma alla fine si giunge sempre a una giusta mediazione. Io" prosegue Diego "penso che sia meglio che tutti portino le loro idee e non restino indifferenti. Sulle idee si può discutere, sul nulla no".
Uno degli argomenti di discussione è la richiesta al Comune di fondi. Ora, rispetto al passato, occorre presentare una domanda con bilanci consuntivi e preventivi e con motivazioni e finalità del Gruppo. "Riceviamo" continua Diego" anche dei fondi dalla Sede Provinciale; denaro che viene depositato su un conto postale per far fronte ad evenuali future necessità o iniziative benefiche come, per esempio, la consegna a tutti i bambini della scuola materna ed elementare del nostro dolce tradizionale: il puoto o, magari, per aiutare qualche manifestazione sportiva del paese".
Ti faccio, ora, una domanda un po’ più impegnativa. Quanto mi hai detto è importante ma, in sostanza, perché un giovane dovrebbe donare il sangue? "Per almeno un paio di motivi" risponde Diego. "Il principale è che qualcuno che non conosci o qualcuno che conosci oppure, addirittura, tu stesso potresti aver bisogno di sangue per vivere o per curarti. Il secondo, forse meno importante sul piano del volontariato, riguarda i severi controlli medici cui sei sottoposto per poter donare sangue. Una significativa tutela per la tua salute".
Qual è lo spirito che anima il donatore? C’è qualcosa oltre la sensibilità sociale, c’è uno spirito cristiano di amore per il prossimo? Diego ritiene che non tutti siano animati da carità cristiana, ma si dice convinto che chi fa del bene in modo disinteressato sia comunque da ammirare.
Infine il Presidente lancia un forte messaggio: “Venite a donare il vostro sangue, c’è bisogno di tutti!”.
Flavio


EDUCARE ALLA CUSTODIA DEL CREATO, PER LA SALUTE DEI NOSTRI PAESI E DELLE NOSTRE CITTÀ

Dalla conferenza episcopale italiana:  
9° GIORNATA PER LA CUSTODIA DEL CREATO 

IL DEGRADO DELLA CREAZIONE
I vescovi entrano nel dettaglio non solo indicando “alcune aree critiche dove il degrado è particolarmente evidente”, ma anche ricordando come “spesso il degrado esterno manifesta la corruzione interiore del cuore e dei valori fondativi della vita”. Tra le criticità vengono individuati innanzitutto l’inquinamento, “sempre più pervasivo”, perché non sempre le attività produttive sono condotte col dovuto rispetto, complice la sete di profi tto che spinge a violare l’armonia dell’ambiente facendo violenza sul territorio col risultato di un grave rischio per la salute delle persone.
In secondo luogo, le conseguenze degli eventi meteorologici estremi:è confortante per gli esperti che il messaggio accolga senza riserve la tesi dei fi sici dell’atmosfera, indicando come la cosa più grave sia “la carente consapevolezza da parte della comunità civile nazionale circa le vere cause che, a monte, determinano questi tristi eventi!”, che gli scienziati addebitano, per la stragrande maggioranza dei casi, alla responsabilità umana.
Occorre cambiare registro, perché la nostra risposta non può limitarsi ad una sterile emotività: “restiamo sì addolorati, ma poco rifl ettiamo e ancor meno siamo disposti a cambiare, per mettere in discussione il nostro stile di vita!”. Degno di una seria rifl essione quello che viene indicato come “terzo fattore di gravità”: “la mancanza di una vera cultura preventiva davanti ai tanti disastri sociali e meteorologici. È l’aspetto culturale del problema, di certo l’aspetto più preoccupante, perché completa il quadro globale della violazione del giardino di Dio”. Eppure papa Francesco ha scritto: “Siamo infatti tutti chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo” (Evangelii gaudium 216).

UN NUOVO RUOLO CULTURALE
Di qui la necessità di risanare queste ferite. Riaffi ora tra le righe quella bella espressione del messaggio 2012: “Guarire è voce del verbo amare”. “La conoscenza ecologica è in consolante crescita”, nonostante talvolta si assista a “dolorose contrapposizioni tra ambiente e lavoro”, specialmente nelle aree industriali. Dobbiamo garantire per noi e i nostri fi gli un ambiente sostenibile, ma abbiamo una parola-chiave che il papa ci ha affi dato: “custodire”. Un impegno per tutti gli abitanti del pianeta, dal momento che “la vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, perché ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo".
In vista del convegno ecclesiale di Firenze 2015, i vescovi suggeriscono alcuni impegni. Un nuovo impulso culturale da declinare in termini di “educazione”. Se la terra ci appartiene, siamo tutti chiamati ad accrescere la nostra conoscenza ecologica, a partire dai più giovani da educare al senso di meraviglia e stupore, ma anche alla capacità critica per cogliere le ingiustizie nell’attuale modello di sviluppo. La denuncia davanti ai disastri ecologici: occorrono persone che si facciano “sentinelle del territorio”, che svelino alla comunità la gravità di certe situazioni: “Chi ha tristemente inquinato, deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto”.
Dalla criminale speculazione sui rifi uti fi no alle tante piccole violazioni quotidiane: per un cristiano tutto è oggetto di una coraggiosa denuncia. Ma non possiamo fare da soli: la conclusione del messaggio è all’insegna di una speranza sociale. Occorre “fare rete lasciandoci coinvolgere in forme di collaborazione con la società civile e le istituzioni per maturare insieme una “rinnovata etica civile” ”. I giovani sono le sentinelle più vigili della nostra coscienza ecologica: “Con loro e con lo sguardo negli occhi dei nostri bambini possiamo ancora sperare a spazi di armonia e di vita buona”.


8 ottobre 2014

LA DRAMMATICA SITUAZIONE DELLA SIRIA



ABBIAMO L’ONORE E IL PIACERE DI OSPITARE UN ARTICOLO SCRITTO APPOSITAMENTE PER IL NOSTRO GIORNALE DA MONS. MARIO ZENARI NUNZIO APOSTOLICO IN SIRIA
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 Damasco, agosto 2014

Ai gravi malanni che già affliggono la Siria si è aggiunta ultimamente anche la disgrazia di essere poco a poco dimenticata e di scomparire dai radars della Comunità Internazionale. Non erano ancora apparsi i primi germi della cosiddetta “primavera araba”, con speranze di democrazia, libertà e diritti umani, che la Siria ha cominciato a sperimentare le tristi conseguenze di una dura repressione e di una inaudita violenza da entrambe le parti in conflitto: 170 mila vittime, di cui circa 10 mila bambini, 7 milioni di sfollati interni; 3 milioni di rifugiati nei Paesi vicini; in media ogni 60 secondi, stando ad un Istituto di ricerca che ha sede a Ginevra, una famiglia siriana è costretta a lasciare la propria abitazione; inoltre, più di un milione di case distrutte o semidistrutte; ugualmente una novantina di chiese e diverse moschee; circa il 60% degli ospedali distrutti o inagibili e così pure diverse scuole, fabbriche e infrastrutture varie; circa 11 milioni, su un totale di 23, hanno bisogno di assistenza umanitaria; inoltre, più di 200 mila sono da parecchi mesi assediati, senza possibilità di ricevere soccorsi o uscire dall’accerchiamento. E che dire delle distruzioni provocate negli animi della gente col sorgere di sentimenti di odio e vendetta ?
Fanno impressione le numerose vittime innocenti, in particolare i bambini. Ne ho conosciuti diversi anche a Damasco . Solo qualche esempio : nel mese di novembre 2013 alcuni mortai sono caduti nei pressi di 2 scuole elementari cristiane proprio mentre i bambini stavano per prendere l’autobus che li riportava a casa.
 Una decina di loro non hanno mai più riabbracciato i loro genitori, diversi altri sono finiti in ospedale. Il Martedì Santo altri mortai sono caduti sul cortile di una scuola elementare armeno-cattolica qualche minuto prima delle 8, ferendo, più o meno gravemente, un centinaio di bambini. Il banco di Elia, 10 anni, è rimasto vuoto per sempre. I suoi genitori l’avevano desiderato e atteso per 9 anni e il fratellino più piccolo, 4 anni, continua a chiedere quando Elia tornerà a casa.
Visitai alcuni di loro all’ospedale il Sabato Santo. Accanto al letto di Laurine, 9 anni, quinta elementare, stavano i suoi genitori in atteggiamento di composto, anche se grave, dolore. Le avevano dovuto amputare entrambe le gambe. Era piuttosto agitata. La Suora infermiera mi disse che cominciava a rendersi conto della disgrazia che le era capitata e chiedeva al Signore il perché di tutto questo. Il giorno seguente, solennità di Pasqua, verso le 11 udii uno scoppio assordante come quello di un fulmine. A qualche centinaio di metri da dove abito, cadde un mortaio su un terrazzino di una casa uccidendo sul colpo un papà assieme ai due figli, uno di 4 e l’altro di 11 anni. I corpi erano irriconoscibili. Qualche settimana più tardi, sempre a Damasco, Anton, 11 anni, e Michel 3, stavano sul poggiolo della loro abitazione aspettando la mamma per andare ad una festa di famiglia. Un razzo li colpì in pieno. C’è chi dice di aver visto una gran luce, inspiegabile.
E ancora, come non ricordare il bambino di Homs raggiunto da un proiettile mentre correva a casa tenendo stretta in mano la spesa del pane ? E la bambina di Hauran colpita pure da una pallottola mentre accompagnava al cimitero un sua amichetta ? E quanti sono morti sotto le bombe ! Dieci mila “teneri fiori” spazzati via da una violenta e cieca bufera.
E che dire di tanti, troppi bambini malnutriti, che soffrono la fame ? Basta sentire l’anziana Suor Patrizia, Francescana originaria di Avellino e responsabile di un Dispensario, ora spesso sprovvisto di medicinali, a Knieh, al nord della Siria. In mancanza di latte, ai bambini viene data da bere l’acqua delle patate bollite.
Si tratta di un’enorme sofferenza trasversale, che colpisce indistintamente tutta la popolazione siriana, anche se in alcuni villaggi i cristiani sono stati particolarmente provati, come a Maaloula, a circa 50 km. a nord di Damasco, dove si parla ancora oggi l’aramaico, la lingua di Gesù, o a Sadad e Kassab. Un giorno Suor Patrizia vide a Knieh una donna piangere mentre stava guardando fuori dalla finestra : “Suora stanno tirando giù la croce dalla chiesa, ma la Vergine Maria saprà proteggere i cristiani !” Qualche mese dopo, il gruppo ultra-radicale Isis si spostò sul fronte orientale. I combattenti meno estremisti che li sostituirono permisero che la croce fosse rimessa e così pure il suono delle campane.
P. Frans van der Lugt, un anziano Gesuita olandese, che spese tutta la sua vita in Siria, volle rimanere con la povera gente assediata nel quartiere della città vecchia di Homs e condividere i loro stenti e sofferenze. Poco prima di Pasqua un individuo gli sparò un paio di colpi alla testa. Partecipai al suo funerale. Non era presente la salma, perché nessuno, né vivo né morto, può entrare o uscire da un quartiere assediato. Qualche tempo dopo, l’assedio, che era durato due anni, venne finalmente tolto. La sua tomba è ora meta di pellegrinaggi sia di cristiani che di mussulmani. La Siria è in gran parte desertica; ora in tutti i sensi. Persone come queste sono stupendi “Fiori del deserto”.

 Mons. Mario Zenari Nunzio Apostolico in Siria


1 ottobre 2014

SECONDA ESTATE IN MUSICA

Anche quest’anno, sull’onda del grande successo dei festeggiamenti del 170° anniversario del corpo bandistico, abbiamo voluto riorganizzare la festa che abbiamo intitolato “ESTATE IN MUSICA”. Speriamo possa diventare un appuntamento fisso dell’estate di Quaderni come lo sono parecchie feste organizzate dalle associazioni del paese. Diciamo che questo evento lega il 170° anniversario del gruppo con il 40° anno di fondazione delle Majorettes che festeggeremo il prossimo anno “1975-2015”.
Data importante e significativa per noi e per tutte le ragazze che ne hanno fatto parte nel corso degli anni. La festa è fatta di musica, festeggiamenti, brindisi, sfilate, concerti ma non dobbiamo dimenticarci la finalità principale di tutto questo; la promozione della cultura musicale bandistica alle nuove generazioni. La musica non è fatta solo dalle orchestre, punto di arrivo per chi vuole intraprendere una carriera musicale, ma parte dal basso e specialmente dalle associazioni di volontariato, bande, cori, piccole orchestre e dai ragazzi che frequentano i corsi di musica.
Il Maestro Muti, eccellenza del nostro patrimonio musicale, durante il festival di Ravenna nel 2008 disse testualmente: “L’opera lirica è forse l’espressione artistica che maggiormente ha contribuito ad avvicinare la cultura accademica a quella popolare. La sua diffusione al di fuori dei Teatri non sarebbe stata così ampia e profonda senza il contributo delle Bande musicali”.
Teniamoci ben stretta questa considerazione a lavoriamo tutti per questa finalità. Fortunatamente, vista l’estate capricciosa, i due giorni di festa che sono stati organizzati sono stati baciati dal sole, sono stati un momento, se pur breve, di festa e spensieratezza e che aiutino a raggiungere sempre maggiori successi rendendoci orgogliosi di portare il nome di Quaderni in tante piazze Italiane e all’estero.
Noi ce la metteremo tutta. Buona musica a tutto il paese di Quaderni!!!!