Carissimi amici! Karibu!
Vi scrivo dopo la mia esperienza missionaria in
Kenya, per condividere con voi un viaggio all’interno di una terra magnifica,
sfregiata da malattie, corruzione e miseria, ma ricca di spiritualità, culture
e umanità.
L’Africa, o meglio Mama Afrika come mi piace
chiamarla, accogli a braccia aperte coloro che vogliono mettersi a disposizione
in maniera gratuita e sa far vibrare i cuori e gli spiriti, sorprendendoti ogni
momento con dei panorami impossibili da descrivere a parole, ma che fanno
percepire la presenza di un Dio innamorato dell’Uomo e della Natura, che danza
al ritmo del vibrare della pelle rossa e tesa dei tamburi.
Il primo mese l’ho trascorso in una missione
umanitaria ad Emali, una piccola cittadina di baracche ed edifici angusti
costruiti lungo l’arteria principale del paese: la Mombasa Road. Più che
“arteria” questa strada risulta essere un “capillare”: una corsia per senso di
marcia da Mombasa verso Nairobi e poi ancora avanti fino ai confini con
l’Uganda e gli altri stati centrafricani. Qui ho lavorato come insegnante nelle
classi dell’orfanotrofio e nelle visite del piccolo ambulatorio.
Il secondo mese invece l’ho passato nella comunità
di Kariobangi e Korokocho, ospite nella baraccopoli, presso i “mitici” padri
comboniani: gente vera, con una straordinaria apertura mentale, una infinita
disponibilità e tantissimi progetti da realizzare CON gli africani. Qui ho
visitato molti dei loro progetti contro l’AIDS e ho collaborato al recupero dei
ragazzi tossicodipendenti o alcolizzati che lavorano recuperando materiali
usati, all’interno della discarica più grande di tutta l’Africa dell’est.
Mille cose ci sono da dire, altrettante quelle che
possiamo fare insieme. Voglio parlartene di persona. Per questo presto ci sarà
una bellissima serata dove sei ospite: sarà un viaggio ricco di fotografie, di
storie e di sogni da realizzare.
Concludo con un ASANTE SANA! (grazie mille!) alla
comunità di Quaderni e di Bussolengo, i vostri messaggi e i vostri aiuti
concreti ricevuti, sono stati una parte fondamentale di questa mia prima
esperienza umanitaria.
Dario Boschetto
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