Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

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22 gennaio 2015

CONCERTO DI NATALE 2014: UNA GRANDE SODDISFAZIONE



Ancora uno splendido concerto natalizio ha impreziositola giornata di Santo Stefano 2014.
 Il "Gruppo del Lunedì" è giustamente orgoglioso del buon esito dell'iniziativa che è diventata ormai un appuntamento tradizione legato alle festività natalizie.
Tutti hanno apprezzato.  In primis don Riccardo che tanto aveva insistito perché l'iniziativa andasse in porto, nonostante le difficoltà, soprattutto di natura economica, che abbiamo incontrato.
Ci corre l'obbligo, quindi, di ringraziare gli sponsor di Quaderni che hanno dimostrato la loro sensibilità, l'Amministrazione Comunale che con fatica e un po' di ritardo, date le attuali difficoltà economiche, qualcosa ha scucito e, infine, il GASQ per la collaborazione.
Ha riscosso l'unanime plauso dei presenti l'esecuzione di brani classici noti e meno noti da parte della soprano Giulia Perusi e del pianista Michelangelo Rossi che si sono cimentati con la musica di Verdi, di Mozart, di Chopin, di Donizetti, di Bellini, di Rachmaninoff e di Adolf Adam nella fascinosa "Holy nigt".
Che altro dire? Penso che in tutti i partecipanti sia rimasta nel cuore la speranza che quest'ormai tradizionale appuntamento non debba concludersi col 2014 e che ci si possa reincontrare anche nel 2015 e negli anni a venire per ascoltare della buona musica, nello stesso luogo non grande ma bello e colmo di spiritualità qual è la chiesa di San Matteo di Quaderni.
                                                                                                                    IL GRUPPO DEL LUNEDI



12 gennaio 2015

NUOVO CONSIGLIO: BENVENUTI E BUON LAVORO!



Mercoledì 15 ottobre siamo stati convocati,  presso la canonica, per la prima riunione del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale.
Dopo i saluti di benvenuto ai nuovi eletti e di bentornato a quelli confermati, abbiamo iniziato pregando insieme con il vespro.
Poi ha preso la parola don Riccardo, sottolineando i compiti ed il significato di essere Consiglio Pastorale,  soprattutto la comunione che ci deve essere tra noi e con Cristo e la corresponsabilità di tutti, laici e sacerdoti, nella vita della nostra parrocchia.
Abbiamo quindi analizzato l’esito delle votazioni, molto soddisfacente, visto che sono state votate più schede (308) che nelle precedenti elezioni del 2011 e del 2008, segno di un desiderio di partecipazione attiva alla vita parrocchiale da parte dei nostri compaesani.
Analizzando i voti ricevuti dai singoli candidati, abbiamo sottolineato che sicuramente Daniele Scattolini e Andrea Debortoli con il loro secondo e terzo posto sono espressione di una voglia di rinnovamento e di fiducia verso le capacità dei nostri giovani, mentre Elga Turrina è l’unica rappresentante delle giovani famiglie e ci è dispiaciuto che altri candidati non abbiano ricevuto voti sufficienti per essere eletti .
Forse non tutti i candidati erano identificabili dalla scheda, per questo abbiamo pensato che alle prossime elezioni sarà utile fare un cartellone con la foto vicino al nome.
Personalmente devo ringraziare per i molti voti ricevuti, non me li aspettavo e mi hanno dato tanta gioia.
Nel nuovo consiglio agli otto eletti si sono affiancati i rappresentanti scelti dai vari settori pastorali: Paola Zago per la catechesi, Lina Franchini per la liturgia, Albavera Benini per la carità, Giuseppe Perri per il tempo libero e la cultura; abbiamo rilevato un giusto equilibrio tra vecchi e nuovi componenti.
Abbiamo poi votato per eleggere vice presidente e segretario e la maggioranza dei presenti ha voluto confermare la fiducia a Carla Belladelli e Walter Magalini, che hanno volentieri accettato l’incarico.
Abbiamo poi fatto una prima lettura della lettera che il nostro Vescovo, Giuseppe Zenti, ha inviato a tutti i Consigli Pastorali Parrocchiali della diocesi di Verona.
Vi esprime alcune attenzioni e raccomandazioni, unite a difficoltà e disagi che ha voluto condividere anche con noi laici, per una riflessione comune.
Abbiamo deciso che analisi e commenti alla lettera del vescovo li faremo in modo approfondito nel prossimo consiglio.
Consapevoli dell’impegno che ci siamo assunti, di servizio alla nostra comunità parrocchiale e fiduciosi nel sostegno di Dio, gustando dei dolcetti preparati come sempre da Mariella, ci siamo augurati un buon lavoro per i prossimi tre anni!

Carla Belladelli

VOLONTARIATO: PERCHE'?



Martedì 28 ottobre nella sala grande del patronato ho partecipato all'incontro dei gruppi di volontariato,  inteso soprattutto a proporre un momento di riflessione su attività che coinvolgono diverse realtà del nostro paese.
Dico del paese e non della parrocchia, come precisa don Riccardo, introducendo l'argomento, perché sono stati invitati non solo i gruppi che operano in ambito parrocchiale ma anche gli appartenenti a tutti i gruppi che in qualche forma sono impegnati a livello sociale.
La sala è piena. Relatore è  don Luigi Adami, carismatico personaggio, che don Riccardo ci presenta amabilmente come suo grande amico: un'amicizia che risale al 1948. Un prete che non solo ha predicato il vangelo ma lo ha vissuto in prima persona.
Durante il suo servizio come cappellano  dell'ospedale di Villafranca ha avuto modo di stare vicino  a poveri e ammalati e con l'allora sindaco dott. Arduini ha messo in piedi il "Gruppo del Volontariato" che continua la sua opera a distanza di 39 anni.
Ora parla don Luigi e la sua prima indicazione è chiara e fondante: occorre che chi si dedica al volontariato metta in agenda momenti formativi perché è importante pensare oltre  che fare. Il cardinale Ballestrero, carmelitano oltre che eccezionale figura di prelato, da presidente della C.E.I., non si stancava di ripetere ai vescovi che la Chiesa doveva ritornare a far la fatica di pensare. Purtroppo quella insistita sollecitazione è stata un po' dimenticata nei cinquant'anni postconciliari sotto la spinta di chi invece sosteneva: "Perché pensare? Qui bisogna fare!"
Se separiamo il pensare dal fare rischiamo che le nostre motivazioni si riducano ad autosoddisfazione. E' facile diventare dei volontari che strumentalizzano le persone  di cui si interessano e le usano come mezzo e non come fine.
Il volontariato deve essere retto, onesto, gratuito e perseverante. E' facile mollare quando non si vedono i risultati che ci aspettavamo o che sono inferiori a quelli che speravamo ci gratificassero.
La scorsa settimana sono stato con un gruppo di Villafranca a città del Lussemburgo             - continua don Luigi- invitato dalla comunità mussulmana e ad Aquisgrana per incontrare un gruppo di ortodossi russi. Questa attività ecumenica e di tolleranza interreligiosa regala a volte qualche soddisfazione ma spesso non se ne vedono i risultati.
Monsignor Sartori, presidente dei teologi italiani, mi ripeteva:"Se tu vuoi essere un volontario dell'ecumenismo non ti devi lasciar condizionare dai risultati, che non avrai. Altri semina, altri raccoglie!".
Solo nella gratuità più netta e disinteressata, che rifugge dalla legge del "do ut des" c'é il vero senso del volontariato, si trova la convinzione interiore, la perseveranza che ci induce a non mollare, a non giustificare il nostro abbandono, tacciando di testardaggine e cretineria chi non dà soddisfazione al nostro darci da fare.
Non cito il vangelo. Mi rivolgo a tutti, anche agli atei, perché ci può essere volontariato anche da parte degli atei.
 Fate attenzione a non agire con intenti di proselitismo perché sarebbe uno strumentalizzare coloro a cui ci rivolgiamo! Se tu sei mussulmano, rimani mussulmano, se tu sei ateo rimani ateo, se tu sei cattolico rimani cattolico con tutti i tuoi dubbi. Chi non ne ha? Io ne ho tanti!
Se qualcuno ci segue, deve essere solo perché sente il profumo della nostra testimonianza anche se silenziosa.
Attenzione anche a non far passare il nostro aiuto come un regalo (ti trovo un posto di lavoro, un letto d'ospedale ecc...) quando invece è solo un diritto!  Questo lo fanno i mafiosi.
Don Luigi nel corso del colloquio recita anche un stupenda poesia di David Maria Turoldo rivolta a un amico ateo e un illuminante documento sul volontariato del Concilio Vaticano II che, purtroppo, pochi conoscono. E' un peccato che lo spazio sia tiranno io non possa riportare su queste pagine tali  testimonianze.
Per concludere in bellezza, don Luigi ricorda che le prime feste del volontariato a Verona  furono organizzate a San Giuseppe Fuori Le Mura. Era la parrocchia, indovinate di chi?
                                                                                                                                                                                        Alpidio


LA GIORNATA MISSIONARIA 2014



Domenica 19 ottobre si è celebrata nella nostra parrocchia, in unisono con tutto il mondo, la 88^ Giornata Missionaria, il cui slogan recitava   "Periferie cuore della missione".
La giornata missionaria mondiale fu istituita nel 1926 da Papa Pio XI per sostenere l'attività missionaria della Chiesa Universale.
Quanti anni sono passati! In ragione della mia età, ricordo tante giornate missionarie vissute sull'onda, sull'entusiasmo, sulle fantasie create da missionari che mi narravano di paesi lontani e misteriosi, di bambini denutriti che spesso morivano di fame, di  eroici missionari che percorrevano con la moto e spesso a piedi enormi distanze per raggiungere villaggi in cui celebrare la messa e battezzare nuovi cristiani, di ragazzini che, distribuiti nei negozi, chinavano la testa in segno di ringraziamento a  chi dava loro  un soldino.
Cos'è cambiato? Cosa sono queste periferie del mondo che dovrebbero essere il cuore della missione?
La risposta me l'ha data Padre Siro, un missionario appartenente alla "Comunità Missionaria di Villaregia", con il suo disarmante sorriso, quando mi ha accolto con una stretta di mano all'ingresso della chiesa per la messa vespertina del sabato.
Ogni cristiano è un missionario e non per modo di dire. Dal suo atteggiamento deve trasparire la gioia del vangelo che sta vivendo. E' questa gioia il distintivo per riconoscere il cristiano:  in famiglia, sul lavoro, nei luoghi del tempo libero.
E' questo nuovo discepolo di Cristo che deve frequentare le periferie del mondo, i luoghi più degradati dove la giustizia sociale è solo un'utopia.  Non per fare proselitismo ma per dare una testimonianza, talvolta silenziosa,  di una vita permeata di amore per tutti gli uomini senza distinzione e, direi anche, per tutte le cose.
Com'è nello spirito di Papa Francesco, un sorriso, un abbraccio, una pacca sulla spalla vale più di lunghi discorsi e fa riconoscere il cristiano anche senza che egli si presenti.
Padre Siro nell'omelia ha rappresentato, quindi, una Chiesa "in uscita", una Chiesa che si allontani decisamente dall'ombra dei campanili per raggiungere le periferie delle nuove povertà, una Chiesa che eviti di "impantofolarsi" nei suoi salotti ma metta scarpe solide adatte a camminare anche nel fango.
Non so se ho reso l'idea di quanto ha significato per me quest'ultima e nuova giornata missionaria. Sono convinto, però, che proprio questa è la “missionarietà” richiesta dal nostro tempo.
                                                                                                                                                            Alpidio



9 gennaio 2015

MISSIONE: KENYA



Carissimi amici! Karibu!
Vi scrivo dopo la mia esperienza missionaria in Kenya, per condividere con voi un viaggio all’interno di una terra magnifica, sfregiata da malattie, corruzione e miseria, ma ricca di spiritualità, culture e umanità.
L’Africa, o meglio Mama Afrika come mi piace chiamarla, accogli a braccia aperte coloro che vogliono mettersi a disposizione in maniera gratuita e sa far vibrare i cuori e gli spiriti, sorprendendoti ogni momento con dei panorami impossibili da descrivere a parole, ma che fanno percepire la presenza di un Dio innamorato dell’Uomo e della Natura, che danza al ritmo del vibrare della pelle rossa e tesa dei tamburi.
Il primo mese l’ho trascorso in una missione umanitaria ad Emali, una piccola cittadina di baracche ed edifici angusti costruiti lungo l’arteria principale del paese: la Mombasa Road. Più che “arteria” questa strada risulta essere un “capillare”: una corsia per senso di marcia da Mombasa verso Nairobi e poi ancora avanti fino ai confini con l’Uganda e gli altri stati centrafricani. Qui ho lavorato come insegnante nelle classi dell’orfanotrofio e nelle visite del piccolo ambulatorio.
Il secondo mese invece l’ho passato nella comunità di Kariobangi e Korokocho, ospite nella baraccopoli, presso i “mitici” padri comboniani: gente vera, con una straordinaria apertura mentale, una infinita disponibilità e tantissimi progetti da realizzare CON gli africani. Qui ho visitato molti dei loro progetti contro l’AIDS e ho collaborato al recupero dei ragazzi tossicodipendenti o alcolizzati che lavorano recuperando materiali usati, all’interno della discarica più grande di tutta l’Africa dell’est.
Mille cose ci sono da dire, altrettante quelle che possiamo fare insieme. Voglio parlartene di persona. Per questo presto ci sarà una bellissima serata dove sei ospite: sarà un viaggio ricco di fotografie, di storie e di sogni da realizzare.
Concludo con un ASANTE SANA! (grazie mille!) alla comunità di Quaderni e di Bussolengo, i vostri messaggi e i vostri aiuti concreti ricevuti, sono stati una parte fondamentale di questa mia prima esperienza umanitaria.
Dario Boschetto