Camminiamo insieme come comunità di Quaderni

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6 gennaio 2014

STORIA E TRADIZIONE DEL PRESEPE



Quella del Presepe è una antica tradizione cara a tutti, che si concretizza con la rappresentazione
del mistero della Natività attraverso scene e immagini religiose eseguite
artigianalmente, in modi differenti e in maniera del tutto personale, nel rispetto della
tradizione religiosa. È un’arte che si trasmette insieme ai valori e ai ricordi capaci di
rendere questo momento speciale ed indimenticabile. Attraverso questa manifestazione
si vuole mantenere sempre vivo e attuale il piacere di questa antica tradizione, per riacquistare
il gusto e il senso vero della festività con spirito creativo, ed è per questi motivi
che, anche quest’anno, il Circolo NOI Arcobaleno ha organizzato il
concorso del Presepe.
Da dove arriva l’antica tradizione del presepe?
Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività, nei
loro brani c’è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal
medioevo prenderà il nome latino di “praesepium” ovvero recinto
chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù, come
riporta Luca, “in una mangiatoia perché non c’era per essi posto
nell’albergo”; dell’annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente
seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo
annunciano già re.
Il presepe che tutti conosciamo ha origine, secondo la tradizione,
dalla volontà di San Francesco d’Assisi di far rivivere, in uno scenario naturale, la nascita di Gesù Bambino. L’idea
era venuta al Santo d’Assisi nel Natale del 1222, quando a Betlemme ebbe modo di assistere alle funzioni per la
nascita di Gesù. Francesco rimase talmente colpito che, tornato in Italia, chiese al Papa Onorio III di poter ripetere
le celebrazioni per il Natale successivo. A quei tempi le rappresentazioni sacre non potevano tenersi in chiesa ma il
Papa gli permise di celebrare una messa all’aperto. Fu così che, la notte della Vigilia di Natale del 1223, a Greccio,
in Umbria, San Francesco allestì il primo presepe vivente della storia, con personaggi reali, pastori, contadini,
frati, nobili e animali.
Tale episodio fu poi magistralmente dipinto da Giotto nell’affresco
della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe
inanimato, a noi pervenuto, è invece quello che Arnolfo di Cambio
ha scolpito nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano
le statue lignee, residue, nella cripta della Cappella Sistina di
S. Maria Maggiore in Roma.
Da quel momento in poi, fi no al 1400, gli artisti modellarono
statue di legno o terracotta. Quest’attività artistica si sviluppò
prevalentemente in Toscana, ma il presepio impiegò poco tempo
a diffondersi nel regno di Napoli e da lì in tutti gli Stati italiani.
Nel ‘600 e nel ‘700 gli artisti napoletani diedero alla scena
della Natività una nuova connotazione, inserendola in scorci
familiari e di vita quotidiana, introducendo personaggi colti nelle
loro attività di tutti i giorni. Questa tradizione è ancora molto viva, come dimostrano le popolari bancarelle di
personaggi del presepe lungo la via San Gregorio Armeno, a Napoli.
Nel 1800 si ha la diffusione del presepio a livello popolare. Sempre in questo secolo, in Puglia si comincia ad
utilizzare la cartapesta policroma per le statuine. Nelle famiglie nobili di Roma, comincia una vera e propria gara
per la costruzione del presepe più imponente. Famosi quello della famiglia Forti sulla sommità della Torre degli
Anguillara, e quello della famiglia Buttarelli in via De’ Genovesi, che riproduceva il presepe di San Francesco.

Vediamo il Signifi cato dei simboli del presepe:
Il Bue e l’Asinello sono i simboli del popolo ebreo e dei pagani.
I Magi possono essere considerati come la rappresentazione delle tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia.
Oppure come le tre razze in cui, secondo il racconto biblico, si divide l’umanità: la semita, la giapetica e la camita.
Gli angeli sono esempi di creature superiori.
I pastori rappresentano l’umanità da redimere e l’atteggiamento adorante di Maria e Giuseppe serve a sottolineare
la regalità del Nascituro.
I doni dei re Magi hanno il duplice riferimento alla natura umana di Gesù e alla sua regalità: la mirra per il suo
essere uomo, l’incenso per la sua divinità, l’oro perché dono riservato ai re.

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