
Per Gesù l’invisibilità
di Dio è collegata all’amore tra i discepoli. Quando le persone si vogliono
bene, queste sono fotografabili, ma il bene che si scambiano resta invisibile:
si vedono i gesti dell’amore, ma l’amore dato e ricevuto rimane invisibile. Così
il Dio amore è rintracciabile proprio
là dove è invisibile. «Nessuno ha mai visto Dio», è un’espressione incompleta di
Giovanni che nasconde un non detto. Va completata dicendo: ma Gesù ce ne ha fatto il
racconto, il commento. Se noi ci amiamo
gli uni gli altri, allora l’amore di Dio è in noi (1Gv 4,12). Dio nessuno l’ha mai visto: non Lo
vedo io, non Lo vedete voi, non L’ha visto né Mosè, né Elia, non L’ha visto
nessuno.
Per noi cristiani non c’è possibilità di fare esperienza di
Dio al di fuori di queste due immagini: Gesù Cristo e l’uomo. Tutto il resto ci
porta all’adorazione degli idoli. Il divieto biblico: «Non ti farai di Dio
nessuna immagine», non significa non ti
farai di Dio una statuina! Il problema vero è che l’immagine di Dio c’è già
nel mondo: è l’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza. E ogni volta che noi creature
non accettiamo questa immagine radicale di Dio che è l’uomo, cioè l’altro, mio
fratello, noi iniziamo un cammino di incredulità. L’altra immagine che il Dio cristiano
si è dato, e che ha raccontato Dio, è Gesù fatto carne, nato come tutti i
bambini dal seno di una donna. Dal Natale in poi Egli si fa trovare in ciò che
è umano. Chi ignora il volto dell’uomo si ostacola la strada per vedere il
volto del Dio cristiano e chi accoglie il volto del fratello e della sorella,
così come sono, nella loro bellezza e nel loro difetto, incontra Dio. Chi
tenta, chi riesce, fa Natale.
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