Tempo fa, avevo proposto alla
nostra redazione una rubrica che consentisse a quanti amano la lettura di consigliare,
tramite il giornale, un libro che val la pena di leggere.
Un romanzo, possibilmente, o un
saggio con dei veri contenuti, che presenti, nel contempo, quelle
caratteristiche di leggerezza che ne
rendano appassionante la lettura.
Mi sembra bello ed interessante
potersi scambiare attraverso il nostro giornale dei consigli di lettura: ci
consentirebbe di condividere sentimenti e interessi, di aver, poi,
l'opportunità di scambiarci opinioni, di intavolare un discorso non banale, di
conoscerci meglio e, perché no, di fare
amicizia.
Proprio ieri ho finito di leggere
"Nel blu tra il cielo e il mare" della scrittrice palestinese Susan
Abulhawa e ve lo voglio consigliare.
La
storia comincia proprio nell'imminenza della fondazione dello Stato di Israele,
a Beit Daras un piccolo villaggio della Palestina: E' là, nel quartiere più
povero, che vive la famiglia Baraka: la madre Oum Mamdouh conosciuta come la
pazza del villaggio e i suoi tre figli Nazmiyé, Mamdouh e Mariam, una ragazzina
con gli occhi di colore diverso l'uno dall'altro. Una ragazzina che riesce a
vedere il carattere delle persone attraverso le aure colorate che le circondano
e che comunica con un amico che nessun altro vede: Khaled.
Purtroppo, la grande poesia e
suggestione di questo luogo e di queste persone viene barbaramente spazzata
via dalle armate di Israele e la
famiglia è costretta a fuggire a Gaza,
in un campo di rifugiati dove tenta di continuare a vivere in quell'esigua striscia
di terra che è, ancor oggi, una prigione a cielo aperto.
Sono rimasto completamente
conquistato davanti alla gioia di vivere e all'attitudine positiva che anima
questo popolo di senza patria malgrado tutte le disgrazie che si accaniscono su
di esso.
La scrittrice facendoci entrare
nella famiglia Baraka ci fa scoprire "da dentro" le tradizioni del
suo paese ma anche il conflitto israelo-palestinese e ci fa viaggiare dalla
Palestina, agli Stati Uniti, passando per l'Egitto.
A questa storia a sfondo storico,
Susan aggiunge un leggero tocco di poesia con "il blu", un misterioso
luogo dell'anima in cui i componenti della famiglia, nel corso di quattro
generazioni, hanno il privilegio di immergersi.
In breve. Il libro è tra quelli
rari che non si vorrebbe finissero mai. Un romanzo pieno di poesia e di
tenerezza sullo sfondo della guerra.
Spero tanto che qualcuno segua il
mio consiglio di lettura e che ce ne sappia dire qualcosa, magari anche
attraverso il nostro giornale che si
arricchirebbe, così, di un interessante aspetto culturale e non solo.
Alpidio Galvani