Giovedì 5
marzo sono iniziati i Quaresimali,
quattro incontri di riflessione, organizzati e proposti dalla Zona pastorale di
Villafranca per il tempo di Quaresima.
Possiamo dire
che abbiamo iniziato alla grande, sia per il tema proposto sia per il relatore,
il Cardinale Edoardo Menichelli,
vescovo di Ancona, partecipante al Sinodo.
Persona
semplice e diretta, ha voluto renderci partecipi dei lavori del Sinodo, darci
degli spunti di riflessione sia personale che comunitaria sul grande tema della
FAMIGLIA.
Tema delicato
ma urgente, pastoralmente inderogabile, non sempre amato perché complicato,
complesso. Nella famiglia c’è tutto: amore, lavoro, solidarietà, educazione.
Per questo è
così importante il Sinodo e tutta la consultazione che si è fatta presso tutte
le diocesi del mondo e che si continua a fare studiando e commentando la
“Relatio Synodi” finale dei vescovi, in preparazione del Sinodo 2015 che ha per
tema “La vocazione e la missione della
famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.
Grande attenzione
quindi verso la famiglia con l’auspicio che stimoli l’impegno di tutti, sia
sociale, sia ecclesiale, sia culturale.
Il Sinodo si
pone come rimedio della comunità
ecclesiale a qualche cosa che abbiamo trascurato, tralasciato. Due sono i
sacramenti ministeriali (compiti affidati da Dio per essere al servizio della
comunità) l’ordine sacro e il matrimonio: forse non si è
valorizzato abbastanza il sacramento del matrimonio e nella vita di oggi il
progetto del matrimonio viene marginalizzato.
Tutta la
comunità è chiamata a rievangelizzare sul tema del matrimonio, farne scoprire
la bellezza, anche attraverso le molte famiglie che ne rendono testimonianza. Non
dobbiamo più pensare a una pastorale per la famiglia ma con la famiglia,
l’educazione alla fede passa attraverso la famiglia che diventa centrale e
fondamentale.
C’è stato un
mutamento culturale che ha prodotto una distorsione del progetto iniziale di
Dio, progetto a servizio dell’uomo nella sua completezza e al servizio di chi
viene dopo di noi.
Un progetto
che prevede: UN UOMO E UNA DONNA; LASCIARE il padre e la madre, non per
sradicarsi ma per trovare la propria strada; UNIRSI, non spersonalizzarsi e
nemmeno “provare”, usarsi, ma essere il giogo leggero l’uno dell’altra, “Io ti
appartengo e tu mi appartieni”, unione sponsale; VOCAZIONE, sposi chiamati da
Dio ad accogliere questo progetto e realizzarlo, chiamata e stile di vita;
SERVIZIO, alla vita, essere aperti alla vita in tutte le sue fasi, alla società
per migliorala insieme.
Dobbiamo
pregare lo Spirito Santo perché ci illumini e ci faccia capire cosa fare, come
agire, tutti insieme, tutta la Chiesa. Alcune proposte: recuperare
l’alleanza tra sacerdoti e sposi; la famiglia protagonista dell’evangelizzazione,
fatta nelle case; educare all’affettività, unione sessuale non come azione
meccanica ma cosa sacra, come tutto il corpo è sacro, amore come rispetto, non
solo emozione; attenzione premurosa alle giovani coppie, non lasciarli soli,
accoglierli, accompagnarli anche dopo il matrimonio; pastorale verso i
separati/divorziati, da seguire, ascoltare, avvicinare, perché possano non
sentire più la chiesa come nemica, ostile.
Quindi non una
chiesa silenziosa e nemmeno una chiesa guerrigliera ma una chiesa profetica,
madre, che con grande pazienza sappia spiegare, accompagnare, far scoprire
tutta la bellezza di essere famiglia fondata sul matrimonio.
Facciamo
nostro il convincimento che questo è un momento importante di partecipazione “Il Sinodo appartiene anche a me, mi
appartiene!”
Carla
Belladelli